ESCLUSIVA Radiosei - Papadopulo: "Un pareggio non mi accontenterebbe, biancocelesti più forti della Roma! Io alla Lazio? Se Lotito chiama corro"

Giuseppe Papadopulo ha indossato i colori della Lazio sia in veste di calciatore (1969/72), che in quella di allenatore (2005/06). A Roma si conserva un buon ricordo dell’ex biancoceleste di Casale Marittimo: la Coppa delle Alpi vinta quando era ancora un difensore, la qualificazione all’Intertoto alla guida dei capitolini e, soprattutto, la vittoria contro i “cugini” per 3-1 del 6 gennaio 2005, sono i suoi successi più importanti con gli aquilotti. Ai microfoni di Radiosei, nel programma “9 gennaio 1900”, Giuseppe Papadopulo è intervenuto per parlare del derby ormai alle porte.“Le emozioni di quel derby furono così toccanti, impossibili da dimenticare. Mi ero avvicinato alla panchina della Lazio da appena dieci giorni, c’era l’opportunità di approfittare della sosta e preparare il derby. La Roma stava andando bene in campionato e la Lazio stava attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia, per di più depauperata dei suoi giocatori nei punti più nevralgici: fui costretto ad utilizzare ad esempio Giannichedda da centrale e Filippini esterno sinistro. In quella situazione il gruppo riuscì a trovare una forza straordinaria e a vincere il derby meritatamente". Qual'è il segreto per vincere una stracittadina... “La squadra deve trovare le giuste motivazioni per vincere il derby. I giocatori devono rendersi conto che questa è una partita nel campionato, è un campionato che si gioca a parte con i cugini romanisti. Sono partite che rimangono nella storia del calcio: ci si può dimenticare un risultato importante, ma difficilmente si dimentica il risultato di un derby”. Papadopulo, immaginandosi ancora una volta alle redini della formazione capitolina, schiererebbe così gli uomini di Reja. “Schierando insieme Matuzalem e Ledesma credo sia necessario impiegare un altro centrocampista vicino a loro, difficilmente loro due potrebbero fare quel filtro di cui necessita la squadra. Poi bisogna aggiungere un trequartista e le due punte”. Nella Lazio è in dubbio Klose, nella Roma Totti non ci sarà. A quale di queste due squadre peserà di più l’assenza dei due fuoriclasse? “Penso che possa pesare di più l’assenza di Klose alla Lazio, visto che in quel ruolo il tedesco può essere considerato insostituibile. Totti ha tirato la carretta, tutto sommato una domenica di riposo potrebbe giovargli. La Roma, a centrocampo, ha la possibilità di utilizzare Pizarro al posto del capitano giallorosso ed avere lo stesso potenziale offensivo”. La sua Lazio che vinse il derby per 3-1, aveva in squadra un leader carismatico come Paolo Di Canio. “Trovare un alter-ego di Di Canio credo sia impossibile. In questo momento, la squadra non ha necessità di avere un leader, ma ha la necessità di porsi un obiettivo che è quello di interrompere questa striscia di derby persi. Nella Lazio. non giocando Rocchi, trovo difficoltà nell’individuare un leader”. L’ex allenatore laziale come farebbe capire ai giocatori che il derby non è una partita da sottovalutare? “E’ una partita che può valere i nostri destini. Quando la partita è la partita della vita, tutti noi possiamo dare quel qualcosa in più. Non bisogna imporsi l’imperativo di dovere vincere il derby”. Un pareggio contro la Roma non soddisferebbe la voglia di vittoria di Papadopulo. “Il pareggio non mi starebbe bene. In questo momento potrebbe solo dare un vantaggio alla Roma. Ora la Lazio ha tutti i connotati per poter vincere la partita”. I grandi campioni hanno sempre fatto le fortune delle grandi squadre. “Molte squadre puntano sull’individualità: se al Milan manca Ibrahimovic e all’Inter Eto’o, si notano i risultati. Chi ha le individualità, è meglio che le utilizzi poiché ti fanno vincere le partite. I biancocelesti possono dare un colpo determinante a questa serie di sconfitte”. Il derby è una gara molto sentita, ma più nelle vesti di allenatore o di giocatore? “L’ho sentito più da giocatore. In panchina non puoi fare tanto come lo si può fare stando in mezzo al campo. L’allenatore è importante nel preparare il derby, poi sono i giocatori che ci mettono la volontà di lottare con il cuore in mano. E’ questo quello che alla fine fa la differenza. Mi auguro che ci sia un arbitro all’altezza e che vinca il migliore, in questo caso si tratta della Lazio. I biancocelesti hanno una squadra che non ha nulla da invidiare ai giallorossi”. Nel derby del 6 gennaio 2005, Di Canio, dopo aver segnato il gol che aprì le marcature, corse da Papadopulo dicendogli qualcosa all’orecchio…“Mi disse ‘siamo grandi!’. Affrontammo la partita con la consapevolezza di poter fare qualcosa di importante”. Il mister non nasconde il desiderio di tornere, un giorno, a sedere sulla panchina della prima squadra della Capitale. “Con Lotito e l’ambiente ho avuto un buon rapporto, i risultati anche sono stati buoni: mai dire mai. In questo momento è bene che lavori Reja ed ottenga i risultati che merita, è un amico è un bravo allenatore. Se un domani ci sarà l’occasione di risedersi sulla panchina della Lazio, sarà per me un motivo di soddisfazione”.