L'amarcord di Franco Recanatesi: "Tutta la verità sul quel Napoli-Lazio del '73"

“Il gol del Napoli di Damiani non fu decisivo per togliere lo scudetto alla Lazio”, questa è la verità sull’ormai famosa partita Napoli-Lazio del 20 maggio 1973 attraverso le parole di Franco Recanatesi, giornalista e scrittore che conosce bene la storia dei biancocelesti perché l’ha vissuta sulla sua pelle, tanto che nel suo libro “Uno più undici” ha dedicato un intero capitolo a quella gara decisiva per le sorti del campionato della Lazio di Tommaso Maestrelli. Stagione 1972-73 del campionato di serie A: i biancocelesti, dopo aver conquistato la promozione nella massima serie, si conquistano anche le prime pagine dei quotidiani sportivi come la squadra rivelazione dell’anno; ad una giornata dal termine del campionato infatti, la classifica recitava: Milan a 44 punti, Juventus e Lazio a 43. Cosa accadde realmente quel 20 maggio 1973? I rossoneri affrontavano quello che poi si rivelò il ‘fatal Verona’, la Juventus cercava la vittoria contro la Roma, mentre la Lazio si giocava il tutto per tutto al San Paolo: “Anche se la Lazio avesse pareggiato non sarebbe servito a nulla, perché la Juventus vinse a Roma mentre il Milan perse a Verona. Allora la vittoria valeva due punti, quindi la Lazio avrebbe dovuto battere il Napoli per fare lo spareggio con i bianconeri”, dice Recanatesi precisando quanto successe quel giorno di trentotto anni fa. Quell’anno una sorprendente Lazio fresca di serie A lottò fino alla fine per il titolo; tutto però si decise nell’ultima giornata di campionato: “La Lazio fu la squadra rivelazione dell’anno perché veniva dalla serie B e nessuno la conosceva. La squadra stessa fu sorpresa di trovarsi così in alto. Quando andarono a Napoli, nell’ultima giornata, nessuno era convinto di andarsi a giocare lo scudetto, anche perché non si poteva immaginare la sconfitta del Milan a Verona. Alla fine del primo tempo però la Lazio iniziò a crederci perché sia i rossoneri che la Juventus stavano perdendo”.
Ma non fu solo il calcio giocato a decidere le sorti del campionato, quanto alcune ‘raccomandazioni’ che mutarono il corso delle partite, mai smentite dagli stessi protagonisti: “Nel primo tempo Wilson contattò Juliano chiedendogli di far vincere i biancocelesti, ma il giocatore del Napoli ridendo disse ‘La Juventus è arrivata prima di voi e ci ha dato un incentivo per vincere questa partita’. Allora quella di offrire incentivi era una forma non apprezzata, ma pur sempre legale”. Il Napoli continuò dunque a fare la sua gara con il dichiarato intento di portare a casa la vittoria, mentre la Juventus riuscì a ribaltare il risultato all’Olimpico grazie ad un episodio che accadde negli spogliatoi giallorossi durante l’intervallo: “Avete dimostrato di saper tener testa anche alla prima in classifica, però a noi non cambia nulla, la Juventus può esserci utile ai fini del mercato…Fate voi”. Questo era il ‘velato’ invito ad abbandonare le armi dell’allora presidente della Roma Gaetano Anzalone ai suoi giocatori. Lo presero in parola e regalarono la vittoria ai bianconeri grazie alla rete del pareggio di Altafini e a quella del successo di Cuccureddu.
Oltre gli incentivi offerti dalla Juventus agli azzurri, a caricare di spirito agonistico il Napoli furono anche gli scontri tra gli stessi calciatori, che segnarono la sfida nel girone d’andata all’Olimpico ed accesero gli animi in un ritorno infuocato: “C’era stato un litigio e degli insulti nel tunnel degli spogliatoi tra Vavassori, Wilson e Chinaglia, tanto che il giocatore del Napoli promise vita difficile alla Lazio nella trasferta al San Paolo – racconta Recanatesi - Prima della gara il Capitano e Chinaglia non cercarono affatto di placare gli animi, fecero un po’ i gradassi ed in campo lo spirito agonistico non fu minore. Fu addirittura preso a sassate e bruciato il pullman dei biancocelesti. Ho avuto modo di parlare più volte con Maestrelli di questa gara, ma lui era un’anima candida e l’ultima cosa a cui pensava erano gli incentivi per truccare le partite. Alla fine però, anche lui si arrese a quell’evidenza e all’ingranaggio che aveva creato la Juventus per vincere”.
Ma questa è storia di quasi quarant’anni fa, di un calcio diverso e d’altri tempi nei suoi aspetti positivi e negativi rispetto all’attualità. Ha senso riproporre oggi con ostentazione una rivalità così accesa? “Negli ultimi anni io non ho visto odio tra Napoli e Lazio. Non vorrei anzi che questi episodi del passato, ricordati alla vigilia di una partita così delicata, possano danneggiare i biancocelesti. Inviterei sia le tifoserie che i giocatori a non incentivare ancora di più questo clima”