Mihajlovic: "Sto vincendo la battaglia, ma non sono un eroe"

18.01.2020 06:45 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
Mihajlovic: "Sto vincendo la battaglia, ma non sono un eroe"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La battaglia di Sinisa Mihajlovic contro la leucemia ha unito tutto il mondo del calcio. Stretto in un unico abbraccio di solidarietà verso il serbo, che oggi - seppur con cautela - può ricominciare a sorridere. Il trapianto di midollo osseo sta andando bene, le sensazioni sono positive. L'ex Lazio ne ha parlato a Verissimo, trasmissione di Canale 5, questo pomeriggio: Per ora sto vincendo la battaglia, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così”

IL MOMENTO PIU' CRITICO - “Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato”. 

L'AFFETTO DELLA GENTE - “Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti. Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere. Ho sentito tantissima vicinanza da gente famosa e da gente normale, anche con gli striscioni negli stadi. Prima ero uno che divideva, con questo problema ho unito tutti. Hanno guardato l’uomo più che l’allenatore e questo era l’importante”.

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Pubblicato il 17/01 alle ore 19:30