Tifosi Laziali, due pesi e due misure

Il mondo del calcio regala sempre e da sempre emozioni forti: il pallone che gonfia la rete, un takle duro, il faccia a faccia dei giocatori, le maglie bagnate di sangue e di sudore, gli inni delle squadre, i cori di scherno e sfottò nei confronti degli avversari. Tutto ciò da oltre 110 anni è dato in pasto ai romani, e soprattutto ai laziali, che dal 1900 hanno avuto - primi nella Capitale - l'onore e l'opportunità di vedere sin dagli albori i primi calci ad un pallone. E' cambiato il mondo, sono cambiate le abitudini e la società si è evoluta durante i tanti anni, o almeno così ci raccontano. Sono nate le Leghe nazionali, quelle internazionali, poi è arrivato il business, gli sponsor, la politica, e tutte le altre cose che man mano hanno rovinato la passione per questo sport. Ora il calcio e le decisioni che appartengono ad esso sono in mano a chi di calcio, forse, non ne sa nulla.
Il Comitato di analisi per la sicurezza sulle manifestazioni sportive (Casms), in accordo con la Prefettura, ha dichiarato la partita Lazio-Napoli a rischio e, se prima aveva dato parere negativo sull'apertura del settore ospiti (con la possibilità di acquistare i tagliandi solo nella Regione Lazio), si è dovuta dapprima ricredere dicendo che potevano assistere alla gara i soli abbonati, e poi fare un altro passo indietro, l'ennesimo, accordandosi con la Lazio e dando la possibilità ad ogni abbonato di acquistare due tagliandi a testa. Le motivazioni della scelta iniziale si ricercano nella tensione che c'è tra i gruppi ultras di Napoli e Lazio, e 'un atteggiamento ostile ed intransigente ad ogni forma di dialogo con le forze dell'ordine'. Stupiscono queste motivazioni perché, oltre ad essere molto vaghe, potrebbero non fare andare in trasferta ogni tifoseria, e chiudere qualsiasi stadio ogni volta che si ha voglia.
La Lazio è stata multata di 15mila euro dopo la gara con il Milan per alcuni deprecabili cori e ululati nei confronti di Seedorf, reo di aver rifiutato di giocare con il lutto al braccio il giorno della morte di Gabriele Sandri, l'unico giocatore in Italia ad aver fatto questa scelta: la punizione è stata il blocco dei biglietti. Lo stesso giorno della multa alla società di Lotito, il giudice sportivo - come si legge dalla sua nota - comminava un'ammenda anche alla squadra giallorossa: 'La Roma dovrà pagare 25mila euro per avere suoi sostenitori, rivolto ad un calciatore avversario cori costituenti espressione di discriminazione razziale, e sanziona anche il lancio da parte della tifoseria giallorossa verso il settore dei sostenitori ospiti di bottigliette e accendini, l'accensione e all'esplosione di fumogeni e petardi'. La 'punizione' è stata la disponibilità di 13mila tagliandi per la trasferta di Bari-Roma e - decisione arrivata ieri - il blocco della vendita dei biglietti per i tifosi atalantini nella Regione Lombardia, per 'garantire la più ampia partecipazione di tifosi, anche provenienti da regioni diverse dal Lazio, limitando comunque i profili di rischio che la gara presenta'.
I tifosi laziali sono infuriati, e hanno mille ragioni. Determinate scelte sembrano essere pilotate da un disegno che favorisce chi non merita, e punisce solo chi si vuol punire. Se 'l'assunto' è che le gare a rischio si giocano senza tifoserie ospiti, il 18 aprile, in un orario inconsueto per una gara a rischio come il derby (cioè alle 20.45), e visti i precedenti e la tensione dei gruppi ultras di Lazio e Roma, la stracittadina si dovrebbe giocare con i soli tifosi di casa. Questa è una semplice provocazione che dovrebbe far riflettere chi è deputato a decidere su questioni di ordine pubblico, e che invece con scelte impari accresce il malcontento delle tifoserie.