Riaperture | Draghi, un gol da numero 9: il tiro che ha sconfitto Speranza e Brusaferro

Si è riaperto, il Ministro della Salute Speranza ha ceduto, addirittura anche sugli sport di contatto. Ma come si è arrivati a tutto ciò? Veramente i meriti sono di Salvini? Tutti suoi? Assolutamente no, anzi all'interno della Lega il pressing maggiore, quasi asfissiante, è arrivato soprattutto da Giorgetti e Zaia. Il regista dietro le riaperture però è solo uno, che ha saputo abilmente muovere i fili della parte politica del proprio Governo: Mario Draghi.
Il Presidente del Consiglio, che come "discontinuità" da quello Conte aveva già fatto intravedere una strategia volta non ai ristori, bensì agli investimenti. Un tassello che andava inserito in un contesto però di "rottura" con una politica impaurita dal virus. Il rischio "calcolato" è questo e Draghi spera che gli italiani abbiano capito come tornare indietro rappresenterebbe per lo stesso premier un colpo "basso" alle sue aspettative di ripartenza e rimbalzo del pil.
Speranza ha ceduto, e con lui il portavoce del Cts Brusaferro che voleva le riaperture a partire dal 15 maggio, con modalità molto più scaglionate e con estrema cautela. Draghi, sostenuto invece dal presidente del Consiglio superiore di Sanità, Locatelli, ha puntato tutto sulle evidenze scientifiche, ad esempio, della sopravvivenza del virus all'aperto. La stoccata decisiva, che ha "piegato" l'ala rigorista, è arrivata nel confronto Cdm-Cts qnel momento in cui Brusaferro, coadiuvato da Speranza, voleva aprire agli sport all'aperto, ma non a quelli da contatto. La risposta di Draghi, braccia spalancate e sorriso sul volto, è stata: "Che facciamo, ci mettiamo a fare distinzioni fra golf e calcetto?". E a quel punto, maglia numero 9 sulle spalle, Draghi ha segnato il gol del via libera.