ESCLUSIVA - Materazzi: "Lanciai Inzaghi a Piacenza, oggi è un mio successore alla Lazio"

Pubblicato il 4 aprile alle ore 17.58
05.04.2016 07:15 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi / Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Materazzi: "Lanciai Inzaghi a Piacenza, oggi è un mio successore alla Lazio"
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© foto di Federico Gaetano

Un ragazzino con una voglia matta di gonfiare la rete. Anni ventidue, fratello della stella della Juventus, la determinazione di dimostrare le sue qualità nel duro confronto con Pippo. Stagione 1998-99, la rivelazione del girone d'andata è il Piacenza di Giuseppe Materazzi. Una squadra composta interamente da giocatori italiani, alcuni giovani di qualità, un paio di talenti ritrovati (leggi Giovanni Stroppa, ndr) e un attaccante rientrato dal prestito al Brescello. Simone Inzaghi apre la stagione con il primo squillo contro la Lazio, la chiude con 15 reti. Un exploit sensazionale che gli vale il trasferimento in biancoceleste per 30 miliardi di lire. L'Aquila nel destino. "Non avrei mai pensato che sarebbe diventato il mio successore sulla panchina della Lazio" - commenta divertito Giuseppe Materazzi, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.

Partiamo dal derby. Una sconfitta netta, una Lazio mai in partita. È uno dei punti più bassi della gestione Lotito? "La Lazio dopo il 2-0 ha avuto le sue occasioni, ha accorciato le distanze, ha sfiorato il pareggio. Secondo me stava giocando bene. Anche la difesa si è comportata bene, è stata ingenua solo sul gol di El Shaarawy ed è rimasta spiazzata su un pallone in diagonale. Mi sono meravigliato degli ultimi due gol, arrivati da tiri da media-lunga distanza. Due gol così ti ammazzano, ma la squadra nel complesso non mi era dispiaciuta. Nel secondo tempo la Lazio ha avuto più palleggio, ma forse ho visto un'altra partita (ride, ndr)".

L'allenatore, come spesso accade, paga per tutti. Eppure il suo bilancio con la Lazio, sia in termini di risultati che di gioco espresso, è tra i più produttivi degli ultimi dieci anni. "La società, forse anche per rispetto dei tifosi, ha preso dei provvedimenti. Purtroppo in questi casi è sempre l'allenatore a pagare. Sia Pioli che Inzaghi sono due ottimi allenatori, il secondo lo dimostrerà sicuramente in questo frangente. Paga sempre l'allenatore, è la legge del calcio, è normale che dopo una sconfitta del genere in un derby possa finire così. Si è parlato tanto di Pioli, lui è sempre lo stesso dell'anno scorso. Un pizzico di sfortuna con i vari infortuni, alcuni giocatori fuori forma, quando si va in confusione anche l'allenatore può commettere qualche errore. Non vedo però grosse colpe da imputare a Pioli, la società a gennaio doveva fare qualcosa in più per potenziare questa rosa. Hanno preso tanti giovani e alla fine ha pagato l'allenatore".

A proposito di Inzaghi. Nella stagione 1998-99 fu la vera rivelazione del suo Piacenza, oggi ha la sua prima grande opportunità da allenatore. Se lo sarebbe mai aspettato? "Lui rientrava da un prestito a Brescello, avevamo prelevato Rizzitelli dal Bayern Monaco. In una partita casalinga contro la Lazio, Rizzitelli andò in panchina e Inzaghi scese in campo firmando la rete dell'1-1. In quel momento lì non avrei mai pensato che sarebbe diventato il mio successore sulla panchina della Lazio. Sono dispiaciuto per un bravo professionista come Stefano Pioli, ma faccio un grande in bocca al lupo a Simone Inzaghi che cercherà di fare il massimo. La società si aspetta risposte importanti dai giocatori, credo anche lo stesso Pioli che ha creduto tanto in questo gruppo".

Batosta nel derby, il ritiro, l'ombra di allenatore importanti. Per un giovane allenatore in rampa di lancio non è il contesto ideale. "Ora come ora il mercato allenatori impazzerà in casa Lazio. Meno male che Mourinho è già accasato, altrimenti avrebbero chiamato in causa anche lui se fosse sceso a miti pretese (ride, ndr). Penso che la società pensi a risolvere questa situazione e che non abbia idea di chi andare a cercare come allenatore. Il ritiro può andare bene. Io ci andai il primo anno con la Lazio, proprio a Norcia, sono un estimatore. Staranno bene, faranno gruppo. Non deve essere preso come una punizione, ma come un ritrovarsi, meglio farlo lì. I tifosi della Lazio sono inviperiti e i tifosi della Roma fanno i segni delle quattro dita, non tutto il male viene per nuocere".

 

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