Lo Scudetto del 1944 al Conversano e del 1915 che alla Lazio è stato negato

Quell'anno la Lazio vinse il Campionato Romano, ma per motivi bellici non partecipò alle finali, mentre nel 1915 Genoa e Lazio non hanno mai disputato la finale!
25.06.2009 22:17 di  Alessandro Pizzuti   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

L'epilogo della stagione 1914-15 vide la Lazio prima in classifica nel Girone Finale dell'Italia Centrale con Roman, Pisa e Lucca. Purtroppo il campionato fu sospeso a causa dell'entrata in guerra dell'Italia contro l'Austria e lo scudetto venne assegnato successivamente d'imperio al Genoa, anche lei in testa ad una giornata dal termine nel Girone Finale dell'Italia Settentrionale. La Federazione assegnò nel 1919 lo scudetto ai rossoblù che precedevano di 2 punti Torino (con cui avrebbero dovuto giocare e all'andata avevano perso 6 a 1) ed Inter che doveva incontrare il Milan nel derby. E' di questi giorni la notizia che il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, ha nominato i componenti del gruppo di lavoro che dovrà esaminare la richiesta del Conversano di ottenere l'assegnazione dello scudetto 1943/44.
La richiesta è stata avanzata dal Comune di Conversano (Bari) per l'eventuale riconoscimento alla società di calcio Conversano, dello scudetto della stagione sportiva 1943/44, o per lo meno di uno speciale emblema come quello dei Vigili del Fuoco di La Spezia, che infatti si sono già visti attribuire dalla Federcalcio l'onorificienza per aver vinto il torneo 1943/44 dell'Alta Italia.

Da ricordare che quell'anno la Lazio vinse il campionato romano di guerra 1943-1944, ufficialmente Campionato Romano misto di Divisione nazionale, primo di due campionati disputati nel territorio laziale durante la seconda guerra mondiale. Fu organizzato dal Direttorio della XI Zona e vide partecipare dieci compagini romane.Chiuse questo torneo con un punto di vantaggio sulla seconda classificata, la Roma. Alla competizione presero parte squadre provenienti da diverse categorie del calcio nazionale dell'epoca, dalla Serie A (primo livello) alla Prima Divisione (quarto livello). Terminato il regolare corso della manifestazione furono disputate anche altre gare a carattere amichevole, tra cui il Torneo a Quattro, che si tenne tra le migliori quattro classificate del campionato e sopperì alla mancata partecipazione della Lazio alle finali nazionali per motivi bellici. 

La commissione sarà coordinata dal segretario della Figc Antonio Di Sebastiano e sarà formata dal presidente della Fondazione Museo del Calcio, Mario Valitutti, dagli avvocati Alfredo Mensitieri, Gianfranco Tobia e da due grandi Laziali come Cesare Persichelli e Mario Pennacchia, quest'ultimo giornalista e storico di calcio oltre che il più grande conoscitore della storia della Lazio per essere stato il primo a pubblicarla nel 1969.

Siamo sicuri che questa importante commissione oltre a giudicare sulle vicende della Federazione relative al secondo conflitto, dovrebbe esaminare gli accadimenti anche della prima guerra mondiale, di quello scudetto assegnato ingiustamente al Genoa a fine conflitto e premiare simbolicamente anche la Lazio che l'anno prima aveva almeno potuto disputare la sua seconda finale nazionale (sconfitta dal Casale) dopo un record  di 14 vittorie consecutive nella stagione 1913-1914.


Il Conversano giustamente ritiene di poter fare questa richiesta perchè vinse il torneo 1943/44 dell'Italia libera, la parte della penisola dove erano già arrivati i soldati angloamericani.


La Lazio del presidente Ballerini come del resto molte altre società italiane, pagò viceversa un prezzo elevatissimo nella prima guerra mondiale in alcuni casi anche con la morte di alcuni dei suoi atleti, che non avevano esitato ad arruolarsi e  partire per il fronte bellico del Piave. Solo per restare alla sezione calcio, sono da ricordare il ferimento dei calciatori Levi e Di Napoli e la trasformazione del suo campo di gioco della Rondinella in orto di guerra per sfamare la popolazione della capitale. Se la polisportiva per questi meriti sociali è stata fregiata del titolo di Ente Morale, la sezione calcistica dovrebbe avere almeno l'onore di una vittoria, emblema del calcio del Centro-Sud, per non aver potuto disputare la sua giusta e meritata terza finale nazionale consecutiva.