ESCLUSIVA - Patrizia Panico, Lazio e calcio: "Klose è un fuoriclasse... Marchetti? Fischi ingenerosi dai tifosi del Cagliari... La Lazio è una fede per me"

Come se Rooney, uomo simbolo del Manchester United, si sedesse in tribuna a guardare l'Everton, la squadra che lo ha cresciuto, che lo ha visto segnare i primi gol. Come se Alessandro Nesta salisse sui seggiolini della Curva Nord, a sostener la Lazio. Parlerebbero con amore, solo con amore, delle squadre che stanno guardando. A seguire la prima squadra della capitale al Sant'Elia c'era anche lei, Patrizia Panico, alle prese con un infortunio in via di guarigione, ora in forza alla Sassari Torres, icona del calcio femminile, 7 scudetti, 5 coppe Italia, 6 Supercoppe italiane. La giocatrice che ha collezionato più presenze(155 in tutto) con la maglia azzurra, dalla periferia romana trova l'esordio in serie A proprio con la maglia biancoceleste, e poi gol, gol ovunque, 195 solo alla Lazio, 404 in totale. Un'oceano di gol, e il divorzio improvviso, nel 2003, una crisi societaria che non lascia scampo(la squadra romana retrocederà di due categorie) e una vicenda che ricorda da vicino quella di Alessandro Nesta. In esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi, Patrizia ha raccontato le impressioni sul match di ieri sera e del successo dei biancocelesti per 0-3 sul Cagliari: "La squadra biancoceleste non ha faticato molto, senza fare una delle sue migliori partite. Col minimo sforzo ha conquistato i tre punti, anche se bisogna tener conto di assenze importanti", per poi soffermarsi sul giocatore che l'ha impressionata di più, che ha impressionato tutti noi: Miro Klose, "un fuoriclasse, fuori dal comune". Poi però parla con amore, solo con amore, e tra Klose, Cissè e Rocchi non ha dubbi: sceglie il capitano della Lazio, entrato nella storia col suo centesimo gol: "Per un legame affettivo, non si può fare a meno di lui". Se si trovasse al posto di Reja, nel feroce toto-allenatore con cui si confronta il tecnico goriziano dopo ogni passo falso, perchè non pensare a lei? "Magari!", risponde ridendo, non potrebbe rinunciare tra tutti i giocatori biancocelesti a Cristian Ledesma, metronomo del centrocampo.
Un goleador è sempre solo, ma quando il gol non arriva, quando si comincia il conto dei minuti dall'ultimo centro, tutto diventa molto più complicato. Ma lei, che di gol se ne intende, e molto, non ha consigli da dare, ha visto Cissè, in astinenza dalla prima giornata di campionato: "Veramente bene, forse uno dei migliori in campo. Nonostante non stia segnando è bravo a creare assist per i compagni, ha capito che non deve insistere nella ricerca ossessiva del gol, e lavora per la squadra confezionando assist. Il gol arriverà quando meno verrà cercato. è soltanto questione di minuti, segnerà al più presto."
Si sofferma, ed è un velo di tristezza a pervadere l'intervista, sul divorzio dalla squadra biancoceleste di Alessandro Nesta: "E' il nostro capitano con un'altra maglia, laziale, di Roma, e dopo il gol di Sabato non so cosa possiamo chiedergli di più", o dell'addio in tempi più recenti di Federico Marchetti al Cagliari per approdare proprio alla Lazio, per problemi societari. Tre storie molto diverse, ma accomunate da una maglia, o sarebbe meglio dire una seconda pelle, lasciata a malincuore, controvoglia, contro la propria volontà. Patrizia Panico è innamorata dei colori biancocelesti, e di Lazio parla volentieri, e parla con amore:" Per me la Lazio non è solo una squadra, non è solo un lavoro, ma una fede, non si discute anche se ti fa del male, anche se ti fa soffrire". Difende proprio Marchetti, fischiato ingenerosamente dalla curva Sud cagliaritana perchè se è vero che "sono sempre dalla parte dei tifosi", questa volta "sono stati veramente ingrati, soprattutto perchè è stato messo fuori rosa, non ha di certo deciso lui di andar via". Dopo la Lazio, Milan, Bardolino, Torres e un'esperienza americana, alla Sky Blue Fc, e 10 titoli di capocannoniere. Non stiamo parlando di una calciatrice qualunque, si tratta di storia del calcio femminile, uno dei pochi casi in cui una giocatrice, o un giocatore, in attività è già entrato nella leggenda, senza aver ancora appeso gli scarpini al chiodo.
Tutti ricordiamo un famoso derby del cuore, in cui la Panico imperversava tra le linee giallorosse, e un certo Amendola fu costretto ripetutamente al fallo, evidentemente molto meno in forma di lei. Ma certo non si può dire che il calcio femminile abbia la dovuta visibilità, la dovuta attenzione dai media: "Sarebbe bello sentir parlare di noi quando non si vince nulla, perchè si confermerebbe l'esistenza di un progetto serio di informazione, che in Italia manca quasi del tutto". Ma non fa del vittimismo, non è nel suo carattere, parla per amore, e cosi prova a dare soluzioni, vie di scampo: "C'è bisogno di programmazione, investimenti, e poi quando giungeranno i risultati, anche i media si accorgeranno di noi". Anche l'ingaggio di giocatori stranieri fortemente limitato per regolamento, ben lungi dallo strozzare un vivaio italiano "già abbastanza ridotto" potrebbe "fortemente aiutare il panorama calcistico italiano".
Carrellate di gol, ma tra le corde del cuore da tifosa c'è posto anche per uno che di gol alla Lazio ne ha fatti molto di meno, ma molto importanti, decisivi, esaltanti:Paolo di Canio. E non si può parlare di Di Canio senza pensare all'altra sponda del Tevere, all'altra squadra della Capitale, con un grosso sorriso, da tifosa, sempre da tifosa, e un tono canzonatorio: "Mi piace il progetto della Roma, mi piace molto, confido che faranno risultati più avanti, molto più avanti, magari quando il campionato sarà finito. Ci credo anche io come ci credono tutti loro, che vadano avanti cosi". E detto dopo la sconfitta casalinga della squadra giallorossa contro il Milan in dieci uomini,e il periodo nero della squadra giallorossa, non lascia scampo ad equivoci. Parla con amore, quando parla di Lazio, parla da tifosa. E pensando che può andare a giocare in tutta Italia, può segnare di destro di sinistro in tutte le porte, ma finchè le brucia nel petto l'aquila della Lazio, lei rimarrà sempre e comunque dentro quella Curva, la Nord, contro ogni distanza. Si chiude l'intervista con Patrizia Panico, leggenda del calcio femminile, Laziale.