RIVIVI DIRETTA - Lazio, convegno per la lotta contro il bullismo: tutte le dichiarazioni

AGGIORNAMENTO ORE 17:10 - È il momento di Guglielmo Stendardo: "Questa lodevole iniziativa dimostra tutta la sensibilità della dottoressa Mezzaroma nei confronti di un tema importantissimo. Ho avuto la fortuna di giocare a calcio, nella Lazio, ringrazio il presidente Lotito che mi ha dato questa opportunità. Sono avvocato, faccio l’allenatore: nella vita è importante diversificare. Giocare a calcio senza avere altre ambizioni credo non vada bene. Nel mio percorso spesso ho avuto momenti meno belli. In quei momenti meno belli lo studio, la cultura e l’istruzione mi hanno aiutato tantissimo. Il calcio è un contratto di lavoro a tempo determinato, la cultura invece nessun potrà mai portarla via. Il bullismo è violenza, a volte fisica e altre verbale. È configurato come un reato proprio. Serve fare attenzione, soprattutto al web. La conoscenza è l’unica cosa che mai nessuno potrà portare via. Mai abbandonare lo studio: l’uomo più sa e più può. Dobbiamo essere degni di vivere intensamente il viaggio della vita, la conoscenza è l’unico elemento chiave che ci dà la possibilità di viaggiare con serenità. Fare sport con serenità penso sia la cosa più bella che abbiamo a disposizione”.
AGGIORNAMENTO ORE 16:30 - Tocca adesso all'ex arbitro Daniele Doveri: "Queste iniziative sono importantissimi per prevenire gli episodi di bullismo. Oggi sono presidente della sezione arbitri di Roma 1 che conta 800 associati, e molti sono ragazzi adolescenti. Il cyberbullismo contro gli arbitri di calcio è molto sentito, soprattutto tra i giovani. È doveroso ricordare che l'arbitro è una figura fondamentale nel campo di gioco, è un educatore soprattutto a livello giovanile. Troppo spesso però purtroppo è un bersaglio, mi riferisco soprattutto ai genitori, agli allenatori e ai dirigenti. La critica è auspicata dal mondo arbitrale, ci offre spunti di crescita per migliorare. Il problema si ha quando arbitri giovani ricevono messaggi di odio e di violenza e quando subiscono commenti a sfondo razzista sui social. Questi comportamenti sono vili e vigliacchi e provocano conseguenze psicologiche importanti, che condizionano negativamente la maturazione e la crescita".
AGGIORNAMENTO ORE 15:35 - Dopo il direttore sportivo Fabiani, ha preso parola anche Antonietta Castiello. Il capitano della Lazio Women, ha parlato così ai giovani presenti: "Vorrei ringraziare il presidente per questo evento. La cosa che tengo a dire è che spesso sentiamo dire che chi sia vittima di bullismo sia il debole, io credo che il vero debole è il bullo. Il debole non è quello che subisce tutto ciò che è negativo, ho visto con i miei occhi a scuola un gruppo di ragazze che se la prendevano con una coetanea che aveva dei problemi ma interiormente era forte. Ci siamo ritrovate io e lei contro quattro ragazze, sono intervenuta nel difenderla perché non aveva nessun motivo per essere bullizzata. Chi è vittima di bullismo non abbia paura di chiedere aiuto, non chiedo ai ragazzi e alle ragazze di sentirsi in dovere di smettere di essere bulli perché non ci riusciremo mai. Chiedo loro di mettersi nei panni degli altri e diamo peso a tutto ciò che per noi magari è futile. Per sentirsi grandi si possono fare altre cose, non c’è bisogno di denigrare gli altri".
“Il mister? È un po’ bullo. Cerca di mettere pace in un gruppo in cui ci sono personalità forti, cerca di mettersi sempre sulla stessa linea delle ragazze. Non fa sentire inferiore nessuno sia chi gioca tanto sia chi gioca meno. Noi Lazio lavoriamo tutte per far sentire tutte sullo stesso livello, sia se giochi sia se non giochi sia se hai il nome sia se non ti conosce nessuno”.
