ESCLUSIVA- Ravanelli: "Lazio, ecco come si vince al Letná Stadion..."

10.03.2016 08:00 di  Mara Perna  Twitter:    vedi letture
Fonte: Mara Perna - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA- Ravanelli: "Lazio, ecco come si vince al Letná Stadion..."

Maglia sopra la testa e corsa sfrenata a braccia aperte. Difficile dimenticare l’esultanza targata Fabrizio Ravanelli. Approdato alla Lazio nel 1999 come riserva, 'Penna Bianca' si è tolto le sue soddisfazioni. Tra queste va annoverato senz’altro il gol al 'Letnà Stadion' rifilato allo Sparta Praga il 7 novembre del 2000. Una rete che arriva a due minuti dalla fine del primo tempo e regala la vittoria ai biancocelesti. Chi meglio di lui può presentare il match di andata degli ottavi di Europa League, che vedrà gli uomini di Pioli impegnati in terra ceca? La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva l’ex attaccante laziale per fare una disamina del match, tra ricordi e qualche curiosità.

L’Europa rappresenta l’ultima spiaggia della Lazio. Che atteggiamento si aspetta dalla squadra questa sera?

“Mi aspetto un atteggiamento positivo e una squadra determinata a ottenere la qualificazione”.

Quante probabilità ha la Lazio di ottenere la qualificazione contro lo Sparta Praga?

“Lo Sparta Praga è un avversario assolutamente alla portata della Lazio. Nonostante i biancocelesti stiano attraversando un periodo difficile in campionato, credo che abbiano giocatori di indubbie qualità, nettamente superiori a quelli dello Sparta Praga. Non possiamo dimenticare quello che hanno fatto in passato, ma anche in questa stagione. Penso, ad esempio, alla vittoria contro l’Inter, in cui la Lazio ha dimostrato di poter fare risultato in ogni campo. Ha molte probabilità di passare il turno”.

Lei ha giocato e segnato proprio al 'Letnà Stadion'. Che ricordo ha di quel match e che stadio è?

“Ricordo molto piacevolmente quella partita, non solo per il gol ma anche per lo stadio. È un campo bellissimo, che ti permette di giocare in maniera tranquilla, senza nessuna pressione. Per cui credo che stasera la Lazio potrà mettere in mostra tutte le sue qualità senza alcun tipo di problema”.

Se lei fosse in Pioli su chi punterebbe? Darebbe una maglia da titolare a Keita?

“Il fatto di non dare continuità a questo ragazzo è un rebus che attanaglia un po’ tutto il popolo laziale. Keita è un giocatore che a me piace tantissimo, ha una personalità e delle qualità fuori discussione. Oltre a segnare gol pesanti. In una partita importante come quella di stasera potrebbe fare sicuramente la differenza. D’altra parte Pioli è un grande allenatore, è uno che di calcio se ne intende e se non gli affida ancora la maglia da titolare avrà le sue buone motivazioni”.

Questa è una Lazio dalla doppia faccia. Come si spiega il diverso rendimento in campionato e in Europa?

“Da fuori non è facile farsi un’idea. Per me la Lazio è una squadra veramente forte e non riesco a spiegarmi come non riesca a trovare continuità di risultati. Alla vigilia del campionato era un gruppo con tutte le prerogative per lottare per la Champions League, poi non ho idea di che cosa sia successo”.

Il ricordo più bello di quando vestiva la maglia della Lazio?

“Ho vissuto tantissimi bei momenti alla Lazio. Uno dei più emozionanti è sicuramente la vittoria dello Scudetto, ma anche la Coppa Italia e la Supercoppa. Ho un ricordo fantastico anche del gol segnato al centenario. Poi, tutti i miei compagni. Con molti di loro non sono più in contatto perché essendo stranieri sono ritornati in patria, ma eravamo davvero un gran gruppo”.

Infine una curiosità, come nasce la sua famosa esultanza della maglia in testa?

“Ero alla Juve e giocavamo contro il Napoli. Stavamo disputando una gran partita ma non riuscivamo a sbloccarla. Lippi ci incoraggiava dicendo che prima o poi il gol sarebbe arrivato. A cinque minuti dalla fine io sono riuscito a segnare. Era tanta la gioia che mi è venuto istintivo mettere la maglia sopra la testa. Da lì non ho più abbandonato l’esultanza”.

 

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