Roma / Il 10 ottobre la Marcia della Liberazione: dai vip al sindacato dei vigili in piazza

07.10.2020 12:29 di  Redazione Cronaca - LLSN   vedi letture
Roma / Il 10 ottobre la Marcia della Liberazione: dai vip al sindacato dei vigili in piazza

È programmata per il 10 ottobre a Roma la Marcia della Liberazione. In piazza scenderanno vip, persone comuni e anche il sindacato dei vigili urbani (Coordinamento  Romano della UGL Polizia Locale e la Segreteria Provinciale di Roma della Ugl Autonomie). La marcia ha un obiettivo ben specifico, con obiettivi ben chiari: fine del neoliberismo, applicare la Costituzione del 1948, via il governo Conte e nuove elezioni subito, una profonda svolta contro un governo schiavo dell'Europa e dell'alta finanza.

DIECI COMANDAMENTI - Sono dieci in particolare le richieste dei "sovranisti" pronti a scendere in piazza e consultabili sul sito web aperto ad hoc, www.marciadellaliberazione.it. Si va dall'aumento dei salari al reddito per disoccupati minimo a 1.000 euro, dalla moneta sovrana in uno stato sovrano, fino alla sanità pubblica con libertà di scelta terapeutica. 

VIP E POLITICI IN PIAZZA - Da filosofi a politici, fino a personaggi del cinema e del teatro. In piazza ci saranno diverse personalità famose. Non Enrico Montesano, che a distanza ha comunque sostenuto la marcia: "Non sarò in piazza ma sostengo l'iniziativa e condivido in pieno i dieci punti della Marcia per la liberazione, bisogna partecipare numerosi. Se non riuscissimo a ottenere qualcosa con queste belle manifestazioni vuol dire che pacificamente dovremmo iniziare a fare un po' di disobbedienza civile, pacifica senza molotov".

IL SINDACATO DEI VIGILI - A far scalpore, come già detto, sarà soprattutto la presenza del sindacato dei vigili urbani. Eccolo allora il comunicato inerente alla partecipazione a Roma sabato 10 ottobre a San Giovanni: "Siamo stati i primi, come sindacato P.L. UGL nel Marzo scorso, a mettere da parte il nostro stesso istinto di conservazione e sospendere ogni tipo di rivendicazione sindacale fino alla fine dello stato d'emergenza. Allora non si sapeva molto del Covid 19 ed il virus ci veniva presentato potenzialmente pericoloso come un'epidemia di Ebola o di Vaiolo. Nonostante i timori abbiamo continuato a svolgere il nostro servizio, in città paralizzate dalla paura, anche in imbarazzante mancanza di idonei dispositivi di protezione, dissuadendo e reprimendo, anche duramente, cittadini giá provati da profonda crisi economica e sociale, dall'inottemperanza al rispetto delle regole dei DPCM. Oggi, pur senza sottovalutare, né minimizzare la pericolosità di una forma influenzale particolarmente aggressiva, riteniamo però come la stessa non possa, né debba essere gestita con continue reiterate quotidiane rinunce ai diritti di libertá, della persona e dei lavoratori od, ancor peggio, con l'introduzione di nuove regole difficilmente comprensibili a suon di pesanti sanzioni. L' "emergenza" non deve assumere il rischio di costituire alibi per l'incapacità di gestione del quotidiano e, pur senza voler abdicare ai doveri di chi veste un'uniforme, intendiamo manifestare in modo pacifico il nostro dissenso".