Lazio, Mauri sul 26 maggio: "L'incoscienza di Petkovic aiutò. Orgoglioso di aver alzato la Coppa"

26.05.2020 20:30 di  Federico Marchetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Mauri sul 26 maggio: "L'incoscienza di Petkovic aiutò. Orgoglioso di aver alzato la Coppa"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Tutti i laziali ricordano il 26 maggio 2013. L'attesa, la tensione che logora, i minuti che passano, la liberazione del gol di Lulic e tutto quello che ne è conseguito. E poi c'è qualcuno che quella Coppa Italia così indimenticabile l'ha addirittura sollevata sopra la propria testa in qualità di capitano: si tratta di Stefano Mauri, sempre rimasto nel cuore dei tifosi biancocelesti. L'ex capitano della Lazio è intervenuto al Tg de Lalaziosiamonoi.it, tornando su quella vittoria storica e parlando anche di attualità: "Buon 26 maggio. Una data che mi cerchiano gli amici, mi chiamano giorni prima chiedendomi se sono pronti anche se io ormai il mio l'ho fatto. Ero a Roma da diversi anni e sapevo l'importanza di quella partita, l'attesa si faceva sentire e Roma era quasi invivibile tanto che noi andammo a Norcia a preparare la partita per trovare tranquillità. Dopo la vittoria nella festa a Ponte Milvio abbiamo davvero capito cosa avessimo fatto, facevamo fatica ad arrivare con il pullman".

IL RICORDO - "Nella nostra semifinale c'erano già i nostri amici che ci chiedevano se fossimo così sicuri di voler rischiare di incontrare la Roma in finale e noi rispondevamo che speravamo proprio di giocare contro di loro. La gente sgranava gli occhi e ci chiedeva se fossimo matti! Noi eravamo consapevoli di potercela giocare anche se tutti davano la Roma favorita. Contro la Juventus ci sono stati tanti episodi, con la Roma poteva succedere quello che è successo e ora siamo qui a distanza di sette anni a parlare ancora di quella vittoria. All'inizio della finale ero un po' incavolato perché partivo dalla panchina: venivo da un infortunio ma per l'importanza della gara ero convinto di giocare, invece poi ha avuto ragione il mister perché tenermi in panchina e farmi entrare a gara in corso ha cambiato gli equilibri, facendomi subentrare a Ledesma. Io ero tranquillo nei giorni prima della partita perché il mio carattere mi aiuta, ma il giorno prima e durante la gara ero molto teso. Ricordo che in panchina mi ero fatto dare un pallone per giocarci e stemperare la tensione. Rispetto alla Roma eravamo più tranquilli, avendo loro in campo giocatori romani oltre che romanisti sentivano di più l'avvicinarsi della partita e lo trasmettevano ai compagni. Poi noi avevamo Petkovic che era molto freddo e ci dava serenità, forse l'incoscienza di un allenatore che non capiva appieno l'importanza della partita in questa città che alla fine ci ha aiutato. La nostra era una squadra con non molti giocatori di prima fascia ma molto unita, tutti faticavano l'uno per l'altro. Di solito ci sono tante squadre che hanno giocatori di grande qualità ma che non hanno un buon gruppo. Avevamo Hernanes, Candreva, Klose ma leggendo oggi i nomi di quella rosa non si sarebbe detto che fosse favorita. Sono orgoglioso di far parte della storia della Lazio e di aver sollevato quella coppa, posso solo ringraziare i tifosi per quello che ci hanno trasmesso".

LAZIO DI OGGI - "Questa è una delle Lazio più forti della gestione Lotito, che nonostante sia spesso criticato è oggettivo che nel corso degli anni ha sempre cercato di migliorare la rosa. Con i suoi tempi, questo è vero, ma se si confronta la rosa odierna con quella di qualche anno fa è molto più competitiva. Credo che questo sia il miglior gruppo a livello di organico".

RIPRESA SERIE A - "Mi aspetto un mini campionato completamente diverso da quello che abbiamo lasciato tre mesi fa, ci sono così tante variabili che i valori reali vengono azzerati. I punti di distacco restano ma non è detto che i valori in campo rimangano gli stessi. La Lazio ad esempio lo scorso anno è arrivata ottava e quest'anno con la stessa squadra ad eccezione di Lazzari è seconda. Non dico che ora tornerà ottava, credo che siano fondamentali le prime due partite per ritrovare subito l'entusiasmo e la consapevolezza che c'erano tre mesi fa. Andare a vincere a Bergamo vorrebbe dire ripartire da dove ci siamo lasciati e che la Lazio potrebbe lottare con la Juventus per lo scudetto. Poi c'è la variabile della condizione fisica, si sta fermi tre mesi senza neanche poter fare amichevoli. La Lazio è quasi avvantaggiata da questo punto di vista perché i giocatori si conoscono, ma alla lunga giocare ogni tre giorni non sarà semplice e avere una rosa più ampia come quelle di Inter e Juve sarebbe sicuramente un vantaggio. Non credo che nessuno si allenerà con il freno a mano tirato, devono essere bravi preparatori e allenatori a stilare un programma a lungo termine pensando a dodici partite giocate ogni tre giorni, con un tempo per allenarsi tra un match e l'altro praticamente nullo. Questo periodo è fondamentale, bisogna essere bravi e fortunati a trovare il giusto mix per mettere abbastanza benzina nelle gambe senza rischiare infortuni".

FUTURO - "Sto iniziando il percorso per diventare procuratore sportivo, ci sarà un esame da dare a settembre o ottobre e sarà la mia strada nei prossimi mesi. La situazione ora per gli agenti non è semplice perché le squadre stanno cercando di capire diverse cose. La Lazio? Io sono qui, il mio numero di telefono Lotito e Tare lo conoscono. Se vogliono fare due chiacchiere con me sono a disposizione, la Lazio è la mia seconda casa, se non la prima".