Calcio&Politica - Cana, capitano dell'Albania, nato in Kosovo: "Il 14 dicembre sarà fondamentale per noi... Belen? No, ma..."

Lorik Cana parla ad una Nazione, da leader, parla da albanese, nato in Kosovo, a preshevajone.com: "Sono sempre stato del parere che ogni cittadino della nostra nazione, a prescindere da dove è cresciuto e gioca dovrebbe giocare con la nostra nazionale". Il Kosovo, l'Albania, la Svizzera, la Serbia, frammenti di una storia dove calcio e geopolitica si pestano i piedi, si incontrano, si compenetrano. Lucerna, settembre 2012: gli spalti della Swissporarena sono gremiti di tifosi albanesi e kosovari, il doppio dei sostenitori della nazionale di casa, per Svizzera - Albania, partita di qualificazione alla Coppa del Mondo. Tre giocatori, lo stemma rossocrociato sul petto, restano in silenzio durante l'inno confederato. Uno di loro, Xherdan Shaqiri, ai piedi ha scarpini con tre bandiere: quella svizzera, quella albanese e quella del Kosovo. Una partita, soprattutto, giocata nell'attesa di una decisione cruciale da parte del Comitato Esecutivo della FIFA. Nemici giurati della causa kosovara: la federcalcio serba, e Platini. Pare che proprio a causa di sue pressioni nel 2008 la FIFA avrebbe accordato e poi ritirato nel giro di due giorni - sotto la pressioni, - il permesso di disputare amichevoli alla FFK, la federazione kosovara.
BATTAGLIA - Da tempo la Federata e Futbollit e Kosovës, come riporta Dinamobabel.come, - guidata da Fadil Vokrri, unico kosovaro ad aver mai indossato la maglia della nazionale jugoslava - è impegnata in una battaglia per permettere alla nazionale del Kosovo e ai suoi club di giocare incontri amichevoli contro squadre delle federazioni regolarmente affiliate alla FIFA. La decisione è stata rinviata per l'ennesima volta: il dossier, secondo quanto dichiara la FIFA stessa, dovrebbe essere finalizzato alla prossima riunione del Comitato Esecutivo, a Tōkyō il 14 dicembre. Secondo quanto riporta la RSI, la FIFA ha anche negato di stare considerando autorizzazioni eccezionali per i giocatori kosovari che hanno già vestito la maglia di altre nazionali. Il 10 settembre, a quattro anni e mezzo di distanza dalla sua dichiarazione unilaterale di indipendenza, il Kosovo ha ottenuto la piena sovranità formale. Una sovranità travagliata e, nei fatti, non ancora saldamente in mano al governo di Hashim Thaçi. Come spiega il portale Euractiv, Priština ancora non controlla pienamente la zona a nord del fiume Ibar nel distretto di Kosovska Mitrovica, a maggioranza serba, e deve affrontare problemi legati alla povertà del paese e agli elevati tassi di disoccupazione, crimine organizzato e corruzione, oltre alle accuse di traffico di organi presi da prigionieri di guerra serbi rivolte all'UÇK (Ushtria Çlirimtare e Kosovës, l'Esercito di Liberazione del Kosovo), del quale Thaçi fu leader e che è stato definito dalla risoluzione 1160 del Consiglio di Sicurezza ONU un gruppo terrorista. La nazione - ex provincia autonoma nella Jugoslavia titoista il cui status particolare era stato revocato da Slobodan Milošević - è riconosciuta da 91 dei 193 membri delle Nazioni Unite e la Serbia continua a rivendicare il territorio come parte del proprio stato.
CALCIO&POLITICA - Cana è sempre attento e sensibile alle vicende politico-calcistiche, sfugge il clichè del calciatore fashion e modaiolo, nonostante sia sempre e comunque al centro di gossip più o meno veritieri, assomiglia più ad un'icona, capitano della sua Nazionale, poliglotta. Attento alle vicende politico-sportive, anche perchè sono strettamente legate alla sua storia personale. Lorik è nato a Gjakova, in terra kosovara, e,a causa della guerra, da giovanissimo è stato costrettoa fuggire con la sua famiglia in Svizzera, dove ha ottenuto la cittadinanza ed ha iniziato la carriera di calciatore tra le file delle giovanili del Dardania Lausanne: "Il Kosovo giorno per giorno si avvicina all'integrazione nelle organizzazioni internazionali. Sono ottimista sul fatto che per lo sport kosovaro in genere stiano per arrivare periodi positivi, nonostante ci sia una stretta connessione tra questo processo e la vita politica. Tuttavia, sono ottimista sul fatto che la FIFA il 14 dicembre durante la prossima riunione della CE a Tokyo in Giappone potrà finalmente dare parere favorevole in favore del Kosovo". Lorik sa benissimo quali siano le cause alla base dell'attuale condizione dei kosovari, che hanno spinto intere famiglie in altre nazioni, come la Svizzera: "Come sapete il nostro paese per anni è stato sotto occupazione serba, ora, le conseguenze della guerra non hanno consentito di gettare le basi affinchè ci siano condizioni sufficienti per rispondere alle esigenze di un giocatore o di sport vero. La guerra ha fatto si che ci troviamo in questa situazione, ha creato ciò che siamo oggi, con i nostri ragazzi che giocano in tutta Europa, ottenendo ottimi risultati. Nonostante il talento e la volontà del nostro calcio, ai nostri giocatori mancano infrastrutture e altri modi per promuovere i loro progetti, i loro sogni di diventare calciatori famosi.Come sapete gli albanesi hanno fatto e stanno facendo molto per la Svizzera con il talento e la volontà dei giovani. In Svizzera ci sono le condizioni ideali per fare sport, ed è abbastanza normale che oggi in Svizzera ci sono giocatori interessanti, di origini kosovare, macedoni o di altri paesi dei Balcani. E' il momento per gli albanesi nei Balcani di avere una squadra nazionale con una bandiera!"
PRIMO PASSO - Continua Lorik, è un fiume in piena: "Si dispone di tutto questo potenziale, e si costringono i nostri giocatori albanesi, del Kosovo, l'Albania, la Macedonia a giocare con altre Nazionali. Bisogna dare ai giocatori una corretta organizzazione sindacale affinchè ci sia la volontà di mettere insieme questo grande progetto nazionale. Il primo passo sarebbe il riconoscimento internazionale del Kosovo". Parla della sua patria, dei suoi desideri futuri, esorta: "La valle di Lugina e Presheves mi fa venire in mente tante cose.. anche ora che sono fuori ci sono un sacco di amici e compagni. E 'un luogo che mi attrae e ce ho sempre in testa di tornarci. Bisogna investire nei giovani che hanno talento, qualità, perché questo sarà un atto patriottico, contribuirà ad una causa nazionale". E infine, parla di amore, non solo quello per la bandiera, ma per una donna. E no, sembrerebbe non essere Belen Rodriguez: "Sto con un'italiana, sono felice. Lei è un architetto. I media hanno detto e scritto che la mia ragazza sarebbe una show-girl, o una modella. Ma la mia ragazza è un'intellettuale, un'architetto di grande prospettiva. Voglio che i miei figli parlino albanese ma anche altre lingue, perchè siano aperti mentalmente". Lorik Cana, capitano dell'Albania, nato in Kosovo. Parla ad una nazione, in nome di una nazione.