WOMEN | Italia, Oliviero si racconta: "Devo tutto a mia mamma. In azzurro ho vissuto..."

09.07.2025 22:30 di  Martina Barnabei   vedi letture
WOMEN | Italia, Oliviero si racconta: "Devo tutto a mia mamma. In azzurro ho vissuto..."

Elisabetta Oliviero, direttamente dalla Svizzera dove è impegnata con la Nazionale per Euro 2025, si è raccontata ai microfoni di Vivo Azzurro Tv. Il difensore della Lazio Women, attraverso delle foto, ha ripercorso alcuni momenti della sua vita privata e professionale a cui è particolarmente legata e ne ha parlato con un filo di commozione. Tutto parte dalla famiglia: "Sono nata principessa di casa, ho tre fratelli, e lo sono ancora. Sono molto fortunata di essere nata in una famiglia fantastica con tre fratelli che mi sostengono sempre. Mamma è l’altro pilastro della mia vita, fondamentale per me. Non ha mai saltato una partita da quando mi accompagna in queste avventure. Che sia in casa o in trasferta. Già da piccola, quando giocavo in A2 e c’erano le trasferte in Sardegna, lei si pagava l’albergo e l’aereo e mi accompagnava. Ha gioito e sofferto con me, mi ha trasmesso la forza di andare avanti”.

NAZIONALE - “Le giovanili azzurre sono state importantissime, emozioni che rivivo come fosse ieri. Mi ricordo che le ragazze erano appena tornate dal Mondiale in Costa Rica, erano arrivate terze e io le guardavo con moltissima ammirazione e tanta voglia di imparare da loro. È stato molto molto emozionante, il primo raduno è stato a Coverciano e c’erano mostri sacri del calcio. Foto appese ovunque, è stato bellissimo. Il Torneo di La Manga, un posto speciale. Avevamo l’opportunità di competere con altre nazionali. Mi ricordo che segnai due volte, incredibile ma vero: contro l’Olanda e la Norvegia. Un pezzettino di un puzzle della mia vita che sicuramente mi ha segnato moltissimo. Mi ha portato a essere la donna che sono e la calciatrice che sto diventando”. 

GLI INIZI - “Ho iniziato a giocare a calcio a 10 anni, ero già grande. Non ho giocato con i maschietti perché nessuno della mia famiglia voleva, ma era un richiamo troppo forte e non potevo fermarmi. Ho iniziato a giocare a calcio in un momento particolare, mi ricordo che ci fu Genoa-Napoli l’anno che salirono in A. A fine partita andai al campetto della chiesa a giocare come tutti i giorni e i miei fratelli, per accontentarmi nel farmi giocare, mi misero in porta ed ero brava. Mi lanciano sull’asfalto, ovunque. Ho avuto la fortuna che un ragazzo, che allora era dirigente, mi disse ‘ciao ti ho vista, ma dov’è tua mamma?’. Li ho fatti scendere immediatamente e li convinse. Iniziai come portiere e mi divertivo tantissimo anche perché siamo tutti un po’ matti, i portieri sono matti. Ho scelto di uscire dalla porta perché una ragazza piccola si fece male e per farla ricominciare le dissero di giocare in porta e mi misero in attacco. Ci ho messo cinque minuti a segnare il mio primo gol e ho sentito un calore e affetto, allora ho capito che potevo essere più d’aiuto così”. 

LA FAMIGLIA - “Mio nipote è stato un regalo bellissimo che mio fratello ha fatto alla nostra famiglia, non è l’unico perché da qualche mese ne abbiamo un altro piccolino in casa. Lui è tutta la mia famiglia e quando ho avuto l’opportunità di giocare a casa lo andavo a prendere a scuola e lo portavo al parco. L’allegria con cui vive la vita di scalda il cuore, sono stata contenta che col Portogallo mio fratello lo abbia portato allo stadio. Sono felice di avere un nipote splendido così”. 

ESEMPI - “Siamo dei modelli, sì. Siamo contente di poter condividere i nostri valori insieme a tutte le bambine. Siamo state tutte piccole e sognatrici, continuerò a sostenere che una bambina che sogna può cambiare il mondo. La voglia che hanno di divertirsi non la devono mai perdere. Siamo grate che possano prenderci da esempio e che sia di buon auspicio per il futuro, spero possano raggiungere traguardi anche più grandi di quelli che abbiamo tagliato noi ora”. 

NAPOLI - “L’anno in cui ho vinto la Serie B col Napoli. L’anno prima, col Covid, eravamo partite per vincere il campionato e poi ci siamo ritrovate tutte in casa e temevamo di non farcela. Alla fine ce l’abbiamo fatta davvero. Il Napoli per me è stato un punto di ripartenza, venivo dal Sassuolo in cui ho vissuto un anno difficile. È stato un anno zero per me, sono molto contenta delle persone che ho incontrato e di aver rappresentato il popolo napoletano in quei due anni. Nata a Napoli, napoletana con un Vesuvio tatuato addosso. La mia famiglia tifa Napoli. Maradona è dei napoletani, è stato la forza per tante persone di affrontare le giornate”. 

IDOLI - “Qui in Nazionale mi sentirei in difetto a farne uno, da Linari a Bonansea e Giuliani. Ogni giorno fanno quel passo in più, mettono determinazione e ti dimostrano che vincere non è mai abbastanza. Non sono mai contente di quello che hanno fatto e che domani è un nuovo giorno, un esempio bellissimo per quello che dimostrano e per i valori. Ma anche in campo”. 

AMICI - “Chi mi conosce sa, chi mi vive anche. Mi piace vivere la vita cercando di prendere tutto con leggerezza, ci sono tanti problemi intorno a noi e magari anche un sorriso può cambiare la giornata. Credo che basta veramente poco per tirare su il morale a qualcuno. Se avessi potuto scegliere di essere un supereroe? Direi di voler essere quello che fa felice gli altri". 

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