AGGIORNAMENTO ORE 15:15 - Dopo di che tocca al direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani: “L’argomento è molto più profondo di argomenti lodevoli che ho sentito e merita la massima attenzione. Voglio salutare i ragazzi che sono venuti e ringraziare chi ha voluto fortemente questa giornata, non la ringrazio per avermi invitato perché ne avrei fatto a meno. Io vedo molte forze dell’ordine a cui farei un applauso perché nella quotidianità e nella normalità ci si dimentica che esistono, loro sono sempre pronti a accogolierci e a starci a sentire a risolvere i nostri problemi. La cosa che mi ha colpito di oggi, avendo una bimba di 14 anni, è aver sentito questi tre ragazzi che hanno dovuto lasciare la scuola. È una sconfitta per la nostra società, per tutti. Si sono dovuti privare di una scuola per andare altrove e grazie alla dottoressa Pini hanno trovato un nuovo stimolo, ma nessuno ha pensato di andare dai genitori che facevano parte della scuole e chiedergli come mai i loro figli si sono comportati in maniera indegna. Loro tre saranno molto più forti e si realizzeranno rispetto a loro che hanno compiuto gesti ignobili, la vita che ho fatto mi ha messo sempre di fronte a situaizoni dure non è che io non abbia subito bullismo. A 11 anni sono rimasto orfano di padre e madre, vi lascio immaginare quante ne ho passate. se oggi mi guardo dietro, quelli che mi evitavano sono rimasti al palo e io con grande forza di volontà sono dove sono arrivato oggi. Nella prima vita lavorativa ho fatto un mestiere duro, per circa dieci anni ho indossato una divisa della polizia penitenziaria. Ho fatto servizio negli istituti, a via della Longara. Dobbiamo preoccuparci da dove nasce il bullismo, nasce nelle nostre famiglie dalla non educazione dei nostri genitori. Ci sono problematiche serie come alcolismo e droghe, se i genitori non fanno un’attenta osservazione si arriva troppo tardi per intervenire e diventa difficile. La responsabilità è di noi genitori, poi dobbiamo ringraziare gli psicologi e tante altre figure che cercano di recuperare le mancanze di in genitori. La mia esperienza mi ha portato a maturare questa convinzione secondo cui tutto parte dalle mura domestiche. Un tempo l’imbecille che andava al bar diceva tante stupidaggini che retavano dentro al bar, oggi con i social quell’imbecille fa il giro del mondo. Un mio più stretto collaboratore, Bianchi, lui era social e gli dissi ‘se vuoi vivere tranquillo, togliti da qui’. Quando sono arrivato alla Lazio, abbiamo avuto casi spigolosi risolti con strumenti che abbiamo a disposizione senza ferire chi ha commesso un atto di bullismo. Abbiamo usato gli strumenti che ci dà la Costituzione, le norme e mi auguro che qui i genitori abbiano capito il senso della Società Lazio e della famiglia Lazio e siano intervenuti per andare a curare il problema. Tutti i giorni ci imbattiamo in situazioni delicate e rubando una frase dell’avvocato: bisogna usare il filtro della mente’, perché abbiamo a che fare con dei minori e con cose che sono delicate. Concludo dicendo, metterei in tutte le scuole e soprattutto in tutte le abitazioni quella frase: “Vigilando, redimere”. È piena di poesia e significato, quando entri in un istituto penitenziario bisogna recuperare chi ha commesso un reato. Recuperare la moralità, il soggetto e l’individuo. Chi commette reati a volte è anche costretto, vergognoso di chiedere aiuto e di appoggiarsi alle istituzioni e finisce per commettere qualcosa che non pensava di fare. Il nostro compito è di aiutare queste persone, fare sorveglianza attenta e assidua per far sì che i giovani crescano con la gioia e si godano la loro infanzia perché solo così possiamo avere una generazione che onori la società”.
