Salernitana, Lotito e la sciarpa della discordia...

15.05.2015 16:00 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: metropolisweb.it
Salernitana, Lotito e la sciarpa della discordia...
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© foto di DarioFico/Tuttosalernitana.com

Proclami, grande ovazione e festeggiamenti in quel di Salerno per il presidente Lotito. In occasione dei festeggiamenti per la promozione raggiunta dalla Salernitana, presso lo stadio Vestuti, il patron biancoceleste e co-presidente del club campano è tuttavia 'inciampato' anche in un piccolo particolare che ha destato non pochi imbarazzi e che è stato captato e divulgato attraverso il portale metropolisweb.it, con un articolo che riportiamo interamente qui in basso:

«No amore, non qui, davanti a tutti». Claudio Lotito fa come la bella della scuola quando ha scelto il suo “cavaliere”. Sale sul suo scooter, mentre sente addosso gli occhi d’aspiranti o dichiarati altri corteggiatori. Lo sanno entrambi, d’esser i protagonisti d’una scena che farà parlare in molti. Così lui si volta, prima di pigiare lo start e metter in moto, chiedendole un bacio che ne suggelli “l’impresa”. Però lei dice no. Non lì, proprio in quel momento. Non ancora, magari.

La metafora è curiosa, ma aiuta a render l’idea. A capire il rapporto, clamorosamente esploso, in tutta la sua intensità, tra il (multi) patron, la Salernitana e la sua tifoseria.

L'altra sera al Vestuti, in occasione della mega-festa promozione del Salerno Club 2010, i supporters ci hanno riprovato. Hanno “placcato” Lotito prima che salisse sul palco per il solito acclamatissimo intervento dal sapore di comizio, con tanto di «vincere e vinceremo» che ricorda il Ventennio, e gli hanno messo al collo una sciarpetta granata. Simbolo che pesa come piombo, addosso a un imprenditore ch’è prima presidente della Lazio, oltre che consigliere della Federcalcio in quota serie A. Era già accaduto all’Arechi, nell’apoteosi dopo il 90esimo del derby con la Casertana, ma pure diverse altre volte. Il co-patron che s’è innamorato del cavalluccio marino e della sua gente, abile come pochi a destreggiarsi mediaticamente da “uno, nessuno e centomila”, fa quasi fatica a nascondersi per compiere un gesto forzato, però inteso come necessario. Resiste qualche secondo, poi, con elegante discrezione, si sfila la sciarpa. Ché sa che nell’era della globalizzazione, un istante dopo quell’immagine farà il giro del web, dunque potenzialmente del mondo, fermandosi sulla sponda biancoceleste della Capitale, dove solo di recente, a suon d’inequivocabili risultati, Lotito è riuscito a mitigare le contestazioni (a volte strumentali) del tifo laziale.

Ieri l’altro, al Vestuti, gli avevano messo al collo un vessillo storico, quello dell’East Side, gruppo ultras che a cavallo d’inizio anni Novanta seppe lasciare un segno importante nella torcida del cavalluccio marino. «Resta la differenza», era il loro motto, e quasi a prenderlo come ispirazione il (multi) presidente si sarà ricordato che l’ebbrezza d’un idillio bellissimo non deve fargli perder di vista tutto il resto, finendo per sacrificare, sull’altare della gioia per l’escalation della Salernitana, la rincorsa Champions della Lazio, come il ruolo (apicale) che riveste in Figc. Un gioco d’equilibrismo mica semplice, mentre il socio e cognato Marco Mezzaroma si gode - lui sì, con sciarpetta granata orgogliosamente in bella mostra - i cori del popolo del vecchio Vestuti («questi me li prendo tutti»), che per la prima volta rendono omaggio pure a Leonardo Menichini, il tecnico troppo spesso ingenerosamente contestato, finalmente riscattatosi adesso anche nell’immaginario collettivo, al di là di della piega che prenderà il futuro.

Il peso d’un vessillo, allora, resta tutto (solo) sulle spalle di Claudio Lotito. Lui, come la bella della scuola, ha già scelto. Però, anche se ormai non è un segreto per nessuno, è costretto (ancora) a dire «no amore, non qui, davanti a tutti»