Lazio, l'inconsistenza la macchia più pesante

Giocare a testa alta alla scala del calcio è un certificato di garanzia inoppugnabile. La Lazio ha mostrato a tutti di che pasta è fatta. La qualità c'è, ma su questo non vi erano dubbi. Non importa il risultato se il calcio espresso a Milano contro l'Inter ha spinto alle corde più volte l'avversaria. Ha vinto la capolista: con un po' di fortuna e con un gigante fra i pali. Ha vinto chi ha capitalizzato maggiormente. Ha vinto chi ha imparato a vincere. L'inconsistenza infatti resta la macchia piu pesante su questa Lazio. Un marchio di fabbrica che sa di limite quest'anno. Gli uomini di Inzaghi corrono, creano, fanno calcio, per poi spegnersi con il trascorrere dei minuti, esponendosi fortemente al rischio di restare a bocca asciutta. È andata così pure a Milano, pure stavolta: dopo il derby (con la Roma un punto che pesa quanto una mezza sconfitta, ndr) e soprattutto dopo Spal e Cluj. Una stagione iniziata, dalla squadra biancoceleste, con la ricerca spasmodica di sé stessa, che tarda però ancora ad arrivare. Il dilemma fondamentale degli obiettivi, il cruccio di misurare la forza di questo gruppo e qualche polemica su scelte ed esclusioni hanno poi condito questo atto iniziale di stagione. Ieri a Milano sono emersi i soliti "limiti" di tenuta consolidatesi a tal punto da sembrare ormai strutturali. Resta forte il dubbio sullo spessore di alcune alternative, anche se è ancora presto per elargire giudizi (vedi Jony o lo sconosciuto Vavro, ndr) e rimane l'incertezza sul rendimento di chi sembra avvertire il peso dell'età che avanza (cosa sta succedendo a Leiva? , ndr). Se ai timori legittimati dai fatti si aggiunge poi l'inconsistenza dei singoli (Correa è il bello che non balla, i tenori che bisbigliano anziché cantare) allora il pasticcio è servito. Restano comunque le prestazioni audaci, condite da sprazzi di bel gioco a confortare. Rimangono gli obiettivi dichiarati e condivisi da squadra e società a garantire un tracciato da seguire. Persiste un progetto di crescita che in questa stagione deve o obbligatoriamente raccogliere i frutti per procedere poi all'inevitabile rifondazione. Il campionato è lungo ed è iniziato da poco. C'è modo di scalare posizioni e riprendere il cammino. L'altalena delle grandi lancia il segnale di un livellamento, che se per un verso evidenzia un crescente livello di difficoltà per affermarsi, dall'altro concede continuamente la chance per rilanciarsi. Ora che il motore romba è tempo di ingranare e marciare. Serve fame e coraggio. Serve astuzia e concretezza. Serve volere fortemente il proprio destino. Per la Lazio adesso è il momento di provarci. Ora o mai più.