AGGIORNAMENTO ORE 15:00 - Prende parola l'allenatore della Lazio Women Gianluca Grassadonia: "Questi sono temi che condividiamo ongi giorno. La Lazio è una famiglia, so quanto la dottoressa Cristina Mezzaroma tenga a queste vicende. Ho la fortuna di essere al 38esimo anno di professionismo, tra calciatore e allenatore. Da tre anni sto nel mondo femminile, è un'esperienza bellissima. Avendo allenato tutti, questi confronti e dialoghi sono fondamentali e importanti. Per me quello che conta è il continuo confronto con la rosa in tutte quelle che sono le dinamiche quotidiane. Non possiamo seguire tutto, ma dobbiamo capire i momenti. Anche nella gestione dei gruppi bisogna evitare che possa passare qualcosa che sia difficile da riprendere. Sono fortunato anche ad avere uno staff che mi supporta tanto. Non nego che nel corso delle mie esperienze ci sono stati casi che potevano sfociare nel bullismo. Bisogna aiutare i più deboli, non tralasciamo nessuno, in particolare chi ne ha più bisogno. Le donne sono sempre più avanti degli uomini, è molto più difficile la gestione di un gruppo femminile rispetto al maschile. Le donne sono più vere e dirette, l’uomo è più subdolo. Da questo punto di vista penso sia più difficile della gestione del calcio maschile, le donne hanno un’energia diversa. Qualche ragazza che voleva prevaricare verso una compagna che magari caratterialmente era più debole, in precedenza ho ringraziato il mio staff perché grazie a un gioco di squadra siamo riusciti a individuare la dinamica e a stopparla prima che potesse diventare qualcosa di più grave".
AGGIORNAMENTO ORE 14:30 - Inizia la seconda parte.
AGGIORNAMENTO ORE 13:15 - Termina qui la prima parte.
AGGIORNAMENTO ORE 13:05 - Ha parlato poi anche l'Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Comune di Roma Alessandro Onorato. Ecco le sue dichiarazioni: “Questa è un’iniziativa preziosa. Dicono che i giovani di oggi siano peggiori di quelli di ieri, invece credo che ora i ragazzi si trovano ad affrontare delle sfide difficilissime. Guardando anche a cosa scrivono oggi gli adulti sui social, questo è un elemento drammatico da non sottovalutare. Noi in passato non avevamo questo problema, il fenomeno del bullismo era relegato a scuola. Oggi il problema è serio, comincio a essere preoccupato anche per le mie bambine. La famiglia in queste situazioni è fondamentale. Faccio i complimenti alla Lazio, non so quante società hanno avuto il coraggio di rompere il rapporto con tifoserie violente e fare campagne contro ogni forma di discriminazione. Siamo contenti perché è la squadra della nostra città".
AGGIORNAMENTO ORE 12:50 - Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è intervenuto nel corso dell'evento. Le sue parole: "Grazie al presidente Lotito, alla fondazione e alla polisportiva per questo convegno. Questa è una battaglia che si può vincere solo se tutti fanno la loro parte, facendo soprattutto un lavoro di prevenzione. Noi come Roma Capitale abbiamo varato dei programmi per tantissime scuole che potranno realizzare attività culturali e di approfondimento per contrastare questo fenomeno. È importante essere insieme e il fatto che una società sportiva così blasonata e importante come la Lazio faccia questo, per noi è importante. Chi fa sport, fatto di valori sani e importantissimi, se li trasmette ha una marcia in più, queste iniziative aiutano molto, perché certi messaggi se dati da certi soggetti sono un aiuto in più".
