Cosa vuol dire 124? Un passo nel futuro, forti della Storia: auguri Lazio!

Un compleanno è un passo verso il futuro, verso un domani che non sappiamo cosa ci riserverà. Non conosciamo il futuro, i suoi scherzi, le sue sorprese, i suoi inciampi. Una cosa, però, la sappiamo e la sappiamo con certezza: domani saremo ancora qui. Saremo sempre qui, cara Lazio. Con te. Accanto a te che sei amore unico, inossidabile e infrangibile, appassionato e tenero, esaltante e impetuoso. Un amore puro quello di chi t’ha scelto. O forse sarebbe meglio dire di coloro che tu hai scelto. Persone che amano e in fondo non chiedono nulla in cambio, se non poter stare con te. Un amore, il loro, che è un dono, la consegna dell’anima a un simbolo, a un’idea, che li accompagna da sempre. E chissà, allora, cara Lazio, cosa ci aspetta ancora nel percorso, mettendo piede nel domani. Non lo sa nessuno, come potremmo? Però sappiamo quel che c’è dietro di noi, se ci voltiamo a guardare indietro il nostro passato è lì, a ricordarci chi siamo. Il nostro passato è senza macchia? No. La vita è inciampi, errori, cadute e risalite. Ma ogni cicatrice che sentiamo sulla nostra pelle ci ricorda, mentre l’accarezziamo, perché siamo qui, perché siamo pronti ad avanzare nel domani insieme te. Hanno provato a mistificare la storia, a cambiarla, a manipolare le certezze che sono scolpite nel tempo e nelle vene di questa città, incontrando però sempre un muro. Perché i Laziali conoscono la storia che che li portati fin qui, conoscono le loro origini, la loro essenza, le loro radici che sono ben piantate all’ombra della cupola di Pietro che veglia su Roma e svetta sul placido Tevere. I Laziali sanno che per essere non serve apparire, che per rappresentare al meglio Roma non serve abusare del suo nome. Nome che va protetto e non usato come foglia di fico utile a coprire origini incerte. Noi sappiamo cosa siamo. E sappiamo che il 9 gennaio è qui che dobbiamo essere, in Piazza della Libertà, fisicamente se possibile, o col cuore e il pensiero, dove quel cammino è cominciato. E domattina c’alzeremo e faremo un altro passo piccolo e forse insignificante agli occhi di non capisce, ma che diventa gigantesco, immenso, per ognuno di noi, perché è fatto insieme a te. E insieme a madri e padri, nonni, fratelli e sorelle, amici, con i quali custodiamo ricordi che tu ci hai regalato in questo centenario cammino che unisce generazioni e nel quale si tramandano tradizioni. Sono centoventiquattro, cara Lazio. Primogenita e prediletta di Roma. Lo sai che hanno provato a fermare questo viaggio, non ci sono riusciti, si sono scontrati contro il furioso ribellarsi del tuo popolo a un’omologazione che ha una genesi lontana e ben nota. Tu sei un'alba d'amore da quel 9 gennaio 1900, i tuoi tifosi il baluardo sempiterno di una storia incomparabile. Tu madre, loro manipolo di fratelli che fianco a fianco compiono con te un altro passo verso il futuro. Un futuro che ti appartiene, un futuro che sarà delle nuove generazioni, che come le vecchie dovranno capire il valore dell’essenza, lo squallore dell’apparenza, il merito della tenacia e della persistenza, il grigiore della mera quantità, il pregio del coraggio e la debolezza di ciò che è moda. Sarai tu la loro stella polare, tu a dar loro orgoglio e vanto, perché è così da 124 anni. E così sarà. Oggi, domani e un giorno ancora.
Pubblicato il 9/01 a 00:00