Panella: “La Lazio è un pranzo di famiglia. Sarri geniale? Sì e vi dico perché”

Difficile spiegare la ‘lazialità’ a parole, più facile viverla e trasmetterla a piccoli gesti alle generazioni che nascono. Dal 1922 a oggi è quello che ha fatto, e continua a fare, la famiglia Panella proprietaria dello storico ristorane ‘L’antica Pesa’ a Trastevere. Luogo di ritrovo da sempre delle famiglie romane, dove tra una prelibatezza e l’altra, si trasmettono i valori di un certo tipo, forti e viscerali come anche la passione e l’amore per la prima squadra della Capitale. Romanticismo puro. “Il mio ristorante nasce nel 1922, cinque anni prima della Roma. Non c’era la Roma, i miei bis nonni erano tifosi della Lazio”. Lo ha raccontato Francesco Panella in esclusiva ai nostri microfoni: “Per le famiglie romane trasmettere certi valori è stata una cosa molto importante, questo è accaduto generazione dopo generazione. Da una famiglia di laziali non poteva che nascere un figlio laziale e i miei figli sono laziali come me. Non esistevano ‘gli altri’ quando io lavoravo nel mio ristorante”.
Tornando al presente, il ristoratore ha speso parole al miele per Sarri. Il tecnico toscano ha fatto breccia nel suo cuore, e non solo nel suo. Lo ha conquistato, rapito e non può trattenersi dal dire che: “Lui è veramente molto bello e soddisfacente. È ampiamente gratificante, a 360°. Armonioso il suo gioco, bellissimo vederlo e la cosa che mi diverte di più è guardarlo quando io non sono in Italia. Io questo inverno ero in Asia e ho visto partite alle 2:45 o alle 3:45 di notte. Non mi metto la sveglia, il pensiero sta lì quindi mi viene naturale non andare a dormire. È collegato al mio DNA, ovunque io sia sono connesso con la Lazio. Come se fosse un orologio biologico che ho interno. Quando l’amore per un qualcosa è talmente forte, viene naturale poi organizzarsi con la propria vita, anche se la mia è piuttosto impegnativa”.
Stagione impegnativa, ma piena di soddisfazioni e di ricordi che custodirà con affetto. Tra questi, c’è sicuramente la sfida a Bergamo: “ Lì ho portato i miei figli per la prima trasferta, volevo che la facessero. Era quella che io considero storicamente tra le più difficili. Volevo che vedessero la prima volta la Lazio in trasferta in quello stadio e non ha portato male. Cataldi e Lazzari poi mi hanno regalato la loro maglia”
“Cosa mi ha colpito di questa Lazio? Beh, la ‘Lazialità”. Tutto torna all’origine. È questo il tratto distintivo che inorgoglisce: “È uscita fuori da parte di tutti, sicuramente avere Immobile, Radu, tanti italiani dentro, avere Romagnoli e un Sarri che ha saputo trovare il linguaggio che un laziale vuole sentire. L’intelligenza di Sarri per comunicare la propria ‘lazialità’, usando un linguaggio da laziale, è geniale. Non è marketing, è tutto spontaneo. Usa una terminologia, perché è un uomo di cultura, che colpisce i tifosi al cuore nel momento giusto. È incredibile, il fatto di usare la parola ’t’invade’ è diverso da ‘ti riempie’. È un’altra roba per noi laziali. È un laziale vero”. Un riconoscimento particolare poi alla tifoseria, quella della Curva Nord che ammira con gratitudine per lo spettacolo che ogni volta esibisce con coreografie mozza fiato: “La cosa che mi ha fatto veramente piacere è che Sarri ha ricordato quella straordinaria, lo sottolineo, coreografia della Nord. Si spendono poche parole per loro. La prima cosa che faccio quando vado allo stadio è guardarli per ore e ascoltarli per ore, sono veramente incredibili”.
Nel corso della chiacchierata non poteva mancare la domanda sul mercato. Cliché. Mancano solo nove gare alla fine del campionato e la sessione estiva si fa sempre più vicina. Panella però non ha niente da recriminare alla società, nessuna polemica. Onesto e diretto: “La Lazio ha speso tantissimo sul mercato. È stata una tra le più in attivo. Io direi che la parte manageriale della società ha lavorato veramente bene in questo momento dove tutto è fittizio e finto e tutti sono in negativo. Un tifoso intelligente deve riconoscere la gestione che abbiamo. La Lazio è ottava nella classifica per numero di uomini che ha in campo, settima come stipendi e siamo secondi. Significa che società, allenatore e squadra hanno fatto un lavoro stupendo. Io credo che tra un anno e anche di più, il calcio si livellerà verso la competenza manageriale più specifica. Se hai i buffi li devi pagare, siamo arrivati a un punto di non ritorno e ora i nodi verranno al pettine”
Infine, per concludere in bellezza: “Se dovessimo descrivere con un piatto la Lazio, quale sarebbe? Somiglia a un pasto completo, di famiglia. Somiglia a quei pranzi di domenica dove ti siedi e hai tante generazioni che si riuniscono e le vedi col sorriso perché ci si dedica del tempo per sé stessi. Il pranzo della domenica racchiude tanti valori, io credo che somigli veramente a questo”.
Pubblicato il 12/4