Sconcerti: “Giusto che il calcio chieda aiuto allo Stato. Il problema sono gli stipendi...”
Il calcio sta affrontando la pandemia, registrando diverse difficoltà come dimostra la lettera inviata dalla Lega Serie A e dalla FIGC al Governo. Ai microfoni di calciomercato.com ne ha parlato Sconcerti: "Chiedere aiuto allo Stato è legittimo, perché il calcio è indubbiamente un’azienda. La lettera di Gravina direi che è ovvia, ma il vero problema riguarda le società. Ma se il calcio dovesse chiudere che fa lo Stato, mette in cassa integrazione i giocatori? No, è impensabile. Il problema è un altro. Ed è quello degli stipendi, che non sono collettivi, ma singoli. Tanto che - mi pare opportuno ricordarlo - quando ne discussero in primavera i club non hanno ottenuti tagli, ma solo rinvii. La vera spada di Damocle, se il calcio dovesse chiudere, è proprio questa. E l’articolo 1460 del codice civile, che non è automatico perché non c’è giurisprudenza, dice che se non c’è prestazione sportiva non c’è corrispondenza. Cioè: se non giochi non ti pago. Resta da stabilire se la prestazione sportiva può essere considerato l’allenamento, ma per i calciatori il rischio vero è quello di non essere pagati, perché l'azienda - il club - può farlo".