Lazio | Kamada e le promesse non mantenute, in campo e fuori

04.06.2024 07:15 di  Antoniomaria Pietoso   vedi letture
Lazio | Kamada e le promesse non mantenute, in campo e fuori

L'addio di Milinkovic Savic a luglio scorso aveva fatto sprofondare il mondo Lazio in una profonda tristezza. Sostiuire il serbo, infatti, sarebbe stato difficile per quanto fatto dal 21 con l'aquila sul petto. In estate, però, la società ha rimpiazzato Sergej con Matteo Guendouzi e Daichi Kamada. I curricula internazionali di entrambi facevano ben sperare. Il francese non ha deluso, mentre al contrario è stato il giapponese a steccare completamente. Due gol e due assist e qualche buona prestazione nelle partite finali della stagione sono un bottino misero per il numero 6. La Lazio ha fatto di tutto per accontentare l'ex Eintracht che arrivava a Formello un anno dopo la conquista dell'Europa League e con 16 centri realizzati nella stagione passata. 

Quello visto in biancoceleste è stata una versione low profile del calciatore apprezzato in Bundesliga. In affanno, fuori posizione e mai incisivo durante l'era Sarri, un po' meglio sotto la gestione Tudor ma insomma nulla a che vedere dal giocatore visto a Francoforte. Gli apprezzamenti delle ultime giornate arrivavano per prestazioni normali per un calciatore del suo blasone, ma dovrebbero essere la base. Ma vista la pochezza dei primi mesi sembrava quasi oro. In sintesi Daichi ha fatto davvero male in questa stagione e il suo rendimento ha condizionato anche la Lazio che invece aveva contato molto sul nipponico e sui suoi numeri. A gennaio i biancocelesti avevano rispedito al mittente i sondaggi arrivati sicuri dell'investimento fatto e della voglia del giapponese di proseguire con la Lazio.

Una voglia ribadita nel finale di stagione quando è arrivato il momento delle scelte. Sì perché l'estate scorsa la società aveva accettato la proposta di Kamada di avere un solo anno di contratto con un rinnovo triennale totalmente in mano al calciatore e al suo staff. Un modo per dimostrare la voglia di portare a Roma il centrocampista del Sol Levante. Il giapponese aveva ribadito la volontà di proseguire e di esercitare la clausola, ma quando si è avvicinata la deadline ha preso tempo e ha rilanciato riproponendo un altro accordo annuale. "All'inizio avevo intenzione di restare, ma l'Italia è così e il presidente della Lazio è famoso soprattutto in Italia per essere uno dei più difficili con cui negoziare. Volevo solo un contratto di un anno e non ho chiesto nulla in più perché ero pagato abbastanza. Su questo non siamo riusciti a metterci d'accordo. Non so che cosa il mio agente abbia detto alla società, ma io volevo solamente un anno di contratto" ha detto Kamada.

Per quanto non sia facile trattare con Lotito, l'accordo annuale sarebbe costato carissimo alla Lazio che avrebbe dovuto rinunciare al Decreto Crescita con l'ingaggio di Kamada che sarebbe pesato quasi il doppio di quello attuale a bilancio e il giocatore che tra pochi mesi sarebbe stato nuovamente libero di accasarsi dove voleva assolutamente gratis. Insomma un aut aut difficile da accettare con anche l'ìpotesi di un triennale con una clausola rescissoria tra i 6/7 milioni di cui poter usufruire subito. I luoghi comuni sull'italia e su Lotito che sono alla base dell'intervista sono un modo per uscire da una situazione in cui è assolutamente colpevole. Sì, perché la Lazio avrebbe dovuto e potuto comportarsi diversamente, ma le parole di Kamada stridono un po' visto come sono andate le cose. Bastava semplicemente dire di aver cambiato idea, ma evidentemente per lui è complicato aprirsi in maniera sincera. Daichi chiude la sua avventura in biancoceleste facendo a parole e fuori dal rettangolo di gioco quello che ha fatto sul campo: non mantenendo le promesse. 

Pubblicato il 3/06