ESCLUSIVA - Mattia Mingarelli: "Lazio, tatuaggi e l'incontro con Mandas. Ecco tutto"

Una vita fatta di arte, passioni, Lazio e tatuaggi. Parte da qui la storia che ha portato Mattia Mingarelli, tatuatore e grande tifoso biancoceleste, a realizzare un'opera per Christos Mandas, portiere della sua squadra del cuore. Mattia si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni: ha parlato degli incontri con Mandas e Zaccagni, del suo amore per la Lazio, ma anche di Sarri e della sua seconda avventura a Roma.
Abbiamo visto tutti la tua storia con Mandas e dell’opera che ha realizzato per lui. Prima di arrivare all'incontro, ci racconti in cosa consiste il tuo lavoro?
"Io sono un tatuatore come prima professione, è un percorso che ho iniziato tredici anni fa. È il mio lavoro, però a me piace disegnare anche su pareti, scarpe e quant'altro. Un giorno ho visto un artista americano, lui realizzava le magliette per i giocatori di baseball. Poi ne ha fatta anche una a Messi, però non so se gliel'ha mai portata. E a me è venuta quest'idea, mi sono detto ‘Oh, ne provo a fare una anche io, vediamo un po' se sono in grado".
Il primo a cui l'hai realizzata però è stato Zaccagni.
"Si, il primo è stato lui. È stato un esperimento, perché non sapevo più o meno se potessero andare bene i colori, non sapevo se potesse andare bene la base di gesso che facevo. Stavo sempre con il punto interrogativo, poi fortunatamente ho visto che è andato bene, il colore vedevo che rimaneva, poi l'hanno incorniciata molto bene la maglietta, a livello proprio visivo di impatto con lo sfondo nero è bellissima, secondo me. È come se fosse un oggetto di arredo. Ho visto che è uscita bene con i colori e tutto quanto e ho pensato che potesse essere un secondo hobby. Poi tramite conoscenze gliel'ho portata fuori lo stadio".
Com’è nato invece l’incontro con Mandas?
"Ho un grande amico mio che fa il manager, lui tramite un'altra conoscenza stanno cercando di portare un’altra aquila per sostituire Olympia. Quindi con il fatto che lui conosceva questo mondo e, tra l'altro, con la moglie che è molto amica con Kescara, la ragazza di Christos, mi ha detto ‘Ma perché non lo fai anche a Mandas? Sicuramente gli farà piacere’. E allora ho detto ‘Allora gliela facciamo, poi se voi siete d'accordo, gliela portiamo insieme’. E così è stato. Lui è una persona umilissima, ha detto che questo era il regalo più bello che potessero fargli e che doveva andare a casa per prendere una sua maglia per regalarmela. Si sentiva come in difetto. Si vede che viene da una famiglia molto umile, mi ha fatto proprio piacere. Poi, tra l’altro, sono pure collezionista di magliette; quindi, l'ho portata pure una a Radu, l'ho fatto a Immobile, l'ho fatto a De Vrij a suo tempo. Però diciamo che in questo contesto di queste magliette fatte così a tempera le ho realizzate solo a Zaccagni e Mandas attualmente. È una persona umilissima, viene da una buona famiglia. Per dire, eravamo all'Olgiata, abbiamo preso una Coca-Cola, il caffè, e un gelato, e quando lui è andato a prendermi la maglietta, il mio amico è andato lì per pagare. Quando lui ha saputo che aveva pagato il mio amico, non so quante volte gli ha detto grazie, per una Coca-Cola! E lì capisci i valori".
Da dove nasce la tua passione per la Lazio?
"Nasce da mio padre, ma tutta la famiglia è laziale, andavo allo stadio con lui. Ci ho fatto il primo tatuaggio, ci ho dedicato mezza schiena. Sono un tifoso a livelli brutti proprio, per dire quando stavamo andando in Serie B per il calcio scommesse io stavo proprio male male. Noi laziali siamo abituati a soffrire, non c'è stata una partita in cui sei tranquillo".
Il laziale ha la pelle dura.
"Bravo, esatto, ci facciamo la corteccia. Noi siamo forti, va bene così".
E a proposito di pelle dura, di sofferenza. La Lazio sta vivendo una situazione difficile, come stai vivendo questa estate particolare?
"L'anno scorso, come gli altri anni, passavo sempre sul sito vostro, vedevo sempre qualche aggiornamento, sperando che ci potesse essere qualche acquisto. Quest'anno purtroppo si sa che è così, soffriamo tutti quanti insieme, perché purtroppo ci è scapitata questa ‘sciagura’. Come ci siamo entrati bisogna uscirne. Negli undici la Lazio, secondo me, con una competizione potrebbe dire la sua. Come già Sarri al Napoli che, secondo me, ce ne aveva dodici, con la differenza che noi un Hamsik non ce l'abbiamo, perché a noi serve un Hamsik che segni. Poi comunque è un grande allenatore, non dimentichiamolo, e cerchiamo di trovare il positivo in queste situazioni, quando purtroppo chi ci gestisce non ha saputo tenere in alto la fede che portiamo. Nel bene e nel male sempre Forza Lazio, soprattutto quando le cose vanno male".
Cosa ti aspetti dal ritorno di Sarri e come pensi potrà andare questa stagione?
"Lui è l'unico che può provare a far alzare il livello a questa squadra. L’ultimo periodo, l’ultimo anno che fece con noi, la Lazio non tirava in porta dicevano, ma è perché chiaramente remavano contro Sarri per qualche motivo che noi non sappiamo. Ma non ci dimentichiamo che noi a Lazio-Milan abbiamo visto la partita migliore della Lazio da quando io sono tifoso. Secondo me quella è la Lazio vera, il Sarrismo è quello. Poi è l'unico che può valorizzare Dele-Bashiru, il nostro Hamsik potrebbe essere proprio lui".
Sul dualismo Provedel – Mandas?
"Sarò di parte, però io spero che prenda il posto Mandas, perché poi tra l'altro mi ha confidato che lui è arrivato grazie a Sarri. Giocava in Grecia, hanno pareggiato 1-1 contro la Fiorentina e ha mi detto che la Fiorentina stava per iniziare il campionato; quindi, hanno giocato con gli undici titolari. A vedere la partita c’era un uomo di Sarri che era andato a vedere proprio Mandas, e da lì poi l'hanno preso, perché la partita è finita 1-1 e comunque ha fatto belle parate. Secondo me Mandas è più forte di Provedel. La sicurezza che ha Mandas con i piedi in Serie A non lo so in quanti ce l'hanno. Poi lui ha esordito contro la Roma quando Provedel aveva la febbre con la partita di Coppa Italia e l'immagine che io ho raffigurato era proprio quella di lui e la ragazza che l'aveva abbracciato per congratularsi dell'esordio. Quindi per loro è una cosa abbastanza importante, però l'amico mio lo sapeva, mi ha detto ‘Mattì, vuoi fare una cosa? Usa una foto di loro due’. Che poi da quello che ho capito, lui gli hai chiesto pure di sposarsi. Gli abbiamo fatto gli auguri, si sposeranno in Grecia".
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