CONI, Malagò: "Atleti russi esclusi è il male minore. Sul presidente della Serie A..."

Il mondo dello sport, e non solo, ha deciso di prendere delle posizioni forti contro la Russia dopo l'apertura del conflitto con l'Ucraina. L'ultima è stata quella di escludere gli atleti russi e bielorussi dalla Paralimpiade di Pechino. Il presidente del CONI Malagò, intervistato dall'Adnkronos, ha parlato di questo e non solo: "Lo sport ritengo abbia fatto i passi giusti nei tempi giusti. Il Cio è stato particolarmente chiaro e molto tempestivo. Anticipando anche decisioni e valutazioni di tanti governi che erano sulla via di definizione di soluzioni ed hanno condiviso in pieno quello che il Cio ha voluto fare’. Un fatto voluto? C’è chi scrive che c’era un patto sotterraneo di aspettare la fine delle Olimpiadi di Pechino, ma non parlo mai per cose di cui non ho certezza. Non mi sento di escluderlo, però devo dire che avendo sentito a più riprese i miei colleghi del mondo paralimpico, c’è una notevole disinformazione sull’argomento. La tregua Olimpica vale fino ad una settimana successiva alla chiusura delle Paralimpiadi. Quindi se uno ha sensibilità nei confronti del nostro mondo, la dovrebbe avere ancora di più nei confronti di chi nella vita ha avuto meno fortuna e che, senza offendere nessuno, per certi versi aspetta quel momento ancora di più di quanto lo aspetta un atleta normodotato. L’Olimpiade è la più grande e importante manifestazione sportiva del mondo, ma è sicuro che uno che gioca a tennis, pallacanestro, basket e pallavolo qualche altra occasione ce l’ha, mentre nel mondo paralimpico quello è veramente il tutto, e credo sia una incredibile mancanza di sensibilità da parte di chi ha ordinato di fare la guerra”.
RUSSIA E BIELORUSSIA ESCLUSE DALLE PARALIMPIADI - “Ero in contatto diretto con l’executive board dell’Ipc, il presidente è un mio amico e componente del Cio, il brasiliano Andrew Parson, e Luca Pancalli fa parte del board. Mi avevano comunicato la loro decisione spiegando che ritenevano, facendo così, di aver preservato i diritti individuali delle persone che di fatto partecipavano come semplici cittadini. Questo succedeva perché gli atleti russi e bielorussi erano già in Cina, essendo arrivati in grande anticipo per via delle normative per il covid. Il Cio aveva sottolineato che quello che le Federazioni Internazionali e l’Ipc non doveva fare era invitare gli atleti ma erano già sul luogo. Poi hanno completamente cambiato opinione, perché una enormità, la stragrande maggioranza, degli atleti delle altre nazioni si rifiutava di gareggiare contro gli atleti della Russia e della Bielorussia. Per cui, pur consci che questa sarebbe stata una decisione, forse ingiusta, era inevitabile tra i due mali scegliere quello minore”.
DJOKOVIC A ROMA - “Djokovic giocherà al Roland Garros, sarà anche a Roma? Sarei felicissimo. Tutto quello che aiuta l’importanza e la qualità degli eventi sportivi del Paese mi rendono solo che felice. Fino a quel momento avventurarsi in altre questioni mi sembra sbagliato. Avevo detto che non sarebbe stato opportuno che Djokovic giocasse a Roma? Ma ho anche detto che non vedevo l’ora che questa cosa cambiasse. Questo è un discorso che riguarda anche atleti che hanno il vaccino Sputnik. Io dico che non si possono aggirare le leggi. Poi nel momento in cui il Governo eliminerà anche il green pass vorrà dire che il Paese rivede la luce”.
LEGA SERIE A - “Lega calcio Serie A cerca nuovo presidente? L’ambiente lo conosco molto bene. Ci sono anche molti amici di lunga data. A me dispiace, credo che sostanzialmente il tema, non è tanto nella scelta di una persona o sul fatto di chi è il proponente. Il problema è direi di mentalità. Io fui protagonista di un cambio di statuto, di modello di governance che di fatto implica che ci sia un organo che li rappresenta, invece penso che c’è ancora una resistenza, legittima ma secondo me sbagliata, di un Istituto che è l’Assemblea che in qualche modo fa si che ancora ognuno, malgrado la governance, ritiene sia più giusto impostare la cosa attraverso la propria valutazione dei problemi. Nessun modello è replicabile, ma quando fai dei paragoni con le cose che funzionano nel mondo, vedi che quelle che hanno successo, come ad esempio le Leghe professionistiche americane, hanno una persona, il commissioner che porta avanti gli interessi di tutti. Se poi non gode più della fiducia l’Assemblea viene sfiduciato ma finché c’è lui lo si deve lasciar lavorare. Se la persona la vuoi condizionare si ritorna alla questione della mentalità”.