Lazio - I sette polmoni di Pedro, la duttilità di Hysaj e il carisma di Reina: tutti i fedelissimi di Sarri

“Il giorno prima della finale di Europa League con l’Arsenal, Zola mi chiese chi avevo intenzione di far giocare. Io gli risposi: ‘Giocano Pedro e Giroud. Gli altri 9 li decidi tu’. Non hanno mai sbagliato una finale. Alla Roma, lo spagnolo non ha avuto l’opportunità di giocare partite decisive. Ha fatto un anno strano. È un giocatore che difficilmente fallisce la partita importante. È un giocatore che a me piace, tecnico, rapido, disponibile. Ho un debole per questo tipo di giocatori. Pedro è un grande giocatore leggermente sottovalutato, che ha vinto tutto”. Solo qualche settimana fa, ai microfoni di Sportitalia, Maurizio Sarri dipingeva il ritratto perfetto di Pedro. Ecco spiegato il nuovo acquisto della Lazio. Il calciatore ideale per il Comandante che è pronto ad accoglierlo a braccia aperte in biancoceleste. I due si ritroveranno dopo l’esperienza con il Chelsea conclusa con il grande trionfo in Europa League. Lo spagnolo è stato uno dei più utilizzati dal tecnico toscano d’adozione nel suo trascorso londinese. Esterno rapido, tecnico, veloce, intelligente tatticamente che calza a pennello con le idee di Sarri. L’ex Barcellona resterà nella Capitale, cambierà solo sponda e avrà maggiori opportunità di mostrare la sua classe e la sua bravura. Usa il destro e il sinistro senza grandi differenze, corre e si sacrifica per il compagno in mezzo al campo, Pedrito è pronto a mettere tutta la sua qualità a disposizione del mister, dei compagni e dei tifosi.
GLI ALTRI FEDELISSIMI - L’esterno scuola Barcellona non è l’unico dei calciatori per il quale Sarri aveva un debole e raramente rinunciava. Anche Elseid Hysaj ha seguito il Comandante nella Capitale. Vecchio pallino a Empoli, portato poi anche a Napoli dove è diventato il terzino che tutti conosciamo e l’uomo che Sarri ha schierato più volte in mezzo al campo. Ordinato tatticamente, in grado di giocare sia a destra che a sinistra, l’albanese è pronto a iniziare la sua nuova avventura in biancoceleste. E poi c’è Jorginho, un altro dei campioni coltivati e valorizzati dal tecnico toscano d’adozione nonché terzo giocatore più impiegato dall’allenatore. Regista e direttore d’orchestra del meraviglioso Napoli costruito, limato e architettato tutto da Sarri. Una squadra che giocava a memoria, con idee di gioco precise e una mente in mezzo al campo, quella del centrocampista della Nazionale reduce dalla vittoria dell’Europeo. La grande scalata dell'italo-brasiliano, infatti, è anche merito del Comandante che lo porto subito con sé al Chelsea. Qui è diventato un pilastro e punto fermo dei vari allenatori vincendo in pochi anni Europa League, Champions e Supercoppa Europea.
IL TAGLIO CALLEJON-INSIGNE - Gioco spumeggiante, possesso palla, ricerca de varco giusto e tanta qualità. Il Napoli di Sarri era questo e molto altro. Una squadra in grado di raggiungere 91 punti in campionato senza una rosa profonda e una panchina lunghissima. All’ombra del Vesuvio, il mister toscano d’adozione ha portato avanti un progetto quasi perfetto al quale è mancato solo lo Scudetto. Un marchio di fabbrica di quel Napoli era sicuramente l’intesa tra i due esterni offensivi. Insigne e Callejon piacevano tantissimo a Sarri che apprezzava la qualità e la rapidità del primo e la generosità e l’intelligenza tattica del secondo. Il cross del capitano del Napoli a cercare il taglio con i tempi giusti dell’esterno spagnolo era diventato l’arma in più di quella squadra. Tutti lo conoscevano, ma in pochi riuscivano a fermarlo.
LE PEDINE DEL COMANDANTE - La lunga degli uomini di fiducia di Sarri sarebbe lunghissima. Al secondo posto della classifica dei calciatori schierati più volte dall’allenatore c’è Daniele Croce che ha seguito il Comandante a Pescara, Arezzo, Alessandria, Sorrento ed Empoli. Subito sotto il podio c’è un altro biancoceleste. Pepe Reina ha disputato infatti ben 12.510 minuti in campo sotto la gestione Sarri. Il tecnico ha da sempre apprezzato il suo carisma, la sua leadership e soprattutto la sua abilità con il pallone tra i piedi che gli ha permesso sempre di sviluppare la sua manovra partendo dalla propria area di rigore. In questa speciale graduatoria sono presenti anche Hamsik, Koulibaly, Valdifiori e Maccarone. Nel corso della sua carriera, iniziata dai campi di periferia, Sarri ha seminato le sue idee valorizzando calciatori e instaurando con loro un rapporto prima di tutto umano. Anche questo significa essere Allenatore.
Pubblicato il 22/8