Lazio, Valerio Spina presenta Diluvio e Delirio: "Un libro sullo Scudetto più incredibile di sempre"

ESCLUSIVA LALAZIOSIAMONOI.IT - Di seguito l'intervista a Valerio Spina, giornalista di Sky e grande tifoso laziale, che con il suo collega Manuele Baiocchini ha realizzato un libro sullo storico Scudetto del 2000
02.05.2025 17:00 di  Chiara Scatena  Twitter:    vedi letture
Lazio, Valerio Spina presenta Diluvio e Delirio: "Un libro sullo Scudetto più incredibile di sempre"

Mancano pochi giorni al venticinquesimo anniversario del secondo Scudetto della Lazio. Le storie riguardanti quel famoso 14 maggio 2000 sono infinite, ma mai nessuno aveva pensato di inserirle in un libro dedicato. Questa è stata l'idea di Valerio Spina e Manuele Baiocchini, giornalisti di Sky dal cuore biancoceleste, e in pochi mesi è nato "Diluvio e Delirio", in uscita oggi 2 maggio. La presentazione sarà prima a Formello, il 13 maggio alle 12.00, poi alle 18.30 si sposterà al Circolo Canottieri Lazio e sarà aperta a tutti: saranno presenti anche Riccardo Cucchi, che ha curato la prefazione, e diversi giocatori della Lazio del passato e del presente.

Come ci ha raccontato Valerio Spina in esclusiva, e come suggerisce il titolo scelto, il manoscritto è "una fotografia del 14 maggio 2000: diluvio a Perugia e delirio a Roma. È il mix del titolo che rende l’idea della storia dello Scudetto più incredibile di sempre. Se ci pensiamo, una storia come quella della Lazio del 2000 è irripetibile e inimmaginabile".

Nel libro si va a fondo su questioni più o meno conosciute: "Volevamo scoprire qualche scaramuccia, qualche retroscena, qualcosa che non si sapesse già di quella Lazio. Ce ne sono tante di conosciute, come le discussioni tra Couto e Simeone in allenamento, il “fumantino” Mancini, il “capitano timidone” Nesta… Ognuno ha la sua storia da raccontare". 

Ci sono aneddoti da parte di ex giocatori o membri dello staff?

"Sono storie ricostruite sentendo giocatori e tutti coloro che gravitavano attorno a quella Lazio. Non solo i campioni, ma anche chi si affacciava in prima squadra in quel momento, membri dello staff, magazzinieri, medici, dirigenti, ufficio stampa. Abbiamo fatto il giro del mondo di quella Lazio"

Quando vi è venuta l’idea di volerla raccontare?

"Ci pensavo da qualche anno, ma volevamo aspettare che ci fosse una data significativa. E quale migliore del 25esimo anniversario, nell’anno del Giubileo? Ci sembrava giusto aspettare una ricorrenza. Ci sono stati i 120 anni, quando la Lazio lottava per lo Scudetto, ma c’era il covid. L’idea è nata quest’estate da una telefonata di fine vacanze e abbiamo detto «Dobbiamo far qualcosa per i 25 anni di quello Scudetto». Inizialmente avevamo pensato ad un documentario, lavorando a Sky la tv è il nostro mondo, però sarebbe stato divertente mettersi in gioco e provare a raccontare in un libro quella storia. Inizialmente non è stato semplice, ma una volta partiti è venuto tutto naturale"

Quanto è durata la fase di ricerca e costruzione del libro?

"È stato tutto breve. L’idea è nata in estate, ma fra vari impegni abbiamo iniziato a lavorarci seriamente a metà dicembre, quando si è concretizzata l’idea di poterlo realizzare. Ringrazio Cairo e la Lazio, che ha collaborato con noi".

Sono passati ormai 25 anni da quello storico trionfo e molti laziali, essendo giovani, non hanno avuto modo di viverlo o non lo ricordano: puoi raccontarci che atmosfera tra i tifosi durante in quel momento?

"Quel giorno ero in curva, ricordo ogni attimo di quella giornata come se fosse l’altro ieri. Ti racconto la mia storia personale. All’epoca non c’erano telefonini e il classico tam tam che avvisava su cosa accadeva dall’altra parte. Finisce la partita a Roma, ma bisognava aspettare tutto il secondo tempo di Perugia... e che fai? La partita non la puoi vedere, allo stadio non c’erano maxischermi che la trasmettevano. Neanche il tempo di realizzare che avesse segnato Calori e tutti i tifosi si sono riversati in campo, anche gente che veniva da fuori e che non era presente allo stadio. Nessuno ci credeva, nessuno se lo aspettava. Io, invece, ho fatto tutto il secondo tempo fermo immobile al mio posto, prima e dopo il gol: ho aspettato in lacrime che finisse la partita. Sono ricordi che difficilmente riusciremo a cancellare.

La Juventus del 2000 è l’unica squadra nell’era dei tre punti ad aver perso lo scudetto nonostante il vantaggio a 3 giornate dalla fine. Per chi l’ha vissuto, il libro serve a ricordare quegli attimi; per chi non c’era è un modo di conoscere e vivere quei campioni, nella speranza che prima o poi tornerà un 14 maggio".

In che modo quella Lazio si distingueva dalle altre squadre dell’epoca?

"Era una squadra incredibile. Ciò che noi ora vediamo con il Real Madrid, il Barcellona… noi eravamo come loro. Ricordo che la Lazio andò a giocare una partita a Madrid e Marca, un giornale spagnolo, titolò “El partido más rico del mondo”, ossia “La partita più ricca del mondo”. All’epoca la Lazio era il Real Madrid. È complicato capirlo per chi non ha vissuto quegli anni: campagne acquisti incredibili, campioni che arrivavano, Cragnotti era una sorta di sceicco. Molti di quei giocatori sono diventati allenatori incredibili: era una squadra che aveva qualcosa in più sia a livello tecnico che che a livello mentale. Era una squadra con 7/8 allenatori in campo. Solo Eriksson sarebbe riuscito a tenere insieme una squadra del genere. Sono stati gli anni calcistici più belli della nostra vita".

Ce lo fai qualche spoiler?

"Non faccio nomi, però rispetto a ciò che ci aspettavamo abbiamo capito che le storie più belle sono arrivate da chi era “marginale” in quella squadra. È più facile trovare informazioni interessanti da persone che hanno vissuto tutto dall’esterno, che hanno osservato tanto. Una cosa divertente che abbiamo fatto è stata ricostruire lo spogliatoio com’era, chi era vicino a chi: solo due o tre si ricordavano i vicini di posto".

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