L'AVVERSARIO - Udinese, il Pozzo dei miracoli

Non chiamatelo miracolo, sorpresa, comparsa. L’Udinese è una certezza, una bella favola divenuta realtà. Merito della famiglia Pozzo, dell’eccellente lavoro svolto da Leonardi prima e Larini poi, l’ambiente pacato ed appassionato allo stesso tempo, una rete di osservatori che sfiora la veggenza, il solito immenso Totò Di Natale e lo stratega Guidolin. Oggi l’Udinese è tutto questo, è una colonna del nostro massimo torneo ed un habituè delle rassegne continentali. Oltre che la bestia nera della Lazio, bruciata al fotofinish per due stagioni consecutive nella corsa al piazzamento che vale la Champions League.
STORIA – L’Udinese è una delle società più antiche del nostro calcio, con la fondazione che risale al lontano 1896 nell’ambito del calcio ginnastico, attività che si muove parallelamente al calcio dei pionieri inglesi fino alla nascita della federazione. Fino al secondo dopoguerra i bianconeri fanno la spola tra Serie B e C, poi nel 1950 la promozione nella massima serie ed un secondo posto nel 1954-55 alle spalle del Milan, con successiva caduta in cadetteria per uno dei primi scandali legati al calcioscommesse. Negli anni Sessanta la squadra permane in categorie minori, ritrovando la massima serie solo nel 1979. Nell’estate 1983 la dirigenza piazza il colpo Zico, da quel dì l’Udinese entra ufficialmente nel grande calcio, tre anni più tardi la famiglia Pozzo rileva la società. Si susseguono campioni importanti come Causio e Virdis fino ad arrivare alle scommesse vinte degli anni Novanta come Balbo, Sensini, Amoroso e Bierhoff. Il vero boom arriva con Zaccheroni in panchina: terzo posto nel 1997-98, qualificazioni in Uefa in successione e diversi talenti regalati al nostro calcio. Guidolin continua l’opera del tecnico cesenate, poi una serie di stagioni altalenanti a partire dal Duemila culminano con il ritorno in panchina di Guidolin e i due piazzamenti in zona Champions, con il solito immenso Di Natale sugli scudi. Talvolta un inizio difficile di stagione viene accompagnato da note di resa da parte dei media, ma puntualmente la squadra si riprende e chiude nel migliore dei modi il campionato..
CURIOSITA’ – Il primo titolo conquistato dalla società era riconosciuto solo dalla Federazione Italiana Scherma che organizzò il torneo. Nel 1978 il presidente Teofilo Sanson fu il primo a inserire un marchio commerciale, Gelati Sanson, sulla tenuta di gioco: il logo venne apposto sui calzoncini per aggirare il divieto della federazione, ma la società fu multata: fu il primo passo verso la liberalizzazione delle sponsorizzazioni nel calcio. Nel 1983 furono messi a segno colpi del calibro di Zico, Edinho e Virdis, i tifosi risposero sottoscrivendo 26661 abbonamenti, record tuttora ineguagliato. Nel 2008-09 resta l’unica squadra italiana a partecipare a competizioni Uefa, prima dell’eliminazione ai quarti di Champions League ad opera del Werder Brema. Nel gennaio 2011 ha lanciato Udinese Channel, la prima tv tematica di un club visibile in chiaro. Valerio Bertotto detiene il record di presenze (334), mentre il massimo goleador è Antonio Di Natale (143 reti). Antonio Candreva ha collezionato 3 presenze in bianconero (2007/08) ed è ancora di proprietà dei friulani, Stefano Mauri ha giocato un anno e mezzo ad Udine (2004-06), prima di approdare nella capitale. Maurizio Domizzi, Giampiero Pinzi e Davide Faraoni sono cresciuti nel settore giovanile della Lazio.
SQUADRA – Guidolin schiera il suo 3-5-1-1, marchio di fabbrica da un paio di stagioni, anche se gli infortuni a catena di questi mesi hanno complicato il cammino della squadra. Tra i pali Brkic, nonostante il talento, non garantisce la stessa sicurezza infusa da Handanovic, saracinesca emigrata in estate a Milano sponda neroazzurra. Nella consueta linea a tre il gioiellino Benatia, conteso da mezza Europa, è out da un mese per infortunio anche se è sulla via del recupero. Con Danilo e Domizzi gioca dunque Coda, anche se non si esprime sui livelli del marocchino. In mediana l’esperto Pinzi è fermo da un mese e mezzo, in cabina di regia la rivelazione è Allan, brasiliano classe ’91 dai piedi eccellenti e dalle geometrie importanti. In posizione di intermedio il possente Badu, talento coltivato in casa, e l’argentino Pereyra, altra grande rivelazione, ex riserva di Asamoah che ha eredito alla grande il ruolo del ghanese. A sinistra sfreccia Pasquale, sull’altro versante il baby Faraoni, con il pesante fardello di non far rimpiangere l’infortunato Basta. In avanti O Mago Maicosuel, genio e sregolatezza, svaria alle spalle di Totò Di Natale, bomber senza tempo.
BONUS&MALUS – L’assenza di Benatia pesa sugli equilibri difensivi. La retroguardia friuliana sta subendo di più rispetto alla scorsa stagione, se aperta con attacchi sui fianchi gli inserimenti dei centrocampisti possono risultare decisivi. La mediana è compatta, con qualità e quantità, Badu probabilmente seguirà Hernanes o Ederson in prima battuta. L’Udinese per costituzione sfrutta bene gli esterni, soprattutto in transizione offensiva. Le ali biancocelesti dovranno impegnarli in attacco per sfiancarli ma esser abili nel contempo a ripiegare evitando ripartenze veloci. La Lazio ha sofferto spesso queste situazioni, come a Napoli e a Firenze, anche se Faraoni e Pasquale sono meno offensivi e tecnici rispetto ai vari Cuadrado e compagni. Fonte di pericolo sarà naturalmente l’inesauribile Di Natale, la sua rapidità e imprevedibilità può mettere in difficolta la coppia Ciani-Biava, che ha dimostrato buon affiatamento ma si esalta con punte fisiche e può patire attaccanti sguscianti dal passo corto. La Lazio dunque dovrà sfruttare gli esterni anche a difesa schierata, cambiare spesso lato di campo ed aprire il più possibile la difesa per bucarla al centro.
OCCHIO A…- Antonio Di Natale perde il pelo ma non il vizio. E’ un attaccante letale negli ultimi venti metri, tecnico, esperto, capace di reggere il peso dell’attacco da solo. Negli ultimi tre campionati ha siglato 80 reti, quest’anno ha già raggiunto quota 8 in silenzio. E’ lui il pericolo numero uno, la sua rapidità può creare grane alla coppia di lungagnoni biancocelesti.
PROBABILE FORMAZIONE – 3-5-1-1: Brkic; Coda, Danilo, Domizzi; Faraoni, Pereyra, Allan, Badu, Pasquale; Maicosuel; Di Natale. All.: Guidolin.