Lazio, il 20 luglio gli anniversari di nascita delle leggende Lenzini e Lovati

Umberto Lenzini e Bob Lovati non saranno mai dei personaggi comuni nella storia della Lazio. Ne hanno fatto una ragione di vita, anteponendola spesso alle proprie esigenze personali. In campo e fuori hanno dato lustro all'aquila e sono stati protagonisti di alcune delle imprese più importanti della storia passata.
LENZINI - Per tutto il popolo laziale rimarrà in eterno "Il Presidente", colui che contro ogni pronostico ha portato per la prima volta lo scudetto sulla sponda biancoceleste del Tevere nel 1974 con Maestrelli in panchina e Chinaglia a guidare quella scalmanata banda. Un titolo che ancora oggi a distanza di quasi 50 anni fa parte della memoria storica della città Eterna. La sua presidenza è durata ben 15 anni, dal 1965 al 1980. Nato il 20 luglio del 1912 a Walsenburg in Colorado, è deceduto il 22 febbraio 1987 a Roma nell'anno dei "meno nove". Una casualità che fa rima con lazialità, quella che ha incarnato nel migliore dei modi con la sua eleganza e la sua pacatezza. Indimenticabili i giri di campi prima delle partite casalinghe. Altri tempi, in cui il calcio apparteneva alla gente e Lenzini lo sapeva bene.
LOVATI - Nato a Cusano Milanino il 20 luglio 1927 ha trovato la sua dimensione ideale alla Lazio dove approda nel 1955. Tre anni dopo conquistò la Coppa Italia contro la Fiorentina, il primo trofeo della storia del club più antico della Capitale. Un portiere piuttosto moderno per quei tempi che riusciva ad abbinare un buon posizionamento tra i pali ad uscite importanti in grado di risolvere diverse situazioni. Con un pugno era in grado di mandare la palla a centrocampo. Sapeva dirigere la difesa e dare sicurezza ai compagni visto il suo forte carisma. Dal giorno del suo ritiro ha sposato ancor di più la causa biancoceleste ricoprendo vari ruoli da allenatore fino ad arrivare alla dirigenza. Si è spento il 30 marzo 2011 dopo aver dato tutto alla sua amata Lazio.