Lazio, Bollini: “Vi racconto cosa ho provato il 9 giugno del 2013”

Il 9 giugno del 2013 la Lazio Primavera vinse lo scudetto. Una giornata indimenticabile per la squadra e la società. Ai microfoni di Lazio Style Radio, per ricordare le emozioni di quella sfida è intervenuto il mister Alberto Bollini. Queste le sue parole: “Mi ricordo benissimo quella partita, mi ricordo il periodo e anche il mio approdo alla Lazio. Quella vittoria fu una rivincita per la finale scudetto che un anno prima persi contro l’Inter. Ripetersi a distanza di un anno nel campionato Primavera dove i gruppi cambiano e ci sono anche una serie di variabili e poi centrare risultati con continuità non era semplice, attraverso il lavoro, l’aiuto dello staff e il gruppo dei ragazzi riuscimmo a vincere questa finale contro un’Atalanta forte. È stato meraviglioso. La cosa più bella oltre al trofeo è il legame con i ragazzi che, in una giornata bella come quella di oggi, a distanza di anni oggi ancora mi scrivono oppure basta guardare qualche post su Instagram in cui la ricordano e questa è una bella cosa”
APPROCCIO – “Se si perde una finale io faccio di tutto per non trasmettere ansie. Raggiungerla è un grande risultato perché è un percorso di un anno e poi non è detto che l’anno successivo uno ci debba tornare per forza vivendola con apprensione. La Primavera e il Settore Giovanile sono la massima espressione del calcio italiano giovanile, bisogna viverlo nel quotidiano facendo migliorare i ragazzi sotto ogni punto di vista. poi se sei un gruppo organizzato e forte, i risultati arrivano. Non c’è stata nessuna ansia, solamente il giorno della finale per chi l’aveva vissuta anche l’anno prima è scattata una iper-motivazione ma non una rivalsa.
MENTALITA’ – “Stavamo benissimo, c’era un’autostima molto alta. Avevamo vinto il quarto di finale contro un Torino forte e noi eravamo falcidiati dalle assenze perché avevamo squalificati sia Keita sia Tounkara. Vincere li è stata un’impresa tattica e agonistica, vincere poi la successiva contro il Chievo anche è stata impegnativa. C’era grande elasticità e senso del gruppo”
SCUDETTO 2001 – “Sono passati ventuno anni, è un ricordo meraviglioso. Io ero in una Lazio targata campione in prima squadra, era un club in grande auge. Ero molto giovane, per me fu un’esplosione di gioia. Eravamo praticamente il gruppo di ragazzi di Roma perché all’epoca si giocava con i locali, Roma si sa è un bacino di utenza notevole. Vincemmo una cavalcata meravigliosa, sono esperienze che non si dimenticano a prescindere dalle vittorie e poi se con queste ancora meglio”