ESCLUSIVA | Lorenzo Toti: "Pedro e Rovella idoli, ci siamo promessi una cena"

27.07.2025 17:00 di  Simone Locusta   vedi letture
ESCLUSIVA | Lorenzo Toti: "Pedro e Rovella idoli, ci siamo promessi una cena"

Lorenzo Toti è un tatuatore dalle grandi doti artistiche e grazie alle quali negli ultimi anni ha vinto diversi premi, tra cui due primi posti alle ultime due Tattoo Convention di Roma. I suoi disegni sono arrivati anche dentro Formello, con due ritratti realizzati ad hoc per Pedro e Rovella, i quali lo hanno accolto dentro il ritiro biancoceleste come immortalato sui social. Lorenzo si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni tra la passione per il disegno, la Lazio e le sensazioni per il secondo corso di Sarri sulla panchina biancoceleste.

Ci racconti del tuo mestiere e di come hai trovato questa passione?

"Ho sempre avuto una passione per il disegno, fin da bambino. Disegnavo su carta, facevo dei quadri, poi ho iniziato a tatuare gli amici miei per gioco. Dopodiché ho fatto il corso, la scuola e alla fine è diventato un mestiere".

Un’altra passione che hai è la Lazio. Come sei diventato laziale?

"Grazie a mio cugino che mi portava allo stadio da piccolo. La mia prima partita allo stadio l'anno prima dello Scudetto, contro il Parma".

Abbiamo visto le opere che hai realizzato per Pedro e Rovella. Ci racconti com’è andata?

"Sono i miei due idoli della Lazio. Pedro con tutti i trofei che ha vinto, è un signor giocatore. Rovella penso che sia il centrocampista italiano più forte che c'è in circolazione adesso. Ho deciso di fare questi due ritratti per loro e tramite amicizie sono riuscito a portarli lì dentro Formello e conoscerli anche. Sono super gentili e alla mano, ci siamo scambiati i numeri e i social. Ci scriviamo tutt'ora, non solo lì. Ci siamo promessi una cena. Spero che si continuerà questa conoscenza. Ho tatuato parecchi giocatori della Primavera, che sono saliti anche in prima squadra, quindi un po' l'ambiente lo conosco".

Cosa ti aspetti da questo Sarri-bis?

"Lasciando perdere il blocco del mercato, con Sarri e giocando una partita a settimana, conoscendo come farà giocare i giocatori e gli undici titolari della Lazio, penso che faremo un buon campionato. Sperando di fare pure qualcosa in più, salire di un bel po' di posizioni, magari fino alla prima, chi lo sa".

Anche perché veniamo da due settimi posti, quindi non sarebbe male fare uno step.

"Si si, poi comunque con Sarri siamo arrivati secondi, ma il primo era il Napoli che ha vinto quasi tutte le partite. È vero che avevamo Milinkovic, Luis Alberto e via dicendo, però avevamo pure la Champions".

Nonostante le difficoltà delle ultime settimane, la tifoseria ha risposto bene.

"La tifoseria ha risposto presente per Sarri e per la maglia. Meno male".

Se tu potessi scegliere un momento della storia della Lazio che hai vissuto, un momento da disegnare, quale sceglieresti?

"Sicuramente la Coppa Italia contro la Roma. Quella la metto nelle prime posizioni. Però una cosa che mi viene in mente spesso è che il giorno che la Lazio vinse lo scudetto io feci la comunione. Avevo dieci anni. Tutti i miei parenti stavano nel ristorante e io e tre miei cugini stavamo in macchina a sentirci la partita per radio. Aevo dieci anni, ho lasciato tutti dentro. Mio padre e mia madre mi chiamavano, ma io stavo fuori a sentirmi la partita in radio. Che mi fregava della comunione? C'era la Lazio, avevamo vinto lo scudetto e poi dopo siamo andati in centro a festeggiare, sempre con i miei cugini che erano ovviamente grossi, il giorno della mia comunione".

Un momento che invece cancelleresti completamente? Una partita.

"Forse quella con il Bodo. Perché ci avevamo creduto fino all'ultimo, invece poi...".

Chissà, magari ci sarà occasione di rifarsi con Sarri.

"Sì, quello sicuramente. È un signor allenatore".