Frustalupi junior:"Vedere Zàrate col 10 di papà mi da emozioni forti..."

05.05.2009 10:05 di  Riccardo Mancini   vedi letture
Fonte: il messaggero
Frustalupi junior:"Vedere Zàrate col 10 di papà mi da emozioni forti..."

Appena gli parli del papà, negli occhi di Nicolò Frustalupi, c’è un lampo d’orgoglio. Non era ancora nato quando Mario pilotava la Lazio verso il primo scudetto. Il poster della squadra campione d’Italia campeggia nella sua camera e la mamma Carla e la sorella Francesca lo guardano sempre con emozione. «Sono passati diciannove anni da quando è morto, ma il suo ricordo è presente quotidianamente nella nostra famiglia. Come calciatore l’ho ammirato guardando i filmati, ma come padre ne conservo un ricordo vivo. Avevo tredici anni quando rimase vittima di un tragico incidente, lasciando un vuoto incolmabile. Ho provato anch’io a fare il calciatore, però non sono andato oltre la serie D, con Riccione e Poggibonsi. Il nome importante un po’ mi ha pesato, perché il pubblico pensava che giocassi solo perché ero il figlio di Frustalupi. A ventitrè anni, capito che non sarei arrivato lontano, ho smesso. Senza rimpianti».

Diplomato geometra, vive a Pistoia nella città dove è nato quando l’ex centrocampista della Lazio si trasferì in Toscana per chiudere la carriera con la maglia arancione. Sei anni fa la società toscana gli ha offerto un contratto nel settore marketing, ma Nicolò sognava di diventare allenatore. Guardava le partite, studiava i calciatori. A 26 anni è diventato ”osservatore” per conto dell’allenatore Mazzarri. «C’era bisogno di una persona che andasse a vedere le partite degli avversari, mi proposi e Mazzarri volle mettermi alla prova. Lo facevo gratis, m’interessava farmi apprezzare, far capire che avevo occhio, che lavoravo con serietà. Con Walter è nato subito un rapporto di stima e fiducia tanto che mi portò anche a Livorno. E quando venne chiamato a Reggio Calabria, ho continuato a lavorare per lui: il primo anno da Pistoia, il secondo seguendolo in Calabria. Dove, in pratica, divenni il suo collaboratore sul campo: la svolta della carriera. Essere il ”secondo” di un tecnico, bravo e importante, rappresentava il coronamento di un sogno, l’inizio di una nuova vita».

Il legame tra Mazzarri e Frustalupi è andato consolidandosi nel tempo. «Guardo le videocassette, studio gli avversari, redigo le relazioni tattiche. Walter mi ha insegnato tanto e quello che ho fatto lo devo a lui. E’ un professionista meticoloso e preparato che meriterebbe un grandissimo club. Ovunque ha svolto un ottimo lavoro: salvando la Reggina penalizzata, portando la Samp in Europa, recuperando e gestendo Cassano. Mia mamma, genovese, ha vissuto una grande emozione nel vedermi lavorare per la Sampdoria, la società nella quale mio papà ha giocato otto stagioni. Quasi un segno del destino». Per chiudere il cerchio, nel futuro, dovrebbe esserci anche la Lazio. «Quando vengo a Roma i tifosi sono sempre molto calorosi, mi ricordano il Frustalupi calciatore, come pure i compagni dello scudetto, Oddi, Garlaschelli, Wilson, e capisco quanto sia stato grande. La Lazio è nel mio cuore e, guardando Zarate col numero dieci, penso sempre che quella maglia era sulle sue spalle. Sono emozioni forti, belle, che lasciano il segno».

Mercoledì 13, nella finale di coppa Italia, Nicolò vivrà una serata speciale. «Sarebbe stata la partita di mio padre: in campo le squadre alle quali è stato più legato in carriera. Ho studiato molto la squadra di Delio Rossi: ha tanti calciatori forti, da Zarate a Pandev, da Rocchi a Ledesma. Ho ancora negli occhi il gran gol segnato dall’attaccante argentino nella partita dell’Olimpico. Un ricordo che spaventa, pensando alla prossima sfida che varrà una stagione».

Lo stadio di Mario Frustalupi, teatro della sfida più attesa per due formazioni che puntano tutto sulla Coppa. «La Lazio, giocando in casa, partirà favorita. Però anche la Sampdoria ha possibilità di vincerla, sia per la forza del gruppo, sia perché una partita secca non sempre rispetta il pronostico. Nonostante siamo stati impegnati su tre fronti, la squadra è ancora in buone condizioni fisiche». Lazio-Samp sarà anche il duello Zarate-Cassano. «I calciatori tecnicamente più validi, che possono decidere la gara in ogni momento e che potranno assicurare lo spettacolo. Vivere una finale rappresenterà per me una grandissima esperienza professionale». A fine maggio Nicolò sosterrà l’esame per il patentino di ”seconda”, passo obbligato verso il futuro. «Un appuntamento fondamentale per proseguire questo percorso professionale. A trentadue anni mi basta fare le esperienze che sto vivendo, ma la speranza è quella arrivare ad allenare una squadra. Un obiettivo da dedicare a papà, il mio mito».