FOCUS - Lazio, ecco Bastos: il soldato silenzioso che ha sfidato la storia...

Pubblicato il 17/08 alle ore 18.55
18.08.2016 07:35 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio, ecco Bastos: il soldato silenzioso che ha sfidato la storia...

Bartolomeu Jacinto Quissanga, in arte (e parte) Bastos. È il nuovo baluardo difensivo biancoceleste, il secondo innesto in difesa dopo il brasiliano Wallace. Un ennesimo carneade secondo alcuni, un colpo più che azzeccato secondo i sofisti del calcio internazionale. Di sicuro, le cifre del trasferimento parlano di un acquisto di peso, almeno a livello economico: 6,5 milioni al Rostov e contratto quadriennale sulla base di 1,3 milioni a stagione. Niente male come biglietto da visita, in attesa di novità sul fronte Rodrigo Caio. Ma prima di avventurarci in sentenze troppo sbrigative, proviamo a conoscerlo più da vicino…

L’APPARENZA INGANNA – Sarà uno dei più bassi centrali biancocelesti di questa stagione. Si fa per dire ovviamente. Il difensore angolano è infatti alto ben 188 cm, qualcosina in meno rispetto agli altri colleghi di reparto de Vrij, Wallace e Hoedt, e giusto tre centimetri in più rispetto a Mauricio, sempre più però con le valigie in mano. Ma non fidatevi troppo delle apparenze. Bastos, nonostante un fisico piuttosto imponente, riesce ad abbinare quantità e qualità nei disimpegni difensivi, accompagnando una più che evidente prestanza fisica con una buona dose di velocità. “E’ un difensore di alto livello, ci mancava uno così”, ha ammesso il ds Igli Tare presentando il profilo del nuovo arrivato. Caratteristiche importanti che lo rendono, almeno sulla carta, il giocatore ideale per integrarsi al meglio con Stefan de Vrij. Proprio come l’olandese, Bastos è un giocatore che predilige l’anticipo, sbrogliando situazioni complicate con disimpegni palla al piede. Personalità, forza fisica e velocità. Ingredienti fondamentali da cui ripartire, e magari dimenticare le sciagure difensive della passata stagione. La difesa cambia finalmente volto. Inzaghi esprime il suo desiderio: l’uno contro uno con gli attaccanti avversari non sarà più il peggior incubo.

ANNO DI GRAZIA 2014 – Da Luanda a Rostov, dall’Angola alla Russia. Mondi diversi, quasi opposti, ma inevitabilmente legati da un unico destino. Sulle rive del Don, Bastos è entrato nella storia dei gialloblù, conquistando l’8 giugno 2014 la Coppa di Russia contro il Krasnodar, il primo e unico trofeo del club. Un match sofferto, terminato a reti bianche nei primi 90’ e vinto soltanto ai calci di rigore. Come un soldato silenzioso ma pur sempre affidabile, anche in quell’occasione il classe ’91 ha garantito ai suoi la solita solidità difensiva. E nel giorno più importante della storia del Rostov non poteva essere altrimenti. Taciturno, umile, mai sopra le righe, ma sempre pronto a sporcarsi le mani per la squadra. Il modo più concreto e lungimirante per lasciare il segno in un collettivo. Fari puntati su di lui anche l’anno successivo, dove tuttavia non brilla come del resto tutta la squadra, che evita la retrocessione soltanto agli spareggi. Il riscatto arriva nella stagione 2015-2016: il Rostov conquista il secondo posto davanti alle più blasonate Zenit, Krasnodar e Spartak Mosca, dietro soltanto al CSKA campione di Russia. 41 gol fatti e soltanto 20 subiti, in assoluto la miglior difesa del torneo. Bastos torna protagonista indiscusso della redenzione gialloblù, conquistando la palma di miglior difensore della Prem'er-Liga. Un podio storico per il club, che strappa così il pass per il preliminare di Champions contro l’Ajax (1-1 il risultato dell’andata, giocata ieri sera ad Amsterdam, ndr). Un ulteriore appuntamento con la storia che però Bastos non presenzierà, come ha ammesso qualche giorno fa proprio il tecnico dei russi Dmitrij Kiričenko. Quella lunga strada del destino di cui sopra, fa tappa ora nella Città Eterna.