La Lazio sconta la solitudine dei numeri primi: la Lazio rende di più se Klose gioca con un partner d'attacco

20.03.2012 08:21 di  Stefano Fiori   vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
La Lazio sconta la solitudine dei numeri primi: la Lazio rende di più se Klose gioca con un partner d'attacco
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© foto di Federico Gaetano

L'invocazione di molti tifosi e addetti ai lavori a giocare con le due punte deve essere giunta alle orecchie di Edy Reja, se è vero che contro il Cagliari la Lazio potrebbe scendere in campo con il 4-3-1-2. Un modulo che, senza bisogno di grossa memoria, ha permesso alla squadra biancoceleste di ottenere i risultati migliori in questa stagione, come sottolineano sia la Gazzetta dello Sport che il Corriere dello Sport. In questo campionato la Lazio è stata schierata con le due punte in 16 occasioni, nelle quali ha conquistato 34 punti, che corrispondono a una media di 2,125 punti a partita. Con il 4-3-2-1, modulo utilizzato dal tecnico friulano in 8 incontri, i punti conseguiti dalla formazione capitolina sono stati solamente 13, una cifra che fa scendere la media a 1,625 punti a partita. Domenica con il Catania e nel turno precedente con il Bologna, la sensazione che gli undici di Reja facessero fatica a proporsi concretamente in avanti è stata netta (fatta salva l'inferiorità numerica occorsa nel match contro gli emiliani). Le difficoltà di presentarsi nell'area avversaria in maniera consistente, tuttavia, era stata già avvertita in precedenza, in tempi non sospetti: non sono pochi quanti, pure in occasione del derby vinto contro la Roma, avevano lamentato il fatto che una Lazio leggermente più sbilanciata in avanti avrebbe avuto molte più occasioni per bucare la porta di una formazione giallorossa costretta a giocare in dieci fin dalle prime battute dell'incontro. Nel post-partita di Catania, il tecnico biancoceleste ha mostrato dei dubbi sul fatto che una Lazio a due punte avrebbe fatto meglio: "Sì, forse avremmo creato qualche occasione in più, ma poi avremmo perso equilibrio in mezzo al campo". In vista della sfida contro il Cagliari, però, lo stesso Reja ha ammesso che ora "non si può più sbagliare, dobbiamo solo vincere", che tradotto in modulo fa propendere nettamente per la soluzione con due attaccanti di ruolo.
A suffragio del ritorno alle due punte, si presenta sotto la lente d'ingrandimento un altro dato: Miroslav Klose rende di più con un partner d'attacco rispetto a quando ha sulle sue spalle tutto il peso dell'attacco. Nelle ultime sette partite di campionato, il bomber tedesco ha messo a segno una sola rete, il 26 febbraio contro la Fiorentina. Un rendimento che si scontra contro quello che ha contraddistinto la precedente parte di stagione del nazionale tedesco, abituato a viaggiare su medie gol più importanti. Klose sembra vivere quindi una sorta di solitudine dei numeri primi, cui Reja potrebbe porre rimedio già dal match di domenica contro la formazione sarda. A disposizione del tecnico goriziano ci sono Tommaso Rocchi, ristabilitosi dopo l'infortunio, Emiliano Alfaro e Libor Kozak. Se ad avere più possibilità di affiancare Klose è sicuramente il capitano biancoceleste, non è un mistero che sia la torre ceca a stuzzicare l'idea che molti nutrono: vedere in campo contemporaneamente due attaccanti pesanti, ovvero la coppia Klose-Kozak, almeno come variante del modulo di partenza. Numericamente, quindi, le scelte in attacco per tornare al 4-3-1-2 ci sono, anche se va detto che Reja non ha mai potuto veramente contare su questa quantità di soluzioni: Capitan Rocchi è stato fermato spesso da guai fisici, lo stesso Kozak ha scontato noie muscolari e Alfaro ha iniziato da poco il rodaggio nei meccanismi della squadra. A ciò si aggiungano le partenze di Djibril Cisse e di Giuseppe Sculli, che hanno sguarnito il pacchetto avanzato senza essere adeguatamente rimpiazzati. In ogni caso, ora si prospetta per la Lazio un rush finale in cui serviranno i nervi d'acciaio e, soprattutto, gol pesanti. Klose, si sa, è l'uomo giusto per garantirli e il modo migliore per metterlo nelle condizioni di fare male agli avversari sembra proprio quello di affiancargli un compagno d'attacco.