Lazio, stop del mercato: facciamo chiarezza. E Fabiani risponde…

In questi giorni si legge di tutto. Si sentono teorie, mezze verità, sentenze frettolose. È normale: il blocco del mercato imposto alla Lazio dalla Co.Vi.So.C. ha creato un rumore di fondo assordante. Ma serve mettere ordine, perché la chiarezza è l’unico vaccino contro la disinformazione. Partiamo dai fatti. La Lazio è incappata nel blocco perché ha sforato tre parametri fissati dalla normativa federale:
- Indice di liquidità;
- Indice di indebitamento;
- Indice del costo del lavoro allargato.
Non è un’opinione, non è un retroscena: è una constatazione certificata dai documenti depositati e dal controllo periodico che ogni società è obbligata a presentare entro il 31 marzo. Da lì è scattato il semaforo rosso. Ma attenzione: questo blocco riguarda soltanto il tesseramento di nuovi calciatori in entrata. Non è un congelamento totale della gestione sportiva: “L’indice di qualità, l’indebitamento, tutte queste norme andrebbero innanzitutto capite nella loro interezza, nei loro vincoli. Questo non significa che la società non può ottemperare agli impegni presi con calciatori e dipendenti. Noi abbiamo già pagato tutti gli stipendi come da scadenza federale. L’indice di liquidità è scattato per un investimento fatto dalla società per migliorare la struttura, per la nuova costruzione del centro sportivo per i ragazzi e per tutto il settore giovanile. Una svista che ci può stare. Non ha nulla a che vedere con gli investimenti fatti con i calciatori”, ha spiegato in esclusiva ai nostri microfoni il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani. Lo diciamo con chiarezza, senza giri di parole:
- I rinnovi di contratto dei giocatori già tesserati non c’entrano nulla con il blocco;
- I riscatti o i controriscatti dei calciatori ceduti in prestito nella scorsa stagione non fanno parte delle operazioni vietate.
Sono manovre che si riferiscono a contratti esistenti, a diritti già maturati, a giocatori che – formalmente – risultano sempre di proprietà della Lazio. Il blocco riguarda esclusivamente l’inserimento di nuovi contratti di tesseramento, ossia l’arrivo di calciatori che prima non erano sotto contratto con il club. Per intenderci: un adeguamento contrattuale di Romagnoli, da mesi in attesa di una vecchia promessa di ritocco dell’ingaggio, non viene bloccato dalla Co.Vi.So.C. Lo stesso vale per un eventuale riscatto di Floriani Mussolini, in prestito alla Juve Stabia. Si tratta di calciatori già tesserati dalla Lazio, anche se inseriti nel circuito dei prestiti con diritto o obbligo di riscatto. “Bisogna fare informazione, non disinformazione. Siamo stufi di questa aggressione gratuita…” – questo il j’accuse di Fabiani. Parole nette, riferite alle indiscrezioni che descrivono una Lazio incapace persino di riscattare i propri giovani. “Si tratta di accordi in capo all’anno scorso ed esulano dal blocco di queste settimane”.
Insomma, fra rumore e certezze è giusto far luce sulla reale condizione. La Lazio ha lo stop. È vero. Ma non un ergastolo gestionale. E la disinformazione rischia di avvelenare ulteriormente un ambiente già, di suo, particolarmente teso: “Chiedo un po’ di pazienza e un po’ di fiducia al popolo laziale perché io non farò mai una cosa che va contro i valori della Lazio. Se mi prendo un impegno, lo porto a termine. La coerenza nella mia trentennale esperienza mi ha detto che ho portato il Genoa dalla C alla B, la Triestina uguale, così come il Messina che ho fatto salire in A e la Salernitana. Tutte queste squadre in mancanza di coerenza che fine hanno fatto?”, ha concluso il diesse.
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