Lazio, Wilson: "In Inzaghi rivedo qualcosa di Maestrelli"

La Lazio viaggia a ritmi incredibili, rovesciando qualsiasi pronostico avanzato a inizio stagione. Come riporta l'odierna rassegna stampa di Radiosei, anche Pino Wilson, ex capitano biancoceleste, si è soffermato a parlare dello straordinario momento del club capitolino. Ha ammesso di piangere spesso per la Lazio, e di essere orgoglioso quando viene chiamato "Capitano". Il suo attaccamento a questa squadra, continua, è un segno di riconoscenza. Il motivo di emozioni così forti è dovuto alla storia incredibile di una compagine che a volte fa soffrire, a volte fa gioire. E poi non poteva mancare il ricordo di personaggi storici da poco scomparsi, come Facco e Pulici. La Lazio, confessa Pino Wilson, gli ha dato una nuova vita, la possibilità di avere una famiglia. A 11 anni, arrivato a Roma da Napoli, era andato a vedere una partita dei biancocelesti insieme allo zio: dopo 13 anni indossava la casacca della Lazio sul prato verde dell'Olimpico. Lo storico numero 4 che portava sulla schiena, racconta, glielo ha dato Tommaso Maestrelli e gli è rimasto attaccato addosso. Pino Wilson si commuove al solo nome appena pronunciato: "Maestrelli non so nemmeno cosa sia stato per me. Dico che è stato tutto". Non poteva mancare un riferimento allo storico Scudetto del 1974: "Sarò di parte, ma la nostra Lazio non è paragonabile a nessun'altra squadra italiana. Il nostro Scudetto è un miracolo incomparabile". Wilson, continua, nota una certa somiglianza tra la lazialità di Inzaghi e quella di Maestrelli. Questo per via del rapporto che il mister piacentino ha instaurato con i giocatori. Con un'unica differenza: "Tommaso era una figura fraterna, Simone fraterna. E questa Lazio può dare fastidio alla Juventus. Ero a Brescia, mi ha fatto tornare in trasferta".