Centinaia di tifosi per ricordare Long John... Stefano Re Cecconi: "Fa parte della mia storia, per lui e mio padre Lazio bene supremo". Rocchi: "Ritirare la maglia numero nove? Per me non è un problema" - FOTO e VIDEO
Pubblicato alle 19 del 4 aprile

Quanto amore riesce a dare un popolo, quanto amore può dispensare il tifoso. Lo potrà vedere, da lassù, Long John. Potrà vedere quanta gente è accorsa alla Chiesa del Cristo Re per tributargli un saluto carico di affetto e commozione. E' iniziata alle 19 la messa per ricordare Giorgio Chinaglia, ma la gente ha cominciati ad arrivare già un'ora prima. 2000 persone, magliette della Lazio del '74, sciarpe, si tinge di biancoceleste il viale, uno striscione recita: "Giorgio Chinaglia leggendaria emozione che non muore mai" e poi e il coro: "Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia". Ex compagni come Pino Wilson e Giancarlo Oddi, Pulici, Governato, Piscedda, D'Amico, che versano lacrime, giornalisti che lo hanno conosciuto, Cristiano e Giorgio Sandri. Tommaso Rocchi, Stefano Mauri, Maurizio Manzini, Stefano De Martino, c'è anche la Lazio di oggi. Presente anche il capitano della formazione Primavera Luca Crescenzi. C'è tutto, c'è Long John.
AGGIORNAMENTO 20.24 - Ai microfoni di Radiosei parla anche un emozionato Giancarlo Oddi: "Quello che ha fatto Giorgio non lo ha fatto nessuno, è giusto che ci sia cosi tanta gente a commerare la sua scomparsa.Quello che dava in campo Giorgio non lo dava nessuno ".
AGGIORNAMENTO 20.19 - Al termine della celebrazione dedicata a Giorgio Chinaglia ha parlato il capitano della Lazio Tommaso Rocchi. “Ritirare la maglia numero nove? Per me non è un problema. E’ stato molto emozionante ricordare Giorgio attraverso i suoi compagni, erano veramente molto legati tra di loro”. Sabato all’Olimpico arriva il Napoli: “Vogliamo vincere per dedicare la vittoria a Giorgio”.
AGGIORNAMENTO 19.11 - Pietro Pasquetti, giornalista del TG3 ai microfoni di Radiosei: "Ho un ricordo personale di Chinaglia nel 74 avevo 20 anni, e devo la mia lazialità a mio padre e mio zio, da tifoso mi ricordo tutto di Giorgio Chinaglia. Ho anche un ricordo di Chinaglia da dirigente. L'ho intervistato prima della partenza di Birmingham, lui era un pò titubante ma io gli ho detto tu sei il bomber del 74, porti bene. E facemmo l'intervista. Ho un ricordo di un grande giocatore, che ha fatto grande la Lazio. Prima di Giorgio, la Lazio era una Coppa Italia, e Silvio Piola. Giorgio ha fatto uscire i laziali dalle catacombe, orgogliosi di quella maglia e di quell'amore. Come si ricorderà il Barcellona di Messi, il Milan di Rivera, l'Inter di Mazzola, noi racconteremo la Lazio di Chinaglia. Ce lo porteremo nel cuore, chi crede sa che lo ritroverà, se su c'è una squadra Giorgio in quell'11 lo trova. Giorgio se ha fatto errori li deve alla sua grande bontà, la sua ingenuità. Una persona dal grande carisma, forza interiore, la sua grinta, la sua voglia di non mollare mai. Io mi ricordo un Lazio-Verona in cui la squadra non rientrò nello spogliatoio, aspettando fuori che finisse l'intervallo, con Chinaglia in testa. Era l'anima di quella Lazio, c'erano giocatori di spessore, Frustalupi, Wilson, D'amico, ma la spina dorsale era Chinaglia, lo dicono gli annali del calcio, non io".
AGGIORNAMENTO ORE 19.06 - Stefano Re Cecconi, figlio di Luciano Re Cecconi, ricorda ai microfoni di Radiosei Chinaglia, partendo dalla foto che ritrae suo padre e Long John insieme: "Nonostante le grandi differenze che ci sono state il rispetto di fondo tra due calciatori cosi importanti ci fosse sempre. La Lazio poi era il bene supremo, poi le chiacchiere contano zero. Quella fotografia è bellissima. Una persona eccezionale, molto dolce e molto sensibile l'unica cosa che posso ricordare è il periodo da presidente, per un ragazzo come me vedere Giorgio presidente mandava sempre un dono per me e mia sorella. Una persona con grande sensibilità, che era giusto salutare, che fa parte della mia storia".