1 Maggio 1983: Quando un agguato al pullman dell'Inter costò caro alla Juventus... A Roma invece tutto tace

20.01.2011 16:34 di  Marco Valerio Bava   vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it
1 Maggio 1983: Quando un agguato al pullman dell'Inter costò caro alla Juventus... A Roma invece tutto tace

La Lazio è una società, lo sappiamo tutti, che non ha mai goduto di una stampa amica. Anche oggi, faceva un po’ effetto aprire i quotidiani sportivi e non, e trovare la notizia dell’agguato al pullman biancoceleste solo dopo aver sfogliato pagine e pagine. Parliamo di un agguato in piena regola, un’azione sciagurata che poteva costare carissimo al team manager Maurizio Manzini, un pezzo di storia vivente della Lazio. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo, se il vetro non avesse tenuto e fosse crollato, si poteva davvero arrivare alla tragedia. Ma tutto questo non fa notizia. La Roma non subirà nessuna conseguenza, i tifosi della Roma nessuna limitazione. Chissà se a parti invertite ci sarebbe stato un tale silenzio riguardo l’accaduto. Pensare poi che oggi c’era chi nell’etere romanista ironizzava su quanto avvenuto rattrista, per non dire altro. C’è un precedente però molto simile. Un precedente che risale al 1 Maggio del 1983. Siamo al tredicesimo turno di ritorno della stagione 1982-1983, l’Inter va a far visita alla Juventus a Torino.Mentre il pullman nerazzurro si avvicina allo stadio della Vecchia Signora, un tifoso juventino scaglia un mattone contro il bus dell’Inter, ferendo il calciatore Marini. La partita,arbitrata dal signor Barbaresco, si gioca e finisce 3-3, le reti sono di Altobelli, Oriali e Muller per l’Inter, una doppietta di Platini e Bettega sancirono la rimonta per la Juve. Nulla di strano, o meglio nulla di diverso da quanto accaduto ieri, all'apparenza. No invece, la cosa cambia eccome, perché il giudice sportivo punisce severamente la Juventus infliggendole la sconfitta per 0-2 a tavolino, proprio per quel mattone che aveva colpito l’interista Marini. Una punizione esemplare, per un gesto sconsiderato. Una punizione che servì per dissuadere altre follie simili. Ma Roma è una città particolare, dove stampa e opinione sono troppo spesso a tinte giallorosse per tentare di ammettere che l’episodio di ieri meriterebbe una condanna esemplare, affinché la prossima volta non si debba commentare qualcosa di ancora più grave.

Altri episodi sgradevoli, sono avvenuti durante il minuto di silenzio per commemorare il militare Italiano caduto in Afghanistan: un gruppo di circa cento persone assiepate in tribuna Monte Mario ha intonato il coro "Lazio M***a". Mentre ancora più grave, uno sparuto gruppo in curva sud, sempre durante il minuto di silenzio, si è distinto per aver cantato le prime strofe del becero coro inneggiante al 28 ottobre, data in cui morì il nostro Vincenzo Paparelli.