AIC, Calcagno contro il Decreto crescita: "Vi spiego perché falsa il mercato"

Il Decreto crescita potrebbe essere eliminato dal calcio italiano. Questa norma permette alle società di pagare gli stipendi di calciatori e allenatori che hanno vissuto almeno 2 anni all'estero prima del passaggio in Italia con degli sgravi fiscali (la Roma è riuscita a tesserare José Mourinho grazie al decreto, visto il suo oneroso stipendio). L'Assocalciatori ha chiesto al governo di rimuovere queste agevolazioni per i club. A Radio Punto Nuovo il presidente Umberto Calcagno ha spiegato i motivi: "Decreto crescita nel calcio? Ci stiamo interessando da tempo del problema ed è un problema di sistema. Il grande exploit fatto dalla Nazionale agli Europei ci dimostra quanto sia importante avere vivai nazionali di livello. Abbiamo tante leggi e risorse per il nostro mondo proprio per l’utilizzo dei calciatori selezionabili. Dall’altro lato, è giusto preservare il livello delle competizioni. Non vogliamo impedire che il grande calciatore possa venire in Italia, ci interessa che, ad esempio, anche il mercato in Serie B possa vedere percentuali di stranieri ben superiori ai campionati scorsi. Nessuno vuole contrastare la libera circolazione degli stranieri, ma c’è una norma che oggettivamente crea un risparmio fiscale tale da falsare il nostro mercato, non solo a scapito degli italiani, ma anche degli stranieri che già sono in Italia. Sciopero? Non è in cantiere, c’è un’interlocuzione con le autorità governative per riequilibrare le storture menzionate".