AGGIORNAMENTO ORE 12:33 - Prende parola il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Il suo discorso ai giovani: "Abbiamo diritto alle emozioni e alla fragilità, alla sconfitta e di non essere tutti numeri uno e fenomeni. Abbiamo diritto di aiutare le persone in difficoltà. Ringrazio la Lazio per questo convegno, spero possa essere d’esempio. Mi auguro che anche la Roma riprenda il suo progetto che ha lasciato andare. Bisogna saper ascoltare i genitori, gli insegnanti e gli allenatori. Sono tutti educatori. Non tutti abbiamo questa dote e questa attenzione, siamo distratti. Queste cose le hai dentro e puoi allenarle, quando si fanno le selezioni per ricoprire certi ruoli bisognerebbe individuare anche queste caratteristiche che non sono secondarie. Chi ricopre questi ruoli ha una responsabilità enorme. Il nostro compito si consacra se entriamo in sintonia con i vostri bisogni, esigenze e aspirazioni. Non c’è cosa peggiore, dopo che ti è stata attribuita una responsabilità pubblica, di non chiudere il mandato. Il valore principale che lo sport insegna è il rispetto, dentro questo concetto c’è tutto. Quando c’è rispetto non c’è sopraffazione, non c’è violenza".
"Violenza negli stadi? Anche nello stadio ci sono forme di bullismo, la volontà è di pochi che vanno contro la maggioranza dei tifosi. Bisogna rendere gli stadi a dimensione umana, che inducano a comportamenti corretti. Quando uno manca di rispetto a un altro, deve uscire dallo stadio. Stiamo cercando di riaffermare il senso del rispetto. Non abbiamo bisogno di chissà che stadi, ma stadi liberi, luoghi di civiltà. A me non piacciono i giudizi sommari, le responsabilità collettive. Stiamo lavorando tutti insieme per questo obiettivo. Ho molta fiducia nei tifosi della Curva, sono convinto che lì ci sia passione senso di libertà. Peccato che ci sono anche dei delinquenti che hanno cercato di condizionare la vita della moltitudine. Stiamo cercando di individuare le responsabilità per non condizionare tutti gli altri”.
AGGIORNAMENTO ORE 11:39 - Presente all'evento il presidente Claudio Lotito, questo il suo intervento: "Ho voluto fortemente questa iniziativa perché quando sono diventato presidente dissi che volevo un calcio didascalico e moralizzatore per insegnare valori fondanti della società civile, come lo sport. Al tempo delle Olimpiadi in Grecia si fermavano le guerre perché lo sport era sopra a tutto. Il rispetto, il merito che è importante perché in questo contesto viene valutato solo l’aspetto esteriore. Si tratta di stabilire e insegnare ai giovani attraverso un processo di formazione che non esiste più, quando andavo a scuola l’insegnante lavorava in sinergia con la famiglia. Quando uscivamo da scuola approdavamo negli oratori e il prete ti formava anche dal punto di vista interiore e soprattutto ci si confrontava nel gioco (biliardino, ping pong, calcio…) sviluppando la capacità di relazionarsi. Ora i giovani confondo le sovrastrutture con la realtà, sto esigendo un disegno di legge per prevenire questi fenomeni. Serve prevenzione e repressione con leggi chiare che non lascino spazio a nessuna interpretazione. Quando ho preso la Lazio ho detto il calcio deve essere utilizzato per diffondere stereotipi sani per formare non solo i giocatori, ma anche i giovani. Ho predisposto la presenza di uno psicologo che serve per rimuovere quelle paure e quel senso di incompletezza che attanaglia i giovani di oggi. Oggi tutti pensano di poter fare il presidente della Repubblica o l’allenatore della Nazionale, ma questo atteggiamento secondo cui tutti possono fare tutto è sbagliato. Ognuno di noi ha le sue doti e peculiarità e non significa che vada emarginato se sono differenti. Dobbiamo far emergere i valori dell’essere umano, il rispetto dell’etnia. In una squadra ci deve essere rispetto, si vince tutti insieme. Dobbiamo formare gli uomini, le donne e i ragazzi facendogli capire che bisogna essere se stessi e che le proprie capacità portano un valore aggiunto in un sistema dove tutti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi. La prevenzione serve per mettere un limite di età per l’utilizzo di strumenti tecnologici, perché poi si perde il valore complessivo della vita. Attraverso lo sport, che è un punto di riferimento, dobbiamo far capire che non serve apparire, ma essere. Noi ci siamo prefissati di portare avanti questa battaglia per la formazione e prevenzione di questi fenomeni, ma soprattutto per promuovere un’azione legislativa per reprimere certi fenomeni in modo chiaro. Questi elementi hanno determinato la mancanza di differenza tra animale e essere umano, la razionalità. Ci batteremo affinché questi valori, lo farò con la Lazio, vengano insegnati: mai più discriminazione, più inclusione”.
