MIXED ZONE - Fabiani: “Sia chiara una cosa: finché sarò alla Lazio..."

Il direttore sportivo della Lazio, Agelo Fabiani, al termine dell'incontro vinto contro l'Empoli ha parlato in zona mista soffermandosi su alcuni temi caldi in casa biancoceleste oltre che sulla partita. Le sue parole: “C’è più delusione o più rabbia su quello che è accaduto ieri? C’è soddisfazione su quello che è accaduto oggi, tre punti qui non era facile prenderli. Delusione non lo so, rabbia neanche. È prendere coscienza che purtroppo ci sono delle persone cattive e degli uomini ignobili che scherzano con i sentimenti dei bambini, dei tifosi, di gente che fa km e sacrifici per seguire la Lazio e raccontarne le gesta. Questo significa voler male a un’intera comunità, mistificare la realtà dei fatti e registrare e riprendere anche me sul posto di lavoro. Questo è un reato, non si può fare. Allora non c’è né rabbia né delusione, ma compassione”.
“Non ha influito perché siamo dei professionisti e non dobbiamo farci risucchiare da queste nefandezze e becere situazioni, altrimenti dovremmo cambiare mestiere. Questo l’ha dimostrato oggi la squadra e l’allenatore che non si sono lasciati influenzare. ‘Noslin l’ha voluto Baroni’, no sia chiara una cosa, lo dico oggi: fino a quando io sarò alla Lazio il mercato lo farò io. Ovviamente condividendo le situazioni con presidente e allenatore, sopratutto con lui. I giocatori che sono arrivati sono stati tutti condivisi. Ora far passare Noslin così non va bene. Saprà nel tempo, come è successo con Isaksen, che ha bisogno dei tempi di ambientamento. Diamo tempo a questi ragazzi di ambientarsi. Noslin è patrimonio della società, così come Romagnoli che un giorno me lo trovo in Arabia un altro da Putin. Pedro è un patrimonio della società, la maggior parte dei giocatori sono patrimonio della società. Su Pedro aggiungo anche che, per lui che è un campione e un esempio da seguire da parte dei suoi compagni di squadra e dei giovani che sono nel nostro settore giovanile, la possibilità se vorrà, post calcio giocato, di un ruolo importante all’interno della nostra società”.
“Alla vigilia se avessimo detto che a tre giornate dal termine saremmo stati in questa posizione in classifica e ci saremmo giocati una semifinale, ci avrebbero preso per pazzi. Era nella speranza. Siamo al primo anno di questo percorso che va da zero a tre anni, c’è ancora qualcosa da fare e da migliorare anche da parte del sottoscritto e dei miei collaboratori. Dietro una partita di calcio c’è tanta gente a cui sta a cuore e che lavora per far sì che le partite si svolgano, dobbiamo avere rispetto di queste persone”.
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