Pereirinha, un tuffo nel passato: "Non scorderò mai la Lazio. Che bella la vittoria del 26 maggio..."

07.05.2018 10:10 di  Valerio De Benedetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Pereirinha, un tuffo nel passato: "Non scorderò mai la Lazio. Che bella la vittoria del 26 maggio..."
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Sono passati ormai più di cinque anni da quando nel gennaio del 2013 a Roma sbarcava Bruno Pereirinha. Sconosciuto ai più al suo arrivo, l'esterno portoghese proveniva dallo Sporting Lisbona, e rimase nella Capitale fino al 2015, prima del suo passaggio all'Atletico Paranaense. Solo 22 le presenze collezionate in maglia biancoceleste, di lui non ci si ricorda per giocate o gol importanti, quanto per la sua simpatia e disponibilità. Doti che lo avevano fatto apprezzare da tutti, compagni e tifosi. Oggi il portoghese gioca al Belenensen, squadra dove aveva inizio giovanissimo a giocare a calcio.

In una lunga intervista rilasciata a tribunaexpresso.pt, Pereirinha ha avuto modi di parlare anche della sua avventura alla Lazio: "Avevo la possibilità di restare allo Sporting Lisbona, mi avevano offerto anche il rinnovo di contratto, ma volevo provare una nuova esperienza ed è arrivata la Lazio, che mi garantiva il salto di qualità. Ho avuto un brutto infortunio che all’inizio ha spaventato la dirigenza biancoceleste, poi grazie alla cure e al mio procuratore si è chiusa la trattativa e sono sbarcato nella Capitale. La mia esperienza a Roma non la scorderò mai, in Italia si vive il calcio in modo diverso. La gente quando ti incontra per strada ti tratta con molto affetto ed è una sensazione che difficilmente si vive in un’altra città", ha commentato il portoghese.

Poi prosegue: "Vivevo da solo all’epoca e mi segnavo sul frigo i minuti di cottura della pasta (ride, ndr), ogni tanto veniva la mia ex ragazza a trovarmi. Ho avuto sia Petković che Pioli come allenatori: il primo è stato un grande per me, abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Roma, un trofeo che difficilmente qualcuno scorderà, e abbiamo fatto bene anche in Europa League. Con Stefano (Pioli ndr.) non ho avuto molto spazio, non rientravo nei suoi piani e perciò ho deciso di andare via. La Seria A completa un giocatore, si vive di tattica, gli allenamenti sono più mirati. Lo stadio non era sempre pieno, ma c’era ugualmente tanto calore, forse questo è l’aspetto più negativo del calcio italiano. Cosa mi manca di Roma? Tutto, il cibo la città, le passeggiate per visitare i monumenti. Il traffico no! Quello non mi manca per niente”.