Serie A, il Decreto Crescita aiuterà involontariamente i club italiani: le info

Una norma del Decreto Crescita verrà incontro ai club di Serie A. Non è stato un aiuto volontario, e l'importante è che si chiuda entro il 29 giugno.
23.06.2019 06:55 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
Serie A, il Decreto Crescita aiuterà involontariamente i club italiani: le info
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Involontariamente, il Decreto Crescita varato dal governo lo scorso 30 aprile potrebbe aiutare – e non poco – i club della nostra Serie A in sede di calciomercato. All'interno del decreto, infatti, è presente una norma che prevede sgravi fiscali per aziende e istituzioni che riporteranno in Italia i lavoratori emigrati all'estero. Senza che fosse un obiettivo del DL, dunque, anche il mondo del calcio potrà usufruire di questa norma per quanto riguarda l'acquisto di giocatori dai campionati stranieri. Infatti, rispetto ai criteri iniziali (nei quali erano presenti alcuni requisiti stringenti, come una specializzazione) ora basterà semplicemente che un lavoratore qualunque si trasferisca dall'estero all'Italia, prendendo la residenza per almeno due anni, per vedere tassato solo il 30% del proprio reddito imponibile (rispetto al 70% che era in vigore prima del decreto).

MODIFICHE PER IL CALCIO - Una volta che in Parlamento ci si è accorti dell'aiuto che sarebbe stato elargito ai club di Serie A, si è deciso di fare un piccolo passo indietro: per le società professionistiche lo “sconto” diminuisce dal 30 al 50%, comunque un sostegno non di poco conto. Questo permetterà alle squadre italiane di risultare più appetibili per i giocatori degli altri campionati, ai quali si potrà offrire uno stipendio netto decisamente più alto pur investendo lo stesso ammontare lordo. Gli effetti del decreto diventeranno concreti a partire dal 2020, ma c'è un problema che potrebbe rendere vani questi vantaggi: nonostante il Decreto Crescita sia già in vigore (è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) dopo aver superato il vaglio della Camera, se entro il 29 giugno non dovesse essere vagliato anche dal Senato allora tutti questi effetti decadrebbero.

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Pubblicato il 22/06 alle 13:55