FOCUS - Dal Non mollare mai incessante di 13 anni fa allo sciopero di oggi: ancora una volta Lazio-Atalanta come cornice

09.03.2014 09:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Andrea Francesca- Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Dal Non mollare mai incessante di 13 anni fa allo sciopero di oggi: ancora una volta Lazio-Atalanta come cornice
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© foto di Alessandro Pizzuti

"You are not alone" cantava Michael Jackson nell’estate del 1995. Non sarai mai sola, tormentone e dogma del tifoso, la più romantica delle dichiarazioni da fare alla propria squadra di calcio. La canzone ebbe gran successo, come quasi tutte quelle partorite dall’estro dell’artista afro-americano, ma sicuramente neanche lo stesso Michael Jackson poteva immaginare che le note della sua opera avrebbero a distanza di qualche anno riecheggiato in molti stadi d’Italia e d’Europa. Era proprio un Lazio-Atalanta, stagione 2001-2002, l’annata in cui iniziavano i primi scricchiolii finanziari, quella che segnò il solco tra i fasti dell’era Eriksson e tutto il ridimensionamento seguito dal quasi fallimento. Era una Lazio in difficoltà, in panchina Zaccheroni aveva rilevato Zoff e la vittoria mancava da tanto tempo. Tuttavia giocatori assoluti come Nesta, Crespo, Lopez e tanti altri vestivano ancora la maglia con l’aquila sul petto. Ma in quella gara - come tante volte nella storia ultracentenaria della prima squadra della Capitale - l’uomo in più fu la sua gente. Non si trattò di una partita entusiasmante a livello tecnico, ma non si possono dimenticare quei 90 minuti, con 60 minuti in particolare di ritmo assoluto, in cui uno stadio intero ha cantato ininterrottamente lo stesso incessante coro per portare i propri beniamini alla vittoria. Un record mai più neanche lontanamente sfiorato. "Non mollare mai", sulle note di "You are not alone", colonna sonora e ideale abbracciato dalla gente in quella partita. La Lazio vinse l’incontro per 2-0 con gol di Lopez e Couto, ma la palla dentro ce l’ha messa il ruggito della gente. In quella giornata l’amore e l’unità che si respiravano avrebbe sconfitto tutto e tutti. A distanza di anni capita ora la stessa partita, sempre Lazio-Atalanta, vissuta in maniera opposta a quella di inizio millennio. Il famoso dogma, le note della canzone, il noto "You are not alone" sarà per una volta accantonato; la gente laziale lascerà vuota la sua casa, quello Stadio Olimpico teatro di tante battaglie. La maggioranza dei tifosi metterà da parte per una domenica le sue abitudini, i suoi riti, le sue scaramanzie, il suo seggiolino sempre custodito. Gesto estremo d’amore, lo definisce la Curva Nord. L’ambiente sarà spettrale, freddo, cupo. Tutt’altra atmosfera rispetto alla gara di più di tredici anni fa: nessun coro farà tremare lo stadio, niente farà emozionare oltre ai ventidue in campo. Dai 45 mila di Lazio-Sassuolo a poche migliaia di spettatori due settimane dopo: escalation opposte che raccontano di un rapporto tra tifosi e presidenza ormai pressoché ricucibile.