AGGIORNAMENTO ORE 10:30 - Prende la parola per i saluti istituzionali la dottoressa Cristina Mezzaroma, presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900. Queste le sue parole: “Ringrazio i presenti, in particolare il presidente della Regione Francesco Rocca. ‘Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio’ recita un proverbio africano: un richiamo all’importanza della collettività. Ci sono ferite invisibili che lasciano il segno: educare è una responsabilità che ci riguarda da vicino. Dobbiamo farcene carico morale: ognuno può fare la differenza tra silenzio e salvezza. La Lazio Calcio è qui perché lo sport ha una voce potente, capace di ispirare e fare da esempio. Una squadra è messaggio, modello e comunità. Da realtà così può partire un segnale forte, credibile e concreto. Oggi lo facciamo con responsabilità: il convegno nasce dall’urgenza e dalla convinzione che la prevenzione si fa insieme. Questo è il momento per cambiare le cose”.
Anche il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca prende parola per i saluti istituzionali. Queste le sue parole: “Questo evento non è casuale: conosco la sensibilità della dottoressa Mezzaroma e questo convegno è un segnale importante. Ai ragazzi presenti voglio mandare un messaggio positivo, in un momento in cui in prima persona mi sento responsabile: scoprite l’altro. Non è un ‘Non si fa’, quanto un ‘Muovere da se stessi per scoprire la bellezza dell’altro’. In questa veste di politico sento tutto il nostro fallimento, tutto quello che come responsabili delle istituzioni avremmo dovuto rappresentare e al brutto spettacolo che noi per primi diamo. Adulti che si offendono, si inultano, sono divisi e non trovano mai un punto comune per lavorare e crescere. Noi per primi siamo bulli in modo diverso: la società è quello che noi trasmettiamo. Noi per primi dobbiamo educarci a scoprire nell’altro la bellezza e la diversità. Sono stato un privilegiato, in quanto qualche hanno fa ho guidato la Croce Rossa conoscendo ottanta Paesi, le differenti culture e religioni. E ho sempre trovato ricchezze e profondità che mai avrei pensato di trovare. Mi auguro di costruire una società in cui l’architrave - la nostra Costituzione - riesca a creare unione nonostante le differenti vedute. E noi dobbiamo essere i primi a impegnarci per mandare un messaggio. E concedetemi una battuta: da laziale mi sento un po’ bullizzato a Roma”.
Una mattinata all’insegna della lotta contro il bullismo e il cyberbullismo. All’Olimpico si sta tenendo un convegno organizzato dalla Lazio, col patrocinio e la collaborazione di prestigiosi partner istituzionali e sportivi, per affrontare un tema delicato e sempre più attuale nella società di oggi. "Bullismo e Cyberbullismo nella scuola e nello sport: come prevenire ed arginare il fenomeno” è l'argomento dell'evento.
Tra i presenti all’iniziativa, fortemente voluta dalla società biancoceleste e dalla Fondazione S.S. Lazio 1900, il Ministro per lo Sport e Andrea Abodi, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il patron del club, Claudio Lotito, oltre al direttore sportivo Angelo Fabiani.
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Pubblicato il 3/06