Il sarrismo contro l’Inter ha cambiato ufficialmente pelle

Bel calcio sì, passando però dalla solidità difensiva e dai cambi in corsa
Chiamatelo se volete sarrismo 2.0, il nuovo credo calcistico dell’allenatore della Lazio, che contro l’Inter ha dato risposte più che positive; Sarri ha mostrato un gioco corale di qualità e intensità. Sono bastati solidità difensiva – la fortissima Lu-La è stata fermata come se nulla fosse dal duo Patric-Romagnoli – e cambi di spessore in corsa (l’inserimento di Pedro e Luis Alberto ha stravolto completamente la trama di una partita fino a quel momento piuttosto equilibrata) per restituire quel calcio offensivo professato da parte dell’ex mister di Napoli e Juventus, aggiornato però all’ultima versione disponibile. Dopo massima verticalità, manovra avvolgente e minima cura per la fase di non possesso palla, ecco l’importanza del reparto arretrato e di poter disporre di almeno 15-16 giocatori di livello da utilizzare in qualsiasi occasione. E ora per verificare se il sarrismo 2.0. possa trovare continuità, ci saranno altri esami da superare, come quello contro il Napoli di Spalletti previsto per l’inizio di settembre.
E se la fortuna non abbandonasse i biancocelesti e il suo superstizioso allenatore…
Sarri vista la bellissima partenza della sua Lazio che profuma di alta classifica, possibile anche grazie alle “novità” messe in campo, in questi giorni starà certamente facendo tutti gli scongiuri del caso, essendo un allenatore più che superstizioso, come ha ricordato poco tempo fa in un’intervista l’ex presidente dell’Arezzo Piero Mancini. Ai tempi in cui Maurizio era il mister degli amaranto era solito spargere il sale sia nello spogliatoio sia sul terreno di gioco, oppure indossare una maglietta nera o pantaloncini neri, riti propiziatori che avrebbero dovuto contribuire a far vincere la squadra, che tra l’altro non sono una novità nel calcio e nemmeno in altre discipline, dove anche un agrume portafortuna degli anni ’80-’90 può fare la differenza. Chissà che dopo la grande vittoria contro l’Inter il mister toscano non decida di vestirsi completamente di nero! Perché va bene il sarrismo di nuova generazione con tutte le sue migliorie, ma se la fortuna non smettesse di assistere i biancocelesti allora si potrebbe puntare a qualcosa di più di un posto Champions e, chissà, magari anche a conquistare l’Europa League.
La svolta definitiva passerà gioco forza dall’aspetto mentale
Quando Sarri afferma che questa Lazio può giocarsela contro qualsiasi formazione dice il vero: la qualità della rosa a disposizione lo dimostra, così come godere del lusso di poter schierare a partita in corso due crack come Pedro, pronto a rinnovare il contratto, e Luis Alberto, pronto a riprendersi sulle spalle le Aquile. Grazie alla loro velocità e tecnica sono due grimaldelli in grado di “scassinare” qualsiasi porta avversaria, che solo pochi club possono vantare. I nerazzurri di Milano ne sanno qualcosa, considerando che dopo aver recuperato lo svantaggio iniziale si sono trovati ben presto in balìa delle ripartenze del duo spagnolo. Che poi abbiano perso la partita anche a causa degli strani e inspiegabili cambi di Inzaghi, che ha tolto il migliore in campo, Dumfries, e un peso massimo come Lukaku, poco importa. Quello che invece importa è che la Lazio, per svoltare definitivamente, d’ora in avanti dovrà lavorare sull’aspetto mentale. Detto altrimenti dovrà imparare a ragionare anche e soprattutto quando si troverà in difficoltà, non perdendo fiducia nei propri mezzi. I biancocelesti, non è un mistero, nella loro recente storia sportiva hanno sempre peccato di discontinuità. Ora che Sarri è al suo secondo anno, e dunque conosce bene sia l’ambiente sia i giocatori, i presupposti per ovviare a tale criticità ci sono eccome. Solo così il sarrismo 2.0. diverrà un credo calcistico affidabile a 360°.