Uefa e fair play finanziario: una falsa o una buona idea?

27.08.2021 12:55 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Uefa e fair play finanziario: una falsa o una buona idea?
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Indubbiamente, le ultime notizie riguardanti il calcio mercato, hanno, ineluttabilmente, riacceso le luci su una delle più annose questioni, ovvero sul fatto che il cosiddetto fair play finanziario sia una falsa o una buona idea. Il meccanismo del fair play finanziario, è stato introdotto dall’Unione delle associazioni calcistiche europee, cioè l’UEFA, nel 2012. L’obiettivo di questo progetto è che i club abbiano conti finanziari in pareggio.

Il meccanismo del fair play finanziario, oggettivamente, è stato oggetto di molte critiche, seppure sia scaturito al fine di veder ridotte le disuguaglianze tra campionati grandi e piccoli, grandi club e piccoli club. Per i club che competono nelle competizioni europee, vedi Champions League ed Europa League, il fair play finanziario, in estrema sintesi, si basa sul rispetto di due principi.

Il primo, che non vi sia nessun arretrato di pagamenti e, questo, sia nei confronti dei giocatori, sia con altri club e, ovviamente, con l’amministrazione fiscale. Il secondo principio riguarda il fatto che i bilanci debbono risultare in pareggio. In altre parole, per quanto riguarda il secondo principio del fair play finanziario, la differenza tra entrate e spese non deve essere inferiore a una soglia negativa di 5 milioni di euro.

Tale soglia può, tuttavia, essere superata, fino a un limite di 30 milioni di euro di perdite nell’esercizio di tre anni, se è coperta da un ulteriore finanziamento da parte degli azionisti.

Va notato che, diversi tipi di spesa, sono esclusi dal calcolo perché l’UEFA vuole che i club investano in alcuni settori prioritari come, ad esempio, stadi, centri di formazione, formazione dei giovani e calcio femminile. L’audit viene effettuato su base annuale dalla ICFC, ossia il Club Financial Control Authority, un organismo indipendente ma che è collegato all’UEFA.

Ma, in quello che appare essere più una sorta di casinò online, a cosa sono esposti i club in caso di mancato rispetto del fair play finanziario?

Le possibili sanzioni in caso di violazione del fair play finanziario, vanno dal più leggero avvertimento, rimprovero, multa, fino al più severo, ovvero all’esclusione dei campionati concorsi o al ritiro di un titolo. A titolo di esempio, si può ricordare come, nel maggio 2014, il Paris Saint-Germain sia stato punito dall’UEFA per aver violato il fair play finanziario.

Il club ile-de-France, pur rispettando gli obiettivi numerici, venne ad essere sanzionato a causa di un contratto pubblicitario da 200 milioni di euro all'anno con l’agenzia turistica qatariota. L’UEFA, infatti, all’epoca dei fatti, ritenne che questo importo fosse esagerato e che, dunque, si trattasse di un sussidio mascherato da parte del Qatar, ossia il proprietario del club, senza il quale il club sarebbe in gran parte in un deficit non tollerato.

Il club parigino, quindi, si trovò costretto a rispettare gli obiettivi del fair play finanziario e a rivedere al ribasso il suo contratto con l’agenzia turistica del Qatar a 100 milioni di euro all’anno. Il Manchester City, invece, oltre che essere stato multato di 30 milioni di euro, venne ad essere bandito dalla Champions League per le stagioni 2020-2021 e 2021-2022.

In questo caso, il club venne accusato di aver sopravvalutato i suoi proventi da contratti di sponsorizzazione nei suoi conti, tra il 2012 e il 2016. Il fair play finanziario è un progetto molto ambizioso dell’UEFA ed è, indiscutibilmente, ancora agli inizi.

In linea generale, è innegabile che vi sia stata una sorta di consolidamento finanziario. Difatti, oggi, i club che partecipano alle competizioni europee, sono obbligati a controllare i loro ricavi e le loro spese, pena l’interdizione dalla partecipazione alla Champions League o all'Europa League. Per i club di piccole e medie dimensioni, l’accesso alle competizioni europee è una fonte di reddito molto importante.

Non per nulla, andando a concludere la semplice partecipazione alla fase a gironi della Champions League fa guadagnare ad ogni club diversi milioni di euro.