Galliani attacca Kozak: "Ha picchiato tutta la partita, il suo intervento su Legrottaglie era volontario"

Infuritato a caldo ma infuriato pure a freddo. A distanza di 24 ore dal match con la Lazio, la rabbia di Galliani fatica a placarsi. Mercoledì sera, nella pancia di San Siro, l’ad rossonero era un fiume in piena. Nemmeno la cena nel cuore di Brera, in compagnia di Ariedo Braida e del figlio Gianluca, era riuscita ad arginarlo. E’ vero che il giorno dopo arriva il tempo delle riflessioni, ma stavolta non servono a cambiare la sostanza né, tantomeno, ad attenuare l’ira. “L’altra sera ho visto un giocatore della Lazio (Kozak ndr) picchiare per tutta la partita, utilizzando gomiti, ginocchia e altre parti del corpo - ha affermato Galliani al telefono- ebbene, questo giocatore ha regolarmente finito la sua gara, mentre due dei nostri sono finiti in ospedale. In sintesi, il picchiatore è rimasto impunito e picchiati sono stati costretti ad abbandonare il campo. Forse va bene così?”.
Il dirigente milanista ha volutamente evitato di fare qualsiasi riferimento all’arbitro, il signor Damato (“non ne voglio parlare”), ma è abbastanza evidente che,oltre a Kozak, l’obiettivo dei suoi strali sia sia proprio il direttore di gara.”Ho visto gomiti sempre tenuti alti ad ogni contrasto-ha insistito-eppure, mi sembra che il regolamento parli chiaro per questo tipo di episodi: sono tutti falli da espulsione”. Sabato a Catania l’espulsione di Van Bommel per due semplici falli. Ben di peggio, invece secondo Galliani, ha fatto Kozak: ”Ho rivisto decine di volte lo scontro con Legrottaglie e sono sempre più convinto che il suo intervento sia stato volontario. Sarà anche grande e grosso, ma aveva tutto il tempo per evitare di finirgli addosso. Il risultato è stato che Legrottaglie è rimasto paralizzato per ben cinque minuti. Mentre Bonera, costretto a uscire nell’intervallo, nell’immediato aveva accusato un netto calo della vista”.