Lazio, "I derby della gloria": Recanatesi presenta il suo ultimo libro

23.01.2020 12:15 di Valerio De Benedetti Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio, "I derby della gloria": Recanatesi presenta il suo ultimo libro

Tanti ospiti d'eccezione ma soprattutto tanta lazialità. Al Circolo Canottieri Lazio, va in scena la presentazione del libro "I derby della gloria", l'ultimo scritto di Franco Recanatesi. “Questo è un grande racconto", esordisce l'autore del libro. "Parte con il derby del 1929, il primo della storia con la Roma nata da poco, e si conclude col pareggio dei quattro pali di questo girone d’andata, con arbitro e sfortuna che hanno impedito alla Lazio di vincere. Il derby è una storia che non finisce mai, tra una decina d’anni magari ci sarà una seconda edizione di questa libro. Forse fatta da qualcun altro (ride ndr).

Il video messaggio di DI CANIO - “Ciao Franco, sono contento che la tua creatura venga alla luce e spero che abbia un grande successo. È un onore aver dato il mio piccolo contributo per il tuo lavoro. Mi dispiace non essere lì, ma sono a Londra. Un saluto a tutti, Paolo Di Canio”.

MAURI - “Ho avuto la possibilità di giocarne tanti, ho vinto e perso. Quello più importante l’abbiamo vinto e di questo sono contento. Domenica ce ne sarà un altro, speriamo vada come deve andare”.

GIORDANO - "Il derby col mio gol decisivo? Indelebile. Ma non l’ho vinto io, bensì Pulici. Con un portiere normale avremmo perso 4 o 5 a 1. Quel giorno Felice parò anche le mosche, vincemmo 1-0. I derby appartengono alla storia di Roma, non sono partite. È la storia della città. Ci si fanno i libri, ci sono aneddoti. Per altre partite non accade, anche se sono più importanti. Il mio ultimo derby invece l’ho vissuto male, segnai ma sapevo già di andare via. Ne ho fatti tanti anche nel settore giovanile, anche lì feci un paio di gol non male. La Roma quando ero ragazzo mi cercò subito dopo la Lazio, mi proposero la fascia da capitano e un motorino. Dissi di no perché avevo dato la mia parola alla Lazio. Ce l’avevo già dentro le vene”.

DELIO ROSSI - “Difficile parlare dopo Oddi e Giordano, loro l’hanno vissuto da laziali e romani. Sicuramente così è più sentito. Io sono arrivato a Roma in un momento particolare, un periodo di contestazione nei confronti della società che veniva dopo i fasti di Cragnotti. Ero un signor nessuno, al mio arrivo mi dissero solo del derby. “Per noi è tutto”, esclamarono. E io questo non l’ho mai dimenticato. Ne ho giocati diversi, sempre da sfavorito. Adesso magari la situazione è diversa, ma allora la Roma era più forte. Il tuffo nella fontana? Andavo da Suor Paola tutti i giovedì con mia moglie, volevamo adottare un altro figlio. Lei mi disse “se vinciamo, mi tuffo in una fontana”. Risposi: “Se ci vai tu, lo faccio anche io”. Era una scommessa tra me e lei. Solo che c’erano anche altre persone e oggi ho saputo chi s’è venduto la notizia. Era un fatto privato tra me e lei. Il derby di domenica? Il derby di Roma è diverso dagli altri. Sapendo che non dà soltanto 3 punti. Se lo vinci stai bene fino al ritorno, se perdi il secondo devi aspettare l’anno dopo per rigiocarlo. Questo derby forse mi mette un po’ paura, sulla carta siamo più forti e arriviamo favoriti. C’è stata un’escalation. Ma questa partita sfugge alle regole. Basti vedere la partita in Coppa Italia: la Lazio è andata sotto dopo 1 minuto a Napoli ed è cambiato tutto. Non vorrei che ci fosse un atto di presunzione, mi farebbe piacere che la Lazio manifestasse la sua superiorità in campo senza giocare con sufficienza. Che giochi per dimostrare di essere più forte della Roma”.