Lazio - Inter, Sarri: "Felipe Anderson è stato aggredito ripetutamente e mi aspettavo qualche rosso"

16.10.2021 20:44 di Leonardo Giovanetti Twitter:    vedi letture
Lazio - Inter, Sarri: "Felipe Anderson è stato aggredito ripetutamente e mi aspettavo qualche rosso"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

È trionfo all'Olimpico per la Lazio di Sarri. I biancocelesti battono l'Inter 3-1 e conquistano tre punti importanti in ottica classifica. Al termine del match, ai microfoni di Dazn, Maurizio Sarri ha parlato in questi termini: "Siamo andati sotto su un rigore ma eravamo in partita. Avevamo le nostre situazioni durante il primo tempo. È quello che ho detto ai ragazzi, se continuiamo così non perdiamo e infatti poi è bastato un episodio. Secondo gol? C'è poco da dibattere, quando il pallone ce l'ha l'Inter la palla non è stata messa fuori. C'è un regolamento preciso, queste scene si vedono solo in Italia. Io ho fatto un anno di Premier e nessuno protesta se c'è un suo giocatore a terra. Espulsione Luiz Felipe? Mi ha detto che lui ha solo salutato Correa visto che hanno giocato insieme tanti anni, non aveva intenzione di litigare con lui. C'è stato un malinteso. Felipe Anderson è stato aggredito ripetutamente e mi aspettavo qualche rosso. Basic? In questo momento dobbiamo trovare solidità, giocatori di dinamismo ci fanno comodo. È come fare delle buone fondamenta, poi ci puoi costruire sopra tanta roba. La scelta di Basic è stata per questo. Luis Alberto è un giocatore importante che in futuro ci tornerà più che utile come ha fatto anche oggi. Lui per caratteristiche a livello di intensità ha dei momenti di calo. Visto i test aerobici che fa può sicuramente viaggiare su intensità diverse. Nel primo tempo abbiamo sofferto l'ampiezza, in quegli spazi i loro centrocampisti andavano spesso al cambio di gioco. Se avessimo accorciato quegli spazi gli si poteva togliere quella giocata. Una volta in vantaggio quel problema è diventato minore. Felipe Anderson? Lui e Pedro hanno fatto bene, Pedro lo conosciamo a fondo è un giocatore di talento e esperienza. L'altro è un potenziale crack ma vive di alti e bassi, il nostro tentativo è quello di mantenerlo verso l'alto. Attraversa momenti in partita in cui sembra arrivato e poi ti spara altri 10 minuti alla grande. Io ho allenato grandi giocatori ma lui se risolve questo problema ha pochi eguali. Sono allenatore da campo, mi ritrovo in un calcio che si sta velocizzando troppo. Tutte le cose di cui mi sono innamorato vengono meno. Quando lavori con così poco tempo è difficile far migliorare i giocatori. È un lavoro diverso e a me piace meno". 

Il tecnico della Lazio è intervenuto anche ai microfoni di Lazio Style Channel: “Bisogna cercare di essere sempre uomini. Dobbiamo andare alla ricerca della continuità e far uscire fuori il risultato anche quando abbiamo meno benzina fisica e mentale. Quello è il salto di qualità. Abbiamo avuto più palle gol di loro, abbiamo fatto più tiri in porta di loro, abbiamo calciato più angoli di loro come il possesso palla. Nel primo tempo abbiamo avuto delle difficoltà nella distanza fra i tre attaccanti che andavano in pressione e i centrocampisti. In quello spazio potevano gestire la palla quasi sempre scoperta  e questo ci faceva prendere continuamente cambi di campo contro una squadra che fa dell’ampiezza uno dei suoi punti migliori. Nell’intervallo gli ho detto che stavamo in partita e stavamo bene  e che se continuavamo così  ne uscivamo bene. Noi dobbiamo fare un percorso e la parte piu difficile è la continuità. L’episodio del nervosismo mi sembra di uno di una squadra che ha un giocatore per terra e va a tirare in porta e poi pretende che si metta la palla fuori a noi, mi sembra un po’ troppo. Sono delle scene che si vedono solo in Italia, mai visto in Premier League, non ho mai visto nessuno lamentarsi di queste situazioni. Non solo mettere la palla fuori ma anche andare alla conclusione dal limite dell’area e poi pretendere quanto richiesto, mi sembra un po’ troppo. Luiz Felipe e Patric hanno fatto bene anche tatticamente, forse qualche scivolamento nei cambi di campo sono andati un po’ in ritardo, si faceva aprire uno spazio in cui ci si infilava Barella come in occasione del rigore. Questo si poteva chiudere ma è stata sicuramente una prestazione in crescita. Io ho preso una squalifica per atteggiamento intimidatorio senza alzare un dito e oggi ho visto alzare spinte senza vedere cartellini rossi. Vedendo la reazione di Felipe mi sono immaginato che negli ultimi 5 minuti ci sarebbe stata una caccia all’uomo e lo ho voluto tirare fuori. Non mi piace che mi sono innamorato di questo mestiere per il lavoro che si fa nel campo, per vedere il miglioramento di un giocatore, per tirare su un giovane e migliorare una squadra. Il calcio ha velocizzato i calendari talmente tanto che adesso si ha poco tempo. Questo mi piace meno in quanto il lavoro del quale mi sono innamorato non esiste più. Il nostro bivio è quello trovare la capacità di andare in campo sempre sugli stessi livelli e trovare sempre un risultato anche se si hanno poche energie".