Insigne e le critiche a Immobile: "Sono eccessive, ha abituato troppo bene i tifosi"

15.03.2024 11:15 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Insigne e le critiche a Immobile: "Sono eccessive, ha abituato troppo bene i tifosi"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Lunga lettera di Lorenzo Insigne chiamata 'Breve storia del Tiraggiro' ai microfoni di Cronache di Spogliatoio. L'ora attaccante del Toronto, in MLS, ha si è soffermato soprattutto sul rapporto con Ciro Immobile e sulle critiche che sta ricevendo il numero 17 alla Lazio. Di seguito le sue dichiarazioni in merito.

"Avere gli occhi addosso non mi pesava. Mi vedevano come un predestinato ma per carattere, sono sempre rimasto tranquillo. Ho vissuto serenamente le pressioni in ogni momento della mia carriera. Conoscevo i miei mezzi, sapevo che avevo qualcosa in più rispetto agli altri, e ci ho lavorato sopra. Volevo dimostrare sempre di più la mia fame. È l’unico modo per rispondere sia alle critiche, sia alle pressioni. Ne ho parlato spesso con Ciro Immobile. È uno dei miei amici nel calcio. Anche durante i suoi momenti di difficoltà, ci siamo sentiti. Gli ho detto che una carriera è fatta di alti e bassi, è successo anche a me. Credo che le critiche per lui siano eccessive, perché ha fatto tanto sia per la Lazio oltre ad aver dimostrato il suo valore a tutti gli appassionati. È normale che da lui si aspettino 30 gol all’anno: gli ho detto che è colpa sua, perché li ha abituati troppo bene! Vedo le sue partite ancora oggi: certo, sta segnando bene, ma ci mette l’anima anche quando il pallone non entra e lo fa fino alla fine".

"Ci siamo conosciuti a Pescara. Io, lui e Verratti. Sinceramente non avremmo mai pensato di ritrovarci sul tetto d’Europa qualche anno dopo… per noi è stato un grande traguardo vincere insieme. Ricordo che una volta nevicò e rimandarono la partita. Eravamo in ritiro e iniziammo a giocare a nascondino per ingannare il tempo. Solo così potevamo fare! Ma il giorno dopo Zeman fece spalare il campo soltanto all’esterno e iniziò a farci correre per tutto l’allenamento! Abbiamo fatto un grande percorso insieme. Poi ci siamo divisi perché i nostri cartellini appartenevano a 3 squadre diverse: Marco è andato in Francia, io sono tornato al Napoli e Ciro ha iniziato il proprio giro rientrando alla Juventus. L’Europeo ci ha riportati per un mese, ogni giorno e tutto il giorno, insieme. Siamo sempre rimasti in contatto ma la Nazionale ci ha tenuto uniti".