GARBAGE TIME - Hristo Stoichkov, Dio è bulgaro e non tifa Parma

La città di Parma è assalita da 20 anni da due atroci dubbi. Per quale motivo lo star team costruito dai Tanzi non riuscì mai a conquistare lo Scudetto? E soprattutto, Dio è bulgaro? Quesito bizzarro, l’ipotesi fu lanciata da Hristo Stoichkov, attaccante fenomenale e personaggio controverso. La sua carriera è costellata da trionfi e riti adulatori, scivoloni e violenza. Nell’estate del 1994, alla vigilia della semifinale statunitense, dichiarò spavaldo di esser convinto della vittoria. Per un semplice motivo, “Dio è bulgaro”. Le sue teorie teologiche non trovarono conferme, anzi aprirono nuovi scenari. Una presenza divina fu avvertita nel tempio degli Giants. Ma aveva il Codino.
COLPO ALLA TANZI – Stoichkov è il più grande talento della storia del calcio bulgaro. E’ un trequartista evoluto a seconda punta. Il suo bagaglio è completo: dribbling, tecnica, velocità, assist, finalizzazione. Il tutto condito con molto, molto pepe. Come quando nella finale di ritorno della Coppa bulgara regala magie e poi si aggrega alla rissa da far west. Radiazione a vita, poi annullata. La Federazione bulgara inizia a comprendere l’importanza di un personaggio del genere: si pensi che la prima copia tradotta in bulgaro della sua biografia Ciento per Ciento sarà acquistata dall’ex Presidente della Federcalcio Hristo Danov per 3 milioni di lire. Lo struggente libro viene scritto da Paco Aguilar e Xavier Torres durante l’esperienza spagnola del giocatore. Viene acquistato nel 1990 dal Barcelona, in 5 stagioni conquista 4 scudetti, 4 Supercoppe di Spagna, una Coppa di Spagna, una Coppa Campioni, una Coppa delle Coppe e 2 Supercoppe Uefa. Un curriculum da brividi, con la stonatura di un carattere tutt’altro che accondiscendente. Dalla squalifica di due mesi per aver colpito un arbitro ai rapporti tutt’altro che idilliaci con la leggenda Cruijff, che proiettano il bulgaro sul mercato, nell’estate del 1995. Stoichkov ha condotto per mano la sua Bulgaria al Mondiale fino sfiorare la finale (vincendo la classifica cannonieri in coppia con Salenko), ha persino conquistato il Pallone d’Oro, ovviamente primo bulgaro della storia a centrare l’impresa. "E' un invidioso. Mi ha fatto la guerra perche' io, da giocatore, ho vinto tutto a Barcellona. E lui ben poco” – parole al fiele nei confronti di Crujiff (che gli costeranno una cospicua multa). Il dg del Parma Pastorello fiuta l’affare. Il budget per il mercato è consistente, i Tanzi vogliono lo Scudetto. L’acquisto del top player procede per tentativi: Batistuta, Baggio, Signori, Casiraghi, Boksic. Tante porte chiuse in faccia, nonostante il cash nelle valigette. Poi ecco l’occasione: 12 miliardi di lire al Barcelona e triennale da 2.5 miliardi di lire al giocatore, sventato l’inserimento dell’Inter. E’ un acquisto di alto profilo: per cifre, curriculum del giocatore e ripercussioni sull’ambiente.
HRISTO MANIA – Il marchio Parmalat continua a rafforzarsi, è inevitabile, sbarcando anche in terra bulgara. La tranquilla cittadina di Parma viene sconvolta nei suoi ritmi compassati, nella sua dimensione provinciale. Duemila tifosi impazziti lo attendono al Tardini, è il caos. In 24 ore vengano sottoscritte 1700 tessere per un incasso che supera il miliardo di lire. Quell’acquisto segnerà un crocevia importante, l’inizio di un periodo di acquisti folli anche in realtà emergenti. Mister Nevio Scala è assolutamente entusiasta, sogna il suo Parma di stelle e trionfi “Lavoreremo insieme, parleremo insieme. Con Stoichkov sono garantiti bel calcio e spettacolo”. Il commento laconico di Hristo è piuttosto indicativo: “Vincere il campionato. Una squadra che in tre anni ha fatto tre finali europee, vincendone due, puo' farcela. Io non prometto gol, ma successi”. Ci ricorda tanto uno svedese transitato in questi anni in Italia, ma che qui ha lasciato insindacabilmente il segno. Dio è bulgaro...e forse sono io. Frasi brevi, ma spavalde. D’altronde lui non è un tipo da interviste, in zona mista pretende sempre microfoni spenti e taccuini sigillati. Si vocifera anche che abbia studiato un piano per farsi retribuire le dichiarazioni, progetto poi fallito. E intanto sulla Gazzetta di Parma campeggia quest’annuncio: “Cercasi in affitto villa per abitazione Hristo Stoichkov, 4-5 camere da letto con parco da 300-500 mq, in citta' o cintura citta'. Telefonare a: Parma Calcio”. La casa del Signore… e di tutti i santi.
RISSE BULGARE – Inizia il campionato e i Tanzi comprendono immediatamente la bontà dell’investimento. Nell’esordio a Bergamo sfodera il pezzo forte del suo repertorio, il calcio di punizione: nelle prime 5 gare realizza 4 reti piazzandosi in testa alla classifica capocannonieri. Il Parma balza subito ai piani alti, i tifosi sognano ad occhi aperti. Ad un certo punto però il motore del bolide si inceppa. Il bulgaro non riesce a trovare la via del gol e perde gradualmente il posto da titolare, anche per merito di un Zola in rampa di lancio. Iniziano i primi malumori, le prime uscite di strada. A Natale sfiora la rissa con un vigile insieme al compagno Crippa, protestando animosamente per una multa per divieto di sosta. I maligni parlano di scarsa applicazione negli allenamenti, il più lontano possibile da Scala, per non far notare i ritmi blandi. I tifosi iniziano a manifestare il proprio dissenso, l’addio a fine stagione è inevitabile. Al Barcelona Crujiff saluta, arriva Robson e Hristo torna in terra catalana, dove viene ancora considerato alla stregua di un eroe. Al Parma colleziona 23 presenze e 5 reti e una minusvalenza nelle casse ducali di 4 miliardi netti. Il ritorno in Spagna è fallimentare, prosegue la sua carriera tra Bulgaria, Arabia Saudita, Giappone e Stati Uniti: cachet spaventoso e tesoretto per la vita. Oggi allena in patria, al Litex Lovech, ma non smette mai di stupire. Come quella volta che in America aggredì un reporter, reo di aver chiesto un’intervista; o quando si reinventò politico e scese in campo con il movimento di protesta studentesco, con il sospetto che fosse stato messo lì dall’ex premier – e suo grande amico – Bojko Borissov per controllare i subbugli. “Tratto la palla come mia moglie o le mie figlie, ma le dico anche cosa deve fare e dove deve andare”. Potestà divina.