Matri: "Della Lazio posso solo parlare bene. Giocavo a biliardo con Lulic e Parolo, una famiglia"

12.05.2020 07:20 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
Matri: "Della Lazio posso solo parlare bene. Giocavo a biliardo con Lulic e Parolo, una famiglia"
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© foto di Federico Gaetano

Undici maglie, 114 gol da professionista. Una lunga carriera che nel 2015/16 l'ha portato anche sulla sponda biancoceleste del Tevere. Un'annata sfortunata - per tutta la Lazio -, ma condita comunque da 7 gol di Alessandro Matri. Che lo scorso 6 maggio ha dato l'addio al calcio. Una decisione ponderata, arrivata dopo i miseri 82' minuti accumulati durante il prestito al Brescia e il successivo svincolo dal Sassuolo, ultimo club proprietario del suo cartellino. Intervenuto a Lazio Style Radio 89.3, Matri ha spiegato la sua scelta e ricordato il suo passato. Ecco le sue parole: "Come sto? Bene, bene nonostante la decisione che ho preso negli ultimi giorni e il periodo che non è dei migliori. Ho preso la scelta una volta finito il mercato degli svincolati. Mi sono allenato, aspettavo un'opportunità, ma dentro di me sentivo già di prendere questa decisione. Un ragazzo che va verso i 36 anni come me deve avere una certa continuità, la pandemia mi ha dato anche ulteriore tempo per riflettere. Ma non ho cambiato decisione. Ho ricevuto tanto affetto, anche da chi non me lo sarei mai aspettato, e questa la considero una mia vittoria”. Qui arriva un messaggio vocale di Cristian Brocchi, grande amico di Matri. Tante belle parole e affetto - “Ero uno dei pochi che credeva potessi fare grandi cose”, ha detto Brocchi. Ecco la risposta di Matri: “È mio fratello (ride, ndr). La nostra è una storia strana. Si è innamorato di me senza un perché al Milan, quando neanche giocavo in Primavera. Mi aveva preso in simpatia e da lì è iniziata una grande amicizia. Ci sentiamo tuttora, tutti i giorni. E il destino ha voluto che giocassi in tante squadre dove era militato lui, come la Lazio. Di Cri posso solo parlare bene, ha sempre avuto belle parole per me e a volte l'ho deluso, come alla Lazio (ride, ndr)".

GLI ANNI AL CAGLIARI - "Sono grato al Cagliari, ha creduto in me nonostante al Rimini avessi segnato solo 4 gol. Anno dopo anno ho preso confidenza con la categoria e mi sono trovato da Dio. Purtroppo quando sono andato via il rapporto con i tifosi rossoblu si è incrinato, non accettavano che un ragazzo di 24 anni volesse salire di livello. Mettersi alla prova. A Cagliari, ho avuto la fortuna di incontrare anche Allegri, un grande mister che ho ritrovato anche al Milan e alla Juventus".

LA STAGIONE ALLA LAZIO - "È stata un'annata sfortunata, con alti e bassi. Da lì però iniziò a crearsi la Lazio di oggi. Dopo il gol in fiale il destino ha voluto che andassi alla Lazio, e avevo paura che la tifoseria non mi accettasse per questo. Invece non è stato così. A Roma sono stato veramente bene, ho costruito tante amicizie e alla fine di quella stagione arrivò anche mister Inzaghi, che ora sta lavorando alla grande. La mia migliore partita alla Lazio? Beh, la prima contro l'Udinese (doppietta, ndr) è indimenticabile! Mi ha aiutato a inserirmi, ma purtroppo non sono riuscito a dare continuità a quella partita. Però esordire e fare due gol da subentrato fu bellissimo, anche perché fu anche una delle ultime partite con la Curva Nord (in quella stagione ci furono le proteste per le barriere in Curva e le contestazioni contro il presidente Lotito, ndr). Io ho avuto la fortuna/sfortuna di girare tanto, e accumulare tante esperienza. Della Lazio posso solo parlare bene. Tifoseria, società, compagni. Con il ds Igli (Tare, ndr) ho costruito un grande rapporto e sta diventando uno dei migliori ds nel mondo, gli si possono fare solo tanti complimenti. Poi la mia compagna è di Roma, mio figlio ha tanti amici qui. Mi sono trovato bene. Formello è un centro sportivo all'avanguardia, con tanti campi, zona relax, ognuno con la sua stanza e sale comuni per stare insieme alla squadra. Giocavo sempre a biliardo con Lulic, Parolo, il mister. Si era creato un ambiente familiare nonostante le cose non andassero bene".

LA LAZIO DI OGGI - "Hanno costruito una squadra veramente forte. Forse non me l'aspettavo che lo facessero così velocemente. Quest'anno stava lottando per lo scudetto, meritandolo, così come ha meritato di vincere la Supercoppa. I meriti vanno alla società e alla squadra".

IL FUTURO DI MATRI - "Il calcio di oggi mi piace. È aumentata la passione, è un calcio più ragionato e meno istintivo. L'unica cosa che non mi fa impazzire è la tecnologia che, però, se usata a fin di bene per aiutare gli arbitri e limitare gli errori, è la cosa migliore. Solo che quando ti fermi 5 minuti per controllare al monitor... Il calcio è il mio mondo, vorrei continuare a rimanere in questo ambiente. Adesso attorno al calcio ci sono tanti ruoli, vorrei aggiornarmi e informarmi su ciò che mi potrebbe piacere fare. Studierò e poi prenderò una scelta. Il ritiro? Non mi sono voluto trascinare, mi sono fermato prima di dirmi: “Mamma mia Ale, fai pena”. Il livello atletico del calcio di oggi si è alzato tanto, a volte vince anche sulle qualità tecniche, e se non si ha continuità non si può giocare a calcio dopo una certa età". Infine, Matri ha parlato della sua grande capacità di segnare entrando dalla panchina: "Il gol dalla panchina era una delle mie armi migliori, ma non si dica che ero uno che non dovesse partire mai titolare (ride, ndr). Quando uno sta in panchina deve trasformare la rabbia in positività per dimostrare che il mister sbagliava. Io cercavo di fare questo".

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Pubblicato l'11/05/2020 alle ore 15.40