Viaggio nelle giovanili: la Lazio cerca altri De Silvestri

Viaggio nelle giovanili biancocelesti: i progetti, le aspettative, le strategie di lavoro, la scelta dei talenti. Ecco come il club lavora in vista del futuro
27.03.2009 16:00 di  Daniele Baldini   vedi letture
Fonte: Corriere dello sport
Viaggio nelle giovanili: la Lazio cerca altri De Silvestri

I talenti, guariscono i tormenti. Un laboratorio, una casa. I nuovi De Silvestri na­scono a Formello, crescono in un ambiente familiare e che li coccola. I nuovi De Silvestri sono in rampa di lancio. Alcuni son pronti al battesimo, altri promettono bene. I talenti as­sicurano il patrimonio tecnico, il futuro d’un club che punta a rilanciarsi; assicurano la crescita e la vitalità d’una Lazio che vuole rinverdire le tradizioni; assicurano il rilancio d’una squadra che vive a metà da troppo tempo e ha bisogno di forze fresche e forti motivazioni. I talenti possono essere l’eterna giovinezza, l’elisir della vittoria.
L’ORGANIZZAZIONE - Un milione d’euro d’in­vestimento annuale e i ri­sultati superano i costi. Tre strutture scelte per allena­re i giovani aquilotti, attivi­tà e allenamenti program­mati dai 5 anni in poi e lun­go tutte le fasce d’età. Istruttori di educazione fi­sica ed allenatori a compor­re uno staff tecnico- orga­nizzativo (ne esiste uno per formazione). Con un obiettivo immediato: l’insegnamento e la cura della tecnica. Dalla Primavera alla scuola calcio, dai più grandi ai più piccoli e viceversa. Dal lunedì al venerdì, poi spazio al week-end agonistico. E i risultati stanno ar­rivando:
« Le nostre squadre sono in crescita e si sono tutte classificate per le fasi finali della stagione» , racconta con orgoglio il Ge­nerale Giulio Coletta, responsabile del setto­re giovanile.
E’ casa Lazio, la casa dei bambini e dei ra­gazzi, degli adolescenti che diventeranno uo­mini e calciatori. Si parte dai primi calci, dai pulcini e dagli esordienti (è la scuola calcio). Il cuore del settore giovanile biancoceleste pulsa ogni giorno. E’ una catena di montag­gio, un brulicare no-stop di esperti e fatica­tori.
L’ARSENAL - Lotito lo chiama il «modello Ar­senal » . Il suo progetto l’ha voluto intendere così. Pun­tando sui giovani, crescen­doli, dandogli fiducia con coraggio, valorizzandoli in prima squadra. Igli Tare, futuro diesse, ha preso sot­to il suo controllo Primave­ra e Allievi nazionali. Una Lazio stile Gunners, questo è il sogno ( coi dovuti paragoni). Una Lazio che cresce i suoi giovani in casa, che li rin­traccia sul territorio cercando d’arrivare pri­ma degli altri, evitando le fughe degli anni passati, dettate da svariati problemi societa­ri. Il settore giovanile della Lazio alleva più di 600 ragazzi (500 fanno parte della scuola calcio). La Primavera corre a Formello, i centri sportivi Dabliu (Eur) e Gentili (Giusti­niana) sono stati presi in affitto e ospitano tutte le altre formazioni (comprese le scuole calcio Polo Sud e Polo Nord). I nuovi De Sil­vestri abitano qui, senza tormenti.

SARANNO FAMOSI: TUIA E MENDICINO, SCOMMESSE VINCENTI

Saranno famosi. Il fiuto del gol di Ettore Mendicino, la de­terminazione di Davide Faraoni, la forza di Alessandro Tuia. Un bom­ber, un jolly difensivo e un centra­le figli di casa Lazio. Loro, ma non solo. C’è il fantasista Francesco Mancini, tanto genio e un po’ di sregolatezza da orientare. C’è Luis Cavanda, preso dall’Anderlecht tre anni fa, è un terzino destro di corsa e tecnica. Ci sono i centro­campisti Antonio Cinelli e Riccar­do Perpetuini.
C’è Libor Kozak, bomber alto e grosso, che è arrivato in estate dal­la serie B ceca e s’è imposto se­gnando sette gol con la Primavera. Seguono le orme dell'ex compagno Diakitè promosso in prima squa­dra come titolare nei mesi scorsi e dopo tanta gavetta. C’è Pajtim Ka­sami, professione centrocampista « ma di quelli che possono ricopri­re tranquillamente tutti i ruoli » , dice chi lo conosce bene. E’ l’ulti­mo arrivato in ordine di tempo, un talento vero. Tanto che Marcello Lippi, quando fece visita a For­mello, volle conoscerlo al termine dell’allenamento della Lazio. Sta completando l’iter burocratico, per questo ha dovuto rimandare il suo esordio. Era stato convocato dalla Macedonia Under 19, non ha risposto alla chiamata perché aspetta la Svizzera (ha doppio pas­saporto). C’è Alessio Campoli de­gli Allievi Lazio, già inserito negli Allievi Italia, promette molto be­ne.
LA CRESCITA - Mendicino è la foto­grafia più recente: ha esordito in serie A l’8 febbraio scorso, in Fio­rentina- Lazio 1- 0. Mercoledì ha debuttato nell’Italia sperimentale di Casiraghi, la nuova Under 21 scelta dal cittì per i prossimi anni. E’ in rampa di lancio su più fronti e resta la punta di diamante della Primavera allenata da Roberto Se­sena, uno che nel corso della sua militanza biancoceleste ha battez­zato tanti talenti. Sesena è tra gli uomini deputati alla crescita dei ragazzi d’oro, la sua squadra sta volando, sogna un finale di stagio­ne entusiasmante.
Mendicino è un figliol prodigio, la dimostrazione che nella Lazio si può crescere ed arrivare. E’ la speranza di tutti i suoi compagni che sognano di seguire le sue orme per arrivare presto tra i big. Rossi è un tecnico attento e che sa lavo­rare coi giovani, lo dimostra il suo passato, lo certifica il presente. Quest’estate ha scelto alcuni baby calciatori e li ha portati in ritiro: ogni settimana non smette d’ag­gregare talenti alla prima squadra. Li sa crescere, li sa allevare ed al­lenare da maestro di calcio qual è.
IL DOMANI - Mendicino e i suoi compagni possono rappresentare il futuro della Lazio, la linfa vitale d’una società che ha bisogno di ri­generarsi per ritrovare la giusta strada. Mendicino, Tuia e tutti gli altri sono cresciuti, non sono più delle belle speranze. Aspettano di dimostrarlo sul campo più diffici­le. Si allenano settimanalmente con campioni del calibro di Pan­dev e Matuzalem, Rocchi e Zarate. Chiedete a loro per sapere di che pasta son fatti.