Lazio, Filisetti: "Questa squadra mi ha fatto divertire e gridare come un folle"

La Lazio nell'ultima sfida è uscita vincitrice dal Gewiss Stadium di Bergamo, battendo l'Atalanta per due reti a zero. La squadra di Maurizio Sarri ha inscenato uno spettacolo calcistico, capace di far divertire chiunque abbia visto la sfida. Tra coloro che hanno goduto della bella partita dei capitolini c'è il doppio ex Daniele Filisetti, che ai microfoni di Lazio Style Radio ha commentato così la sfida:
"Mi sono divertito tantissimo, ero da solo in casa e gridavo, esultavo, sbraitavo: sembravo un cretino. La Lazio non ha sbagliato niente, neanche un passaggio. Domenica sembrava veramente una squadra di Maurizio Sarri, il vero e proprio Sarrismo. Giocare senza Immobile ha favorito molto di più il fraseggio, non ha concesso punti di riferimento all'Atalanta, soprattutto perché i giocatori davanti erano tutti molto tecnici e i difensori facevano difficoltà a marcarli. Poi non puoi rinunciare a un giocatore da trenta gol all'anno. Era da tre o quattro anni che non vedevo l'Atalanta così tanto in difficoltà. Sarri personaggio? Mi è sempre piaciuto, lui riesce a far giocare calciatori individualisti in maniera collettiva, gli fa capire che in quella maniera rendono molto meglio. L'unico con cui ha avuto difficoltà è Cristiano Ronaldo, ma quello è un caso a parte. Da ex giocatore domenica mi veniva da pensare quanto sarebbe stato bello scendere in campo con una squadra così, poi magari non sarei stato in grado, ma mi sarebbe piaciuto.
CALCIO EUROPEO - "Perché in Europa si fa questa difficoltà? Perché noi corriamo male e la metà, in Europa il pallone viaggia dieci volte più veloce, al contrario dell'Italia. Penso sia un problema che nasca dai settori giovanili, ci sono molti ragazzi bravi, ma non corrono, non hanno questo tipo di movimento. Secondo me quando si lavora con i ragazzi bisogno iniziare a guardare più i risultati futuri, rispetto a quelli immediati. E' meglio perdere qualche partita in più, ma iniziare a mettere in testa ai giovani il modo di giocare della Prima Squadra, mentre in realtà ogni allenatore mette la proprio impronta e quando il ragazzo fa il salto, si trova spaesato e ricomincia